Finisce l'ennesimo anno solare e dalle parti di Appiano gentile hanno scoperto di avere un allenatore interista. Interista come lo era stato Mancini e come, dopo di lui, Jose Mourinho.
D'altronde Antonio Conte l'aveva preannunciato in tempi non sospetti dichiarando, mentre ancora allenava la Juve, che in futuro sarebbe stato il primo tifoso della squadra che in futuro avrebbe allenato, foss'anche "l'odiata" Inter per la quale aveva speso scene di smodato giubilo nel pomeriggio del 5 maggio 2002.
La stessa Curva Nord, culla del tifo più duro e puro di San Siro, dopo pochi mesi di guida Conte si è fatta conquistare ed osanna il nuovo condottiero con cori personalizzati come successo a soli pochi predecessori.
E' la forza della professionalità che nessuno può permettersi di contestare al nuovo allenatore interista.
Con queste premesse a tutti i tifosi interisti di lungo corso non può non emergere un parallelo con un altro grande allenatore della storia nerazzurra: Giovanni Trapattoni. Comune è la provenienza juventina. Uguale è la passione e passionalità che viene espressa nel corso dei novanta minuti. Similare l'esultanza sincera ad ogni gol e successo dei colori nerazzurri.
Si possono fare paralleli anche sulla costruzione di quella e questa squadra. Lì Matthaus, qui Lukaku. Lì Matteoli da Cagliari, qui Barella. Lì Bianchi dal Cesena, qui Sensi da Sassuolo. E Diaz preso solo perchè Madjer è stato scartato per problemi fisici, così come Lautaro Martinez assurto al ruolo di titolare perchè Dzeko è stato costretto a preferire Roma per il mancato accordo tra le società.
E una squadra che per una stagione riesce a perdere la proverbiale pazzia, troppo spesso facile scusa per rendimenti altalenanti di giocatori troppo spesso mediocri, facendo della regolarità la propria forza.
Basterà per battere la squadra dove gioca il migliore calciatore del mondo? Quella squadra ha battuto il Napoli di Maradona; riuscirà l'Inter 2019/20 a battere la Juve di Ronaldo? I tifosi possono fare gli scongiuri, ma possono e devono sognare perchè il calcio è bello proprio perchè è sogno.
E allora si godano i tifosi un Natale da primatisti come da tempo non succedeva, sperandi di trovare nella calza della befana i regali che possano dare nuova linfa ai progetti della dirigenza.
E allora Buone Feste a un Conte un po' più interista e a un'Inter un po' più "contiana".
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