Inutile negarlo: la sconfitta nell’ultimo derby ha il sapore aspro del fiele e si porta dietro interrogativi e cupe prospettive. Non è stata una stracittadina come le altre perché tutti noi tifosi avevamo coltivato, senza concrete motivazioni aggiungo, la dolce speranza di aver operato l’agognato sorpasso verso i cugini. Un sorpasso non solo in termini di classifica, ma tecnico, atletico, societario e di testa.
Abbiamo guardato l’Inter, con malcelata ironia, dei mille presunti clan, dello Spalletti che aveva perso del tutto il polso dello spogliatoio, del simbolo Icardi che avrebbe imposto ai nerazzurri mesi di sofferenze e stravolgimento dei piani.
E invece a sfiorare i cazzottoni sono Biglia e Kessié (episodio che ci dice che nello spogliatoio Milan le cose non sono come ci vengono dipinte), il vecchio marpione toscano ridicolizza Gattuso semplicemente piazzando un giocatore di medio livello come Vecino tra le linee a creare sconquassi a catena, i granatieri interisti siano essi slavi, italiani o sudamericani hanno battezzato i pulcini bagnati rossoneri con una scioltezza imbarazzante, facendoli tornare al loro posto: una squadra piena di buchi, senza leader, che sviluppa sempre lo stesso non gioco mediocre perché non ha gli interpreti per fare il salto in avanti, con un tecnico che non prova neanche se insultato a sangue sui social (sbagliato in ogni caso se si va oltre l’educazione) a cambiare modulo o interpreti.
La Cenerentola che alle 23.00 viaggiava sulla splendida carrozza (presa in prestito con diritto di riscatto), ha visto allo scoccare della mezzanotte i suoi vestiti scintillanti tornare degli stracci e si è ritrovata a piedi su una zucca.
Ed ora viene il difficile: i due terzini rimangono un giovanotto ridicolizzato da Perisic, e uno svizzero monomarcia (la retro). Il centrocampo ha un ferro da stiro ingestibile anche caratterialmente (Kessié), le ali in appoggio a Piatek (sempre più solo), sono in realtà due giocolieri inefficaci sia in fase di realizzazione, sia in quella di assistmen.
E il morale stavolta è sotto i tacchi come mai lo era stato prima!
Cenerentola dovrà fare miracoli per sposare al massimo il ciambellano (quarto posto), mentre il terzo (supremazia cittadina inclusa) è il principe azzurro che vira con decisione sulla sorellastra Genoveffa! Il mondo si è capovolto, forse solo per chi nutriva speranze di maturità che francamente non avevano alcuna ragione concreta di essere alimentate.
Speravamo non in questo modo mortificante, ma chi aveva attentamente osservato le vittorie di fondoschiena dell’ultimo Milan non aveva ragione di farsi troppe illusioni.
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