La storia del calcio insegna una cosa: nessuno può inventare il calcio. Ci sono stati sicuramente dei grandissimi innovatori, in termini di modulo, di atteggiamento, di preparazione fisica, di pscicologia motivazionale, di comunicazione.
Ma nessuno è stato infallibile: Sacchi ha sostanzialmente deluso ovunque dopo aver cambiato il calcio contemporaneo col Milan degli olandesi; Guardiola non ha ripetuto le gesta del suo Barça né al Bayern né al Manchester City, dove ha ottenuto risultati non certo migliori di quelli dei predecessori e ha largamente rivisto il suo tiki taka; perfino Rinus Michels, l'inventore del calcio totale, eletto nel 1999 allenatore del secolo dall'UEFA, ha intervallato grandi successi con esperienze tutto sommato meno entusiasmanti.
L'elenco potrebbe continuare, in Italia abbiamo visto trionfare e zoppicare finanche innovatori meno radicali, come Mourinho, Lippi, Herrera, Capello, Ancelotti, Trapattoni, Nereo Rocco, Liedholm, Eriksson a seconda del tifo calcistico. Vi sono poi infatuazioni prive di riscontro, di allenatori che ne hanno combinate di cotte e di crude e che per una strana manovra del destino sono invece altamente considerati in termini di "innovazione": Zeman su tutti, ma prima di lui Orrico e Maifredi. Che Dio ce ne scampi e liberi. Chissà quale sorte riserverà il futuro al nuovo profeta del calcio spettacolo, uno di quelli venuti dalla provincia e da un altro mestiere: Maurizio Sarri. Con Zeman in comune le sigarette e l'enfasi sulla preparazione atletica; con Orrico la toscanità; con Maifredi la tendenza a utilizzare ossessivamente i suoi giocatori portandoseli con lui in giro qua e là, in una simbolica staffetta tra Luppi e Hysaj, tra De Marchi e Mario Rui. Con tutti, allo stato attuale, in comune l'assenza di coppe e trofei, e una certa avversione al potere (degli altri).
Dopo una breve luna di miele, infatti, l'orchestra dei Blues, con Jorginho a dare il là, sembra essersi incantata come un vecchio vinile intorno ad un normalissimo quarto o quinto posto.
A gennaio arriverà probabilmente Higuain, che con Sarri ci era parso Batistuta e forse le cose cambieranno radicalmente. Al momento, come titola il Sun e nonostante gli apologetici articoli dei corrsipondenti italiani, il Sarri-ball ha già smarrito il suo X-factor: d'altronde avere il settanta per cento di possesso palla e fare zero a zero può far strizzare l'occhio a Pulcinella, non alla Perfida Albione.
E a poco valgono le plateali proteste a mani allargate o le lamentele sullo stato del campo di gioco: sino ad ora il tratto più saliente della stagione di Sarri è essere riuscito a compattare tutta la stampa inglese in difesa del Mourinho vilipeso in occasione di un gol. Un primato non da poco, in una stagione fallimentare per lo Special One.
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