“Il maledetto United”: David Peace intitolava così uno dei suoi libri più seguiti dagli appassionati di calcio. Oggi, è utile riprendere parte del titolo e sostituire United con Barça.
Nel giro di un anno, infatti, il Barcellona si è reso protagoniste di due remuntade osservandole sia dalla parte di chi la compie, sia da quella di chi la subisce.
Correva l’8 marzo 2017 quando i catalani ribaltarono il pesante 4-0 incassato sul campo del Psg negli ottavi di finale di Champions League. Quella giornata fu storica: al Camp Nou finì 6-1 per gli uomini di Luis Enrique. I blaugrana termineranno la loro corsa ai quarti, venendo eliminati dalla Juventus. Una rimonta, quella, che non riuscì.
Stavolta, la Roma capovolge gli indici di probabilità e mostra al Barcellona l’altra faccia della medaglia. La gara d’andata, ben giocata dai giallorossi seppur finita 4-1 (due autoreti), aveva lasciato buoni presagi. Nonostante questo, passare il turno era considerata un’impresa: forza dell’avversario, pressione, paura di non farcela. Tutti elementi che fanno sì che una vittoria sappia di impresa.
All’Olimpico, la gara dei capitolini è perfetta: inizio subito con gol, al 5’ grazie al bomber Dzeko; rete a metà secondo tempo, al 58’ con il rigore di capitan De Rossi; e, infine, il colpo di testa vincente di Manolas, perno della difesa, all’80’. E semifinale fu.
Barcellona poco pericoloso, ma artefice comunque di buone giocate. Azzerata la presenza di Suarez, pressione non sufficiente. Gli spagnoli subiscono la fame della Roma, ma continuano lo stesso a provarci: un gol avrebbe cambiato tutto. Alisson, però, ha abbassato la saracinesca insieme con la sua retroguardia, concedendo davvero il minimo.
Al fischio finale, un urlo di tutta la Capitale divora il Barça di Valverde, deluso quanto i suoi calciatori.
Non nascondono il proprio disappunto anche i media spagnoli: fracaso, debacle, batacazo. Il Mundo Deportivo la chiama “La caìda de Roma” (La caduta di Roma). Al contrario, i quotidiani italiani parlano di un’impresa imperiale, di una Romantada, di un’entrata nel mito, di una condizione di estasi pura.
Ed è un buio totale in casa Barça: sembra così vicina la rimonta al Psg, quel risultato tennistico che emozionò i tifosi di tutta Europa. Eppure, un anno e due giorni dopo, i catalani si fermano. Vicini alla vittoria in campionato, lontani da quella in Champions. L’illusione di un Barcellona che sembrava essersi ritrovato, la realtà di una squadra che non è più la stessa dopo l’addio di Guardiola.
Da una remuntada all’altra, una maledizione: una medaglia che rivela la sua faccia nascosta, quella degli sconfitti. E magari, da adesso lo chiameranno proprio “il maledetto Barça”. Alla David Peace, con testimonianze dall’Olimpico di Roma.
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