Quella tra Icardi e Lautaro Martinez è una storia all’insegna dell’amicizia. Un po’ come è capitato a tutti noi nella fase pre-adolescienziale della propria vita; trovi un amico e subito lo battezzi con l’espressione “migliore amico”, tipica della voglia di stare sempre con lui perché negli occhi di quella persona trovi quella verità e quell’aiuto reciproco che da altre parti tende ad essere soffocato.
Ecco, il tandem argentino dell’Inter di Spalletti rappresenta in parte tutto questo; da un lato, l’empatia di due ragazzi che amano incantare con la palla, dall’altro la mancata possibilità di esprimersi insieme. Sì, perché dall’inizio della stagione i due astri nerazzurri non hanno mai percorso gli scalini del tunnel di San Siro entrambi da titolari. Molti si chiedono il perché di tale scelta, ma Luciano Spalletti ha sempre preferito schierare Nainggolan in posizione di trequartista anziché Lautaro. Scelta azzeccata al momento, anche se non condivisa da tutti.
PROBLEMA DI MODULO?
Il nocciolo della questione potrebbe essere proprio quello: il 4-2-3-1. Un modulo portato a Milano da Roberto Mancini che, abbandonando definitivamente la ridicola difesa a 3 di Mazzarri, portò in Corso Vittorio Emanuele calciatori in grado di giocare con un modulo diverso da quello precedente. E da quel periodo l’Inter ha iniziato a “volare sulle ali”. Per quanto questo assetto tattico sia vitale per i nerazzurri, al momento l’unico che rimane fuori è proprio il numero 10, Lautaro Martinez. Perché in quel luogo delicato, come lo definisce Spalletti, serve la grinta di Nainggolan, capace di assistere Icardi sia in fase offensiva che difensiva.
LAUTARO ICARDI, PERFETTI NEL 4-4-2.
L’unico modulo possibile per sentire Mirko Mengozzi, lo speaker nerazzurro, pronunciare i nomi di Icardi e Lautaro nella stessa formazione, è il 4-4-2. L’assetto del Cholo Simeone, che tanto voleva vedere Martinez con la maglia dei Colchoneros. Sì, perché il 10 dell’Inter può essere paragonato per certe caratteristiche ad Antoine Griezmann, calciatore in grado di gestire la palla e sfondare la rete nel momento giusto. E se il francese dai piedi d’oro può giocare al fianco di una prima punta come Diego Costa, allora la coesione fra Icardi e Martinez è veramente possibile. Chissà che Spalletti non ci stia pensando.
Il tempo darà le giuste risposte, ma per completare il cerchio dell’eterna amicizia, adesso deve inserirsi il rettangolo verde.
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