Il Milan le ha provate tutte per perdere la partita col Celtic e mettere a rischio la qualificazione, ma alla fine non è riuscito a raggiungere il discutibile obiettivo, vincendo contro gli scozzesi per 4-2. Osservazioni sarcastiche a parte, questo risultato, unito alla rocambolesca sconfitta dello Sparta Praga a Lille, ha dato la qualificazione ai rossoneri, anche se, con ogni probabilità, il Milan passerà il girone come secondo. La qualificazione anticipata, peraltro, è importantissima, perché elimina ogni rischio di débacle impreviste, come quella che si verificò due anni fa al Pireo contro l'Olympiakos. Pioli avrà la possibilità di lasciar riposare molti titolari nell'ultima partita di giovedì prossimo.

E' probabile che l'isolamento dalla squadra abbia reso meno lucido Pioli, perché ieri questi ha commesso degli errori abbastanza evidenti nel decidere la formazione da opporre al Celtic, già eliminato, ma voglioso di non abbandonare la competizione da squadra materasso. Il tecnico ha schierato per l'ennesima volta Kjaer, spremuto fin qui come un limone, mentre la buona prestazione di Romagnoli contro la Fiorentina avrebbe consigliato far fare minutaggio ulteriore a questi, concedendo riposo al danese. A centrocampo, inoltre, è stato schierato Krunic, ma nella veste di secondo centrocampista, invece che nel ruolo di Chala ovvero di raccordo tra centrocampo e attacco. I risultati di questi errori si sono visti con l'immediato infortunio di Kjaer e la pessima prestazione del povero Krunic, andato in tilt al di là delle sue colpe. Sull'infortunio del difensore, Pioli ha ostentato una sicurezza che appariva falsa, dichiarando che sarebbe potuto accadere a chiunque. Il fatto, caro mister, è che è la cosa è accaduta proprio a Kjaer e non a chiunque.

La squadra ci ha messo molto del suo incorrendo in un errore di valutazione sull'atteggiamento dell'avversario. Pronti-via e il Celtic si è trincerato negli ultimi 30 metri, attuando una zona difensiva rigidissima fin dalla prima linea, che triplicava la marcatura su qualsiasi cosa di colore rossonero si muovesse in campo. I giocatori del Milan hanno creduto che gli scozzesi fossero venuti a San Siro solo per limitare i danni e hanno abbassato il livello della concentrazione. Non l'avessero mai fatto! Pochissimo dopo il pronti-via, infatti, alla prima palla retrocesa nell'area di rigore rossonera, i milanisti si sono ritrovati col fiato sul collo di mezza squadra avversaria che pressava alto. Krunic, fuori ruolo come vertice basso del centrocampo, è finito in confusione e non ha stoppato un passaggio agevole di Donnarumma, per cui non è riuscito a servire Kjaer, ancora in campo sulla sua destra. Vantaggio Celtic e squadra in bambola, perché la concentrazione ha una caratteristica: una volta persa non la recuperi a comando, come se avessi un 'interruttore che ti consente di spegnere e poi riaccendere la luce. Il Celtic faceva i porci comodi propri fra i sonnambuli rossoneri e creava più di un occasione per segnare. Donnarumma salvava parando un calcio di rigore in movimento. Usciva Kjaer e, mentre la difesa si stava ancora assestando, il Celtic metteva un uomo solo di fronte a Gigio che, non essendo nato a Betlemme in una famiglia di Nazareth, doveva arrendersi. Dopo soli 13 minuti, un po' come era accaduto col Verona, il Milan si ritrovava sullo 0-2, dopo aver regalato il minuto di gloria della carriera a due onesti professionisti del calcio: Rogić ed Edouard. Chi farà molta strada, invece, come già si era capito all'andata, sarà l'esterno destro olandese Frimpong, scuola Manchester City, un fior di giocatore.

Come la Fiorentina domenica scorsa, il Celtic tirava il fiato dopo la carica e, forse incredulo per l'esito della propria sfuriata, rallentava. Era la tregua che serviva al Milan per ritornare in se e, sugli sviluppi di una punizione dal limite, Chala accorciava le distanze. Il turco realizzava la rete con una beffa a giro verso il palo lasciato incustodito dal portiere. La concentrazione era tornata: Hernandez serviva dalla linea di fondo il bravo Rebic, murato da due avversari, con Castillejo appostato alle spalle per metterla dentro. Lo stesso Castillejo sbagliava altri due gol, ma la sensazione era che i rossoneri avessero ripreso le redini della partita.

Nel secondo tempo entrava Tonali al posto dello spaesato Krunic. Hauge dimostrava che, uomo contro uomo, sa prendere il tempo a qualsiasi avversario ed è quasi inarrestabile, per cui l'unica maniera per limitarlo è attenderlo rimanendogli a distanza. Dalla trequarti sinistra dell'attacco rossonero, il norvegese trangugiava 3 avversari e anticipava l'entrata del quarto appoggiando in rete nell'angolo opposto, un po' come se avesse spedito in buca una palla da biliardo. Per chi ha buona memoria, si è trattato di un gol fotocopia di quello segnato un anno fa da Leao in Fiorentina - Milan 1-3.

Trascorreva poco tempo e Pioli, decisamente non del tutto lucido ieri, sostituiva in un colpo solo Chala con Diaz e Kessie con Bennacer. Le sostituzioni potevano starci, tanto è vero che Diaz ha poi segnato il quarto gol, ma non se effettuate nello stesso momento, come è stato già notato da altri. La doppia sostituzione produceva uno squlibrio tattico notevole, perché, da un lato provocava un calo drastico dei chili e della fisicità messi in campo dai rossoneri, mentre da un altro lato non dava alla squadra il tempo di ritrovare distanze ed equilibri. Seguivano 15-20 minuti da incubo, durante i quali lo sguardo di Pioli tradiva la consapevolezza di aver fatto un errore grave. Ajer dava la dimostrazione della castroneria commessa, quando al 28' correva indisturbato per 40 metri fin dentro l'area di rigore rossonera, ma senza imbattersi in anima viva. Dal canto suo, Donnarumma volava ai limiti dell'impossibile e toglieva la palla dall'incrocio dei pali, salvando il risultato, la qualificazione e, diciamola tutta, anche la faccia del tecnico. Alla fine, mi si perdoni il gioco di parole, dopo aver visitato l'Inferno scozzese, il Diavolo meneghino riusciva a serrare i ranghi e chiudeva la partita con un tocco felpato di Diaz che, quasi dalla linea di fondo, concretava un assist servitogli da Hauge dopo uno mini-slalom in area.

Siamo esseri umani, per cui anche un tecnico che sta lavorando benissimo può incappare in una serata terribile. Ieri è capitato a Pioli e non c'è nulla di male a farlo notare, perché nulla toglie ai suoi indiscutibili meriti complessivi. Come scritto su, è possibile che Pioli, senza rendersene conto, sia andato in confusione anche per essere rimasto un po' troppo lontano dalla squadra. L'importante è che non ci siano state conseguenze. Il Milan ha, comunque, superato un girone da tutti giudicato tosto, perché Celtic, Sparta Praga e Lille sono tutte e 3 squadre a livello di un girone di Champions, quindi anche il secondo posto non dovrebbe essere disprezzato. I rossoneri, del resto, hanno fatto 4 gol bevendosi uno svantaggio di 2 reti, senza Ibrahimovic e in un match caratterizzato dagli errori a gogò del tecnico e dei giocatori. In un certo senso, proprio le nefandezze commesse ieri, hanno dimostrato la forza della rosa come la bontà complessiva del lavoro svolto da Pioli, cui vanno fatti i complimenti per il passaggio anticipato del turno.

E ora si passi alla Sampdoria, che non verrà certo a Milano per fare da comparsa oppure da clacqe, ma per fare punti. L'inizio delle partite contro Verona e Celtic sono stati da brividi, per cui sarà bene partire attenti e non regalare vantaggi ai blucerchiati.
Gli uomini avvisati hanno un indubbio vantaggio, sono mezzi salvati,