L’argent fait la guerre («il denaro fa la guerra»). Frase molto appropriata su ciò che sta accadendo in queste settimane con i Paesi arabi che attraverso i loro petrodollari hanno aperto una vera e propria guerra commerciale ai migliori club calcistici europei.
Infatti, a suon di milioni si accaparrano i migliori talenti calcistici, pensando che una politica espansionistica salariale basti per migliorare un campionato poco esaltante.
Un’altra estate, un altro tormentone nel mondo del calcio. Sembra quasi un déjà vu: prima la Cina, poi gli Stati Uniti, ora l’Arabia Saudita.
L’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della squadra saudita Al-Nassr, lo scorso gennaio, sembra aver dato inizio a un ambizioso piano di espansione del campionato arabo.
Il principale campionato locale è la Saudi Pro League, che non è certamente paragonabile ai campionati su scala internazionale. L’obiettivo dei club sauditi è di migliorarlo sempre di più rendendolo un’alternativa valida ai campionati europei e non solo.
E in che modo? Convincendo i campioni delle squadre europee a trasferirsi in Arabia mettendo sul piatto un ingaggio molto ricco a cui i club non possono competere.
L'Arabia Saudita rappresenta una minaccia per il calcio europeo?
Il calcio europeo non dovrebbe temere l’esodo di un giocatore in Arabia Saudita, nonostante la perdita di Cristiano Ronaldo, Karim Benzema e Ruben Neves nei club del Paese, secondo il presidente UEFA Aleksander Ceferin. Se il presidente della UEFA mostra indifferenza, meno la mostrano i tifosi che pensano a un calcio comprato dal potere arabo.
ll calcio è estremamente popolare in Arabia Saudita.
Non dimentichiamolo: è stata la squadra meglio supportata ai Mondiali del Qatar dell’anno scorso e hanno battuto i futuri campioni dell’Argentina nelle fasi a gironi. In più lo vedono anche come un modo per aumentare il turismo nel paese.
I governanti dell’Arabia Saudita hanno visto tutto questo interesse e hanno pensato: “invece di far guadagnare soldi ad altri dall’interesse della nostra popolazione per lo sport, facciamolo noi stessi e teniamo i soldi all’interno dei nostri confini“.
L’obiettivo dell’Arabia Saudita è a lungo termine.
Quindi questo è solo l’inizio di un processo: a Sky Sports News è stato detto che, entro i prossimi cinque anni, l’Arabia Saudita vuole che 100 dei migliori giocatori stranieri giochino nel suo campionato, perché investire nel calcio può anche acquistare influenza e prestigio in tutto il mondo.
L’Arabia Saudita vorrebbe candidarsi per ospitare la Coppa del Mondo nel 2030 insieme a Grecia ed Egitto.
Molti giocatori all’apice della carriera hanno deciso di lasciare il calcio europeo, il calcio che conta, solo in pochi sapranno resistere alla tentazione.
Ovviamente molto dipende dal Dio denaro, perché “l’argent fait là guerre”.
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