Una volta c'era il famoso mercato delle vacche, ovvero quello decantato da Totò in un famoso film. Poi si giunse al mercato del pesce, ovvero quello che oggi si definisce una trattativa poco educata, incline alle storture ed alle grida e proclami per incantare i compratori. 

Ora siamo al mercato delle mamme, oppure dei parenti prossimi o affini, in taluni casi. Mi riferisco soprattutto alla Signora Rabiot, detta Veronique, che tanto sovraintende e decide delle possibilità finanziarie del figliolo, talento mai veramente espresso del calcio francese. Già qualche anno fa, il Paris S.G. si era eclissato all'ennesima richiesta troppo esosa della efficientissima madre, ed il nostro bravo Adrien fu messo in tribuna e finì l'annata a vedere gli altri giocare.
Stessa sorte potrebbe capitare a Torino, dove la famiglia Agnelli non ha problemi finanziari, che purtroppo non può usare per aggiustare i conti Juventus, per via del Fair Play finanziario a corrente alternata. Ovvero se sei parte delle sette sorelle del petrolio puoi fare ciò che vuoi, se sei fuori dal club, devi sottostare.
E proprio dalla Juventus potrebbe arrivare la doccia gelata per il giovane promettente mai esploso Rabiot: fargli saltare i Mondiali. Quei Mondiali che già saltò allora nel 2018, stante le continue critiche ed i comportamenti tenuti che fecero decidere Déschamps a estrometterlo dalla selezione che poi diventò campione del Mondo.  
Ora le cose possono ripetersi, perché Madame Veronique ha di nuovo deciso di alzare la posta sulla roulette del gioco delle parti innescato dalla richiesta di Ten Hag di avvalersi delle prestazioni del "talentuoso" francese. Ma, grazie alle richieste di nuovo eccessive, il Manchester ha ritenuto che la trattativa non si poteva condurre sui binari espressi dalla mamma agente in parola, ed ha dato forfait. Penso che il Manchester abbaia fatto una giusta valutazione, come quella a cui giunsero i dirigenti del Paris S.G. ma non compresero i dirigenti della Juventus, che si sono messi in casa una vera mina vagante, che cerca solo di trarre maggiori guadagni, ma che non concede il minimo spazio ad altre trattative. Le relazioni tra contraenti sono importanti e devono essere vagliate bene. In un certo senso, un caso analogo è quello di Dybala, dove il tira e molla piuttosto dilettantesco di Antun ha prodotto la scissione da ogni riconferma delle prestazioni pattuite. E come ha fatto il Milan, che ha detto a Kessiè, Donnarumma e Chalanoglu che non aveva nessuna intenzione di farsi "taglieggiare" da richieste troppo onerose, e che quindi potevano anche andarsene. I sostituti non sono mancati, e la vittoria dello scudetto ne sono la prova.
Il messaggio è ormai chiaro, con i parametri zero si tratta diversamente, e chi vuole andare a scadenza senza rinnovare non troverà molti disposti a concedere cifre faraoniche, soprattutto viste le difficoltà del calcio dopo la pandemìa e la ricerca anche per le società più ricche di una sostenibilità finanziaria ormai dogmatica, perché anche se sei ricco non puoi buttare via i soldi e tanto meno sottostare a ricatti.
E tutto questo la signora Veronique dovrebbe cominciare a pensarlo, perchè i tempi rispetto a cinque anni fa sono molto cambiati, e le società hanno ormai sottoscritto un patto, secondo il quale chi va a zero dovrà trovare vita dura. E chi non vuole capire questo, si troverà a mordere meno di quanto avrebbe ricevuto in caso di rinnovo a condizioni più accettabili.
E' vero, per qualcuno la gabbia dorata esiste ancora, ma si sta perdendo sempre di più l'opportunità di gioire per somme che una volta si potevano sognare, ed oggi non si vedono più all'orizzonte. Dybala stesso, si è dovuto accontentare della metà di quello che avrebbe preso dalla Juventus con la prima offerta ricevuta. Kessié si è trovato con le difficoltà del Barcellona a definire i contratti, per via del monte ingaggi imposto dalla Liga. L'attenzione si sta spostando sempre più su astri nascenti, giovani con prospettive di crescita da campioni, meno costosi e più abbordabili con gli agenti, quelli che sanno fare il loro lavoro.

Tornando alla vicenda Rabiot, la questione è che se il ragazzo va a parametro zero, vedremo chi gli darà i soldi che il Manchester gli avrebbe dato ad occhi chiusi, perché di fessi in giro ce ne sono pochi, e chi vuole accasarsi dovrà seguire le regole della casa e non le proprie. Ormai saranno tutti con le orecchie appuntite, e difficilmente imbastiranno contratti con chi non concede spazi di trattativa, che il diritto e la buona usanza commerciale ritengono doverosi.
Nel frattempo, la Juventus si troverà nella necessità di sacrificare due giovani, Rovella e Fagioli, che dovranno andare in prestito presso altre società. E mettetevi nei panni dei due ragazzi, che grazie alle intemperanze di una signora sono costretti a non disputare la Champions, e magari a lottare per non andare in B. Ed anche al mercato della juventus, bloccato per due trattative, Deapy e Paredes, causa mancanza di slot nella rosa e di entrate certe non più a disposizione. C'è da arrabbiarsi molto.
Ma la Juventus mi lascia a volte stupito per la mancanza di lungimiranza. Ci sono giocatori nel nostro campionato veramente validi, come Simeone (il Cholito) o Raspadori, possibile che non vadano bene? Non hanno il pedigree? Oppure un centrocampista forte fisicamente e tecnicamente come Barak e Udogie, che se ne va al Tottenham.
Cambiaso comprato e dirottato a Bologna: perché?
Spero che da qui alla fine del calciomercato si inventino qualcosa, perché iniziare senza Di Maria, Pogba e Chiesa... è da incubo.