Ricordo ancora con passione gli album delle figurine Panini che ostinatamente cercavo di completare da giovanissimo grazie agli scambi di "doppioni" con i compagni di scuola. Erano gli anni di Platini e Maradona. Gli anni dei numeri dieci. I fantasisti erano tutto. Forse per questo mi auguro tanto che la dirigenza della Juve regali questa estate a noi tifosi bianconeri il tanto agognato trequartista. Si fanno nomi altisonanti come quelli di Oscar e De Bruyne. Un brasiliano sarebbe un bel sogno. Ma non mi dispiacerebbe anche un profilo minore, passatemi il termine, come quello di Saponara. Lo preferisco a Berardi, tra gli italiani. Confido comunque per la scelta nell'esperienza della coppia Marotta-Paratici, anche se la ritengo, talvolta, troppo provinciale. Basta che arrivi un vero numero dieci.
In realtà il problema che affronta la Juve in questa estate che segue una stagione quasi trionfale è di altro tipo, a mio parere. Il problema è conseguenza proprio dall'aver portato a termine una stagione pressoché perfetta. Sopratutto arrivare così avanti in Champions League avrà delle ripercussioni sulle aspettative che questo gruppo di giocatori si è fatto. L'effetto immediato si vedrà nei prossimi rinnovi di contratto. Il livello degli stipendi è destinato a crescere notevolmente. Se per alcuni, e penso a Bonucci e Marchisio, sarà sufficiente alzare lo stipendio di base, per altri, come Pogba, probabilmente la cessione sarà inevitabile, se non quest'anno, il prossimo. Quindi rimarrà una rosa di giocatori buona ma non eccelsa con una base di compensi elevata e i migliori andranno sostituiti. Questo non è ovviamente facile. Il rischio è di ripetere la storia del Borussia in Germania. Senza i suoi gioielli e con sostituti non all'altezza, il livello complessivo della squadra è notevolmente diminuito.
Di fronte a questo scenario vedo due possibili risposte, che però non mi sembrano le vie che vuole percorrere la nostra premiata dirigenza. Da un lato essere ambiziosi e cercare di seguire l'esempio del Barcellona, ovvero andare a comprare i giovani giocatori più promettenti nell'ambito dello scenario mondiale, anche se questo comporta un notevole investimento iniziale di soldi e fiducia. Penso a nomi come Gerson e Kenedy, solo per averli letti sulle pagine di questo e altri siti, ma le scelte dovrebbero farle gli esperti. Dall'altro lato penso che si debba ridurre il numero di giocatori in rosa. Ha senso tenere giocatori come Marrone che non giocano un minuto in tutto il campionato? Questo permetterebbe di ridurre parzialmente i costi e puntare davvero sui giovani con potenziale ampio di rivalutazione. Costituirebbe anche un salto di qualità in attesa che il fatturato della società sia più simile al livello degli altri top club europei.
Ma forse queste sono solo le idee nostalgiche di uno che ha ancora in mente gli album della Panini degli anni 80, fatti da squadre di soli sedici giocatori. Ma che giocatori.
23 Novembre 1980
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