L’umanità ha sempre speso soldi, investito tempo, energie, manodopera, creato grandi opere e idolatrato gli eroi degli sport.
Ai Giochi Olimpici dell’Antica Grecia, furono dedicate opere e poemi imponenti. I gladiatori dell'Impero Romano, schiavi ed eroi, erano gli idoli delle folle. Migliaia erano le persone che si recavano al Colosseo, o in stadi improvvisati, a tifare il proprio guerriero, o a gridare e sbeffeggiare il suo avversario.
Quelli che erano Denari e Dracme oggi sono Euro, Dollari e Yuan. Cambia il nome, cambia l’epoca, ma il principio non cambia.
L’uomo ha bisogno di gladiatori, e i gladiatori costano.
Quindi carissimi, non meravigliamoci se oggi, centinaia di milioni di Euro volano via per giocatori di calcio, a loro volta stipendiati con grassissime somme di denaro. Non meravigliamoci se ciò avviene su uno sfondo di desolazione e guerra dell’occidente.
Non stupiamoci, perché noi, una parte dei pochi “spicci” che guadagniamo, la spendiamo volentieri per vedere, ammirare e supportare i nostri gladiatori.
Ma allora cos’è che ci infastidisce? Cos’è che ci dà questa sensazione, questo “retrogusto” di ingiustizia che sentiamo nel palato, in molte situazioni legate al calcio?
Se non è colpa dei soldi investiti in questo sport, dei nostri soldi, cosa ci disturba?
Amici miei, io un’idea me la sono fatta. L’uomo paga per vedere questi guerrieri lottare. Ma il guerriero, mercenario o meno, deve essere pronto a sacrificarsi, fino all’ultima goccia di sudore, per il fine.
E se è vero che il raggiungimento del fine, per il mercenario, possa avere un prezzo anche alto, è altresì vero che il mezzo per raggiungere questo fine debba essere la vita.
Avete capito bene, il calciatore, il gladiatore deve dare la vita per raggiungere lo scopo. Ogni singolo respiro, ogni allenamento, ogni sforzo, deve riflettere l’atto eroico e la missione dell’atleta.
Quando questo processo viene a mancare, rimangono 11 uomini, in pantaloncini corti e t-shirt, che corrono inseguendo un pallone.
Perché nel calcio ai tempi del business, le società devono per forza assecondare le logiche aziendali, ma non possono fare a meno degli eroi.
E se il campo non ci restituisce quello che abbiamo dato noi, per vedere questi 11 eroi, nessuno ce lo restituirà.
Le società si adattano al business, lo devono fare tra norme europee di Fair Play Finanziario, leggi di mercato etc. etc., ma i gladiatori, i calciatori, sono gli stessi che entravano nel Colosseo, con la spada, lo scudo e l’elmetto.
Uomini come Javier Zanetti, Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Paolo Maldini, sono stati e sono gladiatori.
Che i nostri eroi ora e sempre onorino la causa, o avranno i loro soldi, ma non l’onore.
23 Novembre 1980
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