Trasferta nuovamente in terra ligure, dopo La Spezia, per cercare la quarta vittoria consecutiva.
In un campo che poteva essere buono per piantare le patate piuttosto che per giocare a calcio, abbiamo dimostrato, fin dal "pronti via", di avere la giusta mentalità per affrontare una partita non certamente semplice viste le condizioni di classifica della squadra blucerchiata.
Galdiolo, mio idolo personale di quando ero poco più che bambino ma già in curva Fiesole, usava ricordare spesso che alcune partite da vincere, "vanno vinte" fin dal sottopassaggio. Nel famoso incontro del 1978, valido per la permanenza in serie A, in uno straboccante Artemio Franchi contro il Genoa, lo raccontava spesso. 
Nel tunnel che portava all'ingresso delle squadre, guardò fisso un giovanissimo Roberto Pruzzo e un più esperto Oscar Damiani per fare capire che gli stimoli sarebbero stati tutto per il raggiungimento del traguardo finale. 
Una squadra modesta, davvero tale, non retrocesse mai per quelle caratteristiche che devono essere impresse in ogni calciatore che ha indossato la maglia Viola; per questo ricordiamo loro sempre con affetto e orgoglio. Bisognerebbe che la società, a volte distratta, facesse proprie le origini per trasmetterle a chi, adesso, ha pensieri sparsi ovunque...
Abbraccio idealmente il mio stopper preferito, ovunque sia, portatore sano di fiorentinità.

Ritorniamo a noi.
Il match andava subito incanalato e, dopo appena tre minuti, Bonaventura, dopo una bella azione corale partita da un ripiegamento difensivo di Kouamè, ha sbloccato il risultato con un piattone dopo una triangolazione di Ikoné e Dodò.
Bisogna riconoscere il merito di Italiano per la risalita avviata negli ultimi tempi, oltre alla crescita mentale e fisica di qualche interprete, che, guarda caso, è iniziata quando si è intuito che andava necessariamente effettuata una mutazione tattica. La metamorfosi strizza l'occhio al 4-2-3-1 (vedere la posizione di Bonaventura, anche grazie alla propria intelligenza tattica, da "elastico" tra le due linee), ma che per stessa ammissione dell'allenatore, altro non è che una variante all'immancabile 4-3-3 nel quale un centrocampista è semplicemente chiamato ad alzarsi. Il tecnico siciliano non ammetterebbe mai che, leggendo il Pagellino, come fa solitamente, si sia reso conto che le mie idee erano imprescindibili per cercare imprevedibilità e soprattutto azioni da gol...

A parte le battute e, bando alle ciance, il centrocampista spostato più vicino alla punta con le ali che entrano "nel rettangolo" cercando meno ampiezza ma più profondità, sono meri dettagli, anche linguistici, che non cambiano più di tanto un giudizio che finalmente tende al positivo. L'ottimismo si rispecchia anche e soprattutto nel lieto aumento dei gol, 18 nelle ultime 7 sfide (vale a dire 2,5 a partita), nonché nell'inviolabilità della porta da due gare a questa parte. Se poi vogliamo parlare delle trasferte, in occasione delle quali la Fiorentina non sempre è riuscita a imporsi con la stessa facilità casalinga, i successi consecutivi risultano già tre.
Anche se certe partite vanno vinte, come quella di ieri, non è detto che poi ci si riesca per una serie di motivi, per cui è lecito e logico fare i complimenti a Italiano e alla squadra per come è stato gestito il match, per la sicurezza con la quale hanno affrontato i resti della Doria che fu che, per onestà, va detto sono sembrati di una categoria inferiore, un po' come il Riga. 
Sono sempre stato dell'avviso che per un ottimo campionato, e le statistiche lo dimostrano, la Fiorentina dovrebbe avere voglia, capacità e cipiglio di vincere contro squadre alla sua portata sia in casa sia in trasferta. Battere, per esempio, l'Inter piuttosto che il Napoli dà spinta e carica, ma se poi dopo perdi a Bologna, allora è perfettamente inutile e poco funzionale agli obiettivi e alla crescita esponenziale del gruppo. Che deve essere sempre graduale ma continua; così come a livello societario.
Ora proviamo a dare ancora di più, a trovare quella continuità, termine abusato ma utile ai fini della classifica, alle vittorie soprattutto contro la Salernitana, che arriverà mercoledì al Franchi e che ha un punto più di noi in campionato. Voglio augurarmi che la strada intrapresa cominci a essere, se non  in discesa, almeno meno tortuosa, per riportarci in posizioni più prestigiose. Non sarà semplice vista la partenza complicata e le squadre, tante, che ci stanno davanti, ma tutti hanno l'obbligo di provarci.

Anche italiano, nell'imperdibile sala stampa, lo ha rimarcato: "Eravamo in ritardo. Era una squadra che faceva prestazioni ottime a risultati nulli. Ci dava fastidio e stava iniziando a complicare la testa ai ragazzi. Stiamo trovando continuità, nel secondo tempo mi è piaciuta la gestione che hanno avuto i ragazzi dopo il 2-0. La crescita c'è in ogni partita. Dopo La Spezia ho detto che bisognava accelerare, lo abbiamo fatto in Conference e in campionato. Mercoledì abbiamo una gara in casa, concentriamoci su quella e cerchiamo di dare il massimo".
La posizione di trequartista? "Oggi ha stazionato lì Bonaventura, come a Riga ha fatto Barak. I ragazzi hanno letture da attaccanti. Non dimentichiamoci che c'è anche la fase di non possesso dove questo trequartista deve rincorrere. In questo momento un centrocampista ci sta permettendo di fare le due fasi in maniera corretta. Poi in tutte le partite tutti possono avere la possibilità di occupare quel ruolo. C'è duttilità nei giocatori che abbiamo a disposizione, vediamo gara per gara. Se riusciamo a essere bravi e a interpretare bene le situazioni, possiamo giovarne da ogni partita".
La gara di Bonaventura e di Jovic. "Bonaventura è l'emblema di quello che cerchiamo di mettere e non è semplice quando hai poche sedute per provare efficacemente quello che hai in testa. Oggi, dopo un primo tempo dove abbiamo rincorso la Sampdoria, nel secondo abbiamo trovato le giuste distanze. Ha fatto una grandissima partita e quando i giocatori di qualità si accendono è felice portare punti a casa. Jovic aveva un problemino al polpaccio, abbiamo cercato di metterlo in campo; nonostante questo dolorino ho preferito toglierlo".
Ci si concentra sull'aumentata attenzione da parte di tutti i componenti a partire dalla debacle casalinga dopo il match contro la Lazio: "Quando hai la necessità di fare punti, l'attenzione deve aumentare. Stiamo iniziando a fare gol con continuità, non stiamo prendendo gol e mi fa piacere. Stanno crescendo tutti, faccio un nome su tutti, Milenkovic: secondo gol di fila, così come Dodò, i centrocampisti. Quando hai bisogno di fare risultato viene fuori quella capacità di accendere l'interruttore".
La sosta? "Arriveranno mesi dove non giocheremo. Faremo di necessità virtù, lavoreremo su questi aspetti, cercheremo di recuperare giocatori che non sono in condizione e affinare quello che si potrà fare. Abbiamo due gare, continuiamo così. Andiamo avanti, godiamoci la vittorie e usciamo con una prestazione davvero di livello".

Siamo riusciti a portarci via i tre punti grazie anche al gol di Milenkovic.
Curiosità: l'ultima volta, prima di oggi, che il serbo aveva letteralmente sfondato la porta avversaria in due partite consecutive in Serie A era stato nel finale della stagione 2019/2020, quando segnò il 26 luglio contro la Roma e il 29 luglio contro il Bologna in una annata particolare, diciamo così.
E allora sentiamo l'Hulk della nostra difesa. "Era fondamentale vincere oggi, eravamo in ritardo in classifica. Dovevamo dare continuità ai risultati e ci siamo riusciti, abbiamo dato il meglio e abbiamo portato a casa i tre punti. Questa è la cosa più importante".
Cosa è cambiato nelle ultime settimane? "Ultimamente guardiamo più ai risultati che alle prestazione. Prima eravamo belli, ma non riuscivamo a portare a casa i punti. Ora siamo più concreti, in questo momento è importante mettere fieno in cascina".
Siete cresciuti anche in difesa: "C'è maggiore attenzione difensiva. Giocando con la linea alta ci sono tanti pregi, ma anche tanti rischi. Oggi non abbiamo preso gol, per noi difensori è importante e ci dà tanta fiducia".

Prima di passare ai voti, ricordiamo che oggi c'è un sorteggio da vivere con il cuore in gola a partire dalle 14. Conosceremo l'avversaria nei play off della Conference League, ed essendo teste di serie avremo la certezza di giocare il ritorno a Firenze. La possibilità di andare agli ottavi c'è, anche se ci sono gli avversari che scendono dall'Europa League. Tra le squadre da evitare, come sottolineato nell'ultimo Pagellino, i portoghesi dello Sporting Braga e i turchi del Trabzonspor.
Guardiamo se con un po' di... mela [cit. dialettale: fortuna, terga, fondoschiena; insomma culo], l'urna ci dà una mano.

TERRACCIANO - Ringrazia Colley che da ottima posizione, di testa solo soletto, manda fuori. Si prende il rischio incredibile del cartellino rosso con un'uscita fuori dalla propria area di rigore. Per il resto domenica stranamente tranquilla, addirittura da spettatore non pagante, ad eccezione di un tiro innocuo nel recupero: 6.
DODÒ - Si fa trovare pronto, finalmente con una bella sovrapposizione degna di tale nome, sull'invito di Ikonè sfornando l'ottimo assist per il gol dell'uno a zero di Bonaventura. Soffre un po' Augello sul finire di primo tempo (bisogna che a questo ragazzo venga data la possibilità di curare meglio la parte difensiva), ma recupera sicurezze nella ripresa: 6.
MILENKOVIC - Relativamente impegnato, sbroglia qualche brutta situazione in area salvo farsi trovare pronto, in una sorta di copia e incolla, all'appuntamento con il gol che vale il raddoppio. Concede il bis con il secondo gol consecutivo e altrettanto prezioso al pari di quello della vicina La Spezia (peccato che il Genoa sia in B perché quest'anno la Liguria porta bene...): 7.
QUARTA -  Gioca bene (scalzando di fatto Igor nelle gerarchie) d'anticipo nel corso del primo tempo anche resistendo all'entrata killer di Leris che viene solo ammonito. Forse anche per la botta rimediata Italiano lo tiene fuori dopo l'intervallo e dopo un primo tempo di assoluta sicurezza: 6,5 (dal 46' Igor - Fa buona guardia dispensando sicurezza e fisicità: 6).
BIRAGHI - Offre adeguata copertura alle prime scorribande anche se risulta meno preciso al cross nell'ultima occasione importante del primo tempo. Si rifà con il corner modello PlayStation che Milenkovic gira in rete per il due a zero: 6,5.
MANDRAGORA - Prova la chiusura all'ultimo (decisiva per scheggiare la palla quel tanto che basta) nell'occasione sprecata da Colley ma sa farsi valere anche qualche metro più avanti in una sorta di pit stop con Bonaventura. Nel secondo tempo alza i giri del motore e del palleggio: 6,5 (dal 82' Barak - SV).
DUNCAN - Davanti alla difesa con il nuovo modulo fa valere, come sempre, il suo dinamismo e la geometria aggiungendo muscoli in un centrocampo davvero funzionale alle proprie caratteristiche: 6,5 (dal 65' Amrabat - Utile a fare girare palla generando un logorio stress psicofisico agli avversari: 6).
BONAVENTURA - Tempista nel riempire l'area e, grazie all'inserimento, raccoglie e realizza il buon assist di Dodò dopo appena 3 minuti di gioco. Il resto del primo tempo è fatto da molti anticipi a stoppare le ripartenze avversarie. Nel finale sfiora la doppietta con un tiro a botta sicura. Il nuovo assetto, e una posizione più avanzata come quando era rossonero, sembrano fargli un gran bene: 7+.
IKONÉ - Sull'invito di Jovic, dopo essersi involato bevendosi Amione, si presenta in area, salta Audero e poi appoggia, fin troppo generosamente, a Kouamè che non realizza. Anche se ha grandi spunti nel resto della gara, conferma di aver ritrovato una certa fiducia e cattiveria agonistica: 6,5.
JOVIC - Dopo una decina di minuti manda in porta Ikonè con un bel lancio dalle retrovie. In uscita Audero, ma soprattutto il centrale difensivo, lo tirano giù ma dopo l'intervento della VAR il rigore viene revocato. Il cambio fa pensare che non sia al meglio visto anche che era stato il primo a "saggiare" il pessimo fondo del Ferraris: 5,5 (dal 46' Cabral - Non rinuncia ai duelli offensivi e si fa apprezzare con un paio di buone penetrazioni dentro l'area come fece a Napoli lo scorso anno. Colpevolmente in ritardo su un invitante taglio di Dodò: 6).
KOUAMÈ - Dopo un funzionale ripiegamento in difesa, avvia in gran velocità l'azione del gol del vantaggio accentrandosi resistendo a un fallo e allargando la manovra sulla destra. Lo chiama al tiro anche Bonaventura, più tardi, ma non trova il tempo per concludere, così come si divora un gol già fatto davanti alla porta. Nel secondo tempo continua a regalare profondità alla squadra senza rinunciare alla copertura: 6+ (dal 82' Saponara - Solo per addebitare la doccia calda alla società di Lanna SV).

ITALIANO - Nessuna sorpresa nell'undici iniziale se non la conferma di Mandragora al posto di un Amrabat evidentemente acciaccato. Come a Riga, la squadra sblocca il risultato alla prima occasione poi potrebbe anche raddoppiare, appena dopo, sull'asse Ikonè-Kouamè. Rischia qualcosa sull'unica occasione di tutta la partita su un colpo di testa. Dopo l'intervallo richiama Quarta e Jovic inserendo Igor e Cabral ma soprattutto si gode il raddoppio di Milenkovic prima che i suoi mettano in archivio la seconda vittoria esterna e la quarta consecutiva includendo quella di Conference League.

PUBBLICO: I millecentotrentasei impareggiabili che affollavano lo spicchio genovese, hanno richiesto a gran voce la focaccia! La società dell'ex Ferrero aveva promesso che ai tifosi ospiti sarebbe stata offerta la meravigliosa, impareggiabile e soffice schiacciata genovese. Non è stata vista nemmeno con il... binocolo. Delle due l'una: o il rinomato braccino corto si è dimostrato tale anche in questa occasione, oppure, purtroppo, anche raschiando il barile, i "lilleri" stanno finendo...

Vorrei concludere con una bella notizia che ho letto ieri pomeriggio. Josip Ilicic, dopo il ritorno nel club del suo paese, il Maribor, da cui era partito proprio per venire a giocare in Italia nel 2010 al Palermo, ha ritrovato il gol, ma soprattutto il sorriso, alla sua prima presenza contro il Mura. Dopo tutta una serie di duri strascichi lasciati dentro di lui dalla pandemia e da tutto quanto accaduto dal 2020 in poi è una gioia averlo visto esultare, pur visibilmente ingrassato o gonfio, sotto la sua nuova curva. Impressionante la differenza rispetto a quando guidava l'attacco della mia Fiorentina, ma per l'ex numero 72 l'importante era ritrovare la gioia nel giocare a calcio.
Se la felicità è una forma di coraggio, forse il segreto non è di fare sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa.

Alla prossima; tanto garrisce sempre...