Le ultime due stagioni sono state parecchio tribolate per il Genoa: nel 2019/2020 salvezza raggiunta all'ultima giornata con lo 0-0 scritto di Firenze e la contempornea sconfitta dell'Empoli, in un San Siro carico per sostenere l'Inter di Spalletti in corsa per la Champions League. La stagione successiva campionato concluso con il "tranquillo" 3-0 contro il Verona dell'ex Juric e la retrocessione del Lecce. Quest'anno la stagione è meno tribolata, +10 sul Cagliari terz'ultimo a 9 giornate dalla fine e si inizia a guardare al mercato della prossima estate. A gennaio la finestra è stata insolitamente calma, dopo l'arrivo di Marroccu a ricoprire il ruolo di direttore sportivo e la panchina affidata a San Davide Ballardini da Ravenna, che sembra fatto apposta per il rossoblu e sta centrando l'ennesima impresa, la quarta e forse la più difficile delle precedenti.

L'unico movimento degno di nota è stato l'arrivo di Kevin Strootman, l'ex Roma ha dato vitalità a un centrocampo sterile e ha permesso al Grifone di fare il cosiddetto salto di qualità. Le capacità del tecnico ravennate hanno fatto il resto: è riuscito a rilanciare un giocatore fantasma come Zajc, Mattia Destro è tornato il realizzatore da doppia cifra, la difesa, che fino a quel momento faceva acqua da tutte le parti, è stata blindata. Eppure le solite nubi si addensano all'orizzonte: che ne sarà a giugno di una squadra imbottita di prestiti? Perin probabilmente tornerà alla Juventus (in caso di retrocessione del Parma si punterà su Sepe?), lo stesso Strootman considerato l'ingaggio probabilmente non sarà riconfermato, discorso simile per l'inafferrabile Zappacosta, la sorpresa Scamacca, Pjaca...
Dunque si continuerà con la politica dei favori alle grandi squadre, ai soliti procuratori o finalmente si punterà sui giovani e si darà concretezza alla parola progetto?
Ai posteri l'ardua sentenza.