Non è stata una settimana particolarmente felice per chi, come me, tifa il Milan. I due pareggi, con il medesimo risultato, 2 a 2, contro le due squadre giallorosse del nostro campionato di Serie A, Roma e Lecce hanno probabilmente già decretato che il Milan a fine stagione dovrà scucirsi dalla maglia lo splendido triangolino tricolore, ritornato in bella mostra dopo troppi anni si anonimato.

Non è ancora finito il girone d'andata e purtroppo, ad un Napoli spumeggiante, bello e concreto, la squadra allenata da Mister Pioli non riesce a rispondere con prestazioni almeno similari a quelle della scorsa stagione. Chi si aspettava una reazione convincente dopo la disastrosa prestazione di Coppa Italia, non è solo rimasto deluso, ma si trova obbligato a guardare alla pura realtà, scegliendo due possibilità: fare quadrato e stringersi intorno alla squadra che tanto ama, oppure dare sfogo alla contestazione, tanto comprensibile quanto realisticamente inutile, alla ricerca dei colpevoli e dei motivi per cui il Milan è così in difficoltà.

Chiarisco subito che la mia scelta è quella di stare al fianco della squadra e dei dirigenti, non certo di una proprietà assente e impalpabile, ma non essendo questo il momento adatto per indicarne le colpe e chiedere risposte, mi concentro solo a tifare, sperando nella vittoria della Super Coppa Italiana, alla quale do la giusta rilevanza e l'eventuale vittoria della rivale cittadina, lo anticipo già oggi, a scanso di equivoci, sarebbe difficile da digerire. Al fianco della squadra dunque, ma con quella consapevolezza che neppure  la fede più ceca può trarre in inganno.

In molti si sono lasciati abbagliare dallo scudetto pensando che ci si potesse ripetere senza rinforzare la squadra, che Mister Pioli avesse "soluzioni magiche" e che i giocatori potessero rendere più di quello che realmente sono, dovendo viceversa confrontarsi con la cruda realtà. Eravamo disperati un anno fa quando Kjaer si infortunava, implorando un rinforzo in difesa, che poi non è arrivato, non solo, la difesa si era talmente compattata da essere imperforabile e trascinando la squadra ad una magnifica vittoria.
Oggi quella difesa è svanita, Maignan è in infermeria da cinque mesi, Kalulu ha un "calo fisiologico" fin troppo comprensibile in un giocatore giovanissimo che trova titolarità e ricchezza in un top club mondiale. Cosa che Maldini sapeva benissimo al punto di voler comprare Botman e obbligare la Società ad un investimento che sembrava inutile. Tomori, soffre fin troppo questa situazione ed è il meno colpevole del reparto e Theo è rimasto al Mondiale, stanco dai troppi impegni o forse da ritrovare la famiglia.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che la squadra ha un Kessie in meno e un Ibra oramai ai margini, e che l'unico attaccante di ruolo, Giroud, è stanchissimo, fare un punto a Lecce recuperando due gol ed un inizio gara scioccante, appare già sufficiente per aggrapparsi alla speranza di non mancare quel piazzamento alla Champions fondamentale per avere quelle risorse economiche indispensabili per potersi rafforzare a giugno. I nodi vengono al pettine, ma con lo scudetto in bella mostra e una cessione Societaria, sospetta e con tempistiche totalmente sbagliate, chi aveva voglia di creare polemiche?

Il pareggio di ieri sancisce, matematicamente, che il Milan non potrà raggiungere i 42 punti conquistati lo scorso anno. Anche vincendo a Roma, contro la Lazio, cosa a cui oggi non pensiamo minimamente, arriverebbe a quota 41, consolidando quel secondo posto che è ugualmente bellissimo e allontanando molti di quei brutti pensieri che innegabilmente stanno amareggiando moltissimi tifosi. Tutte le nostre attenzioni, le nostre energie, le preghiere e le passioni, sono dunque rivolte al derby di mercoledì. Obiettivo fondamentale di questo anno per continuare ad alzare trofei. Tutti uniti e fiduciosi poichè vincere darebbe un significato totalmente diverso alla stagione.                       

Il riferimento alla tifoseria inglese non è casuale. Per chi segue il calcio internazionale e specialmente quello d'oltre manica, troppo spesso segnalato solo per le immense risorse economiche a disposizione, non sarà sfuggito come club ricchissimi e blasonati, allenati dai migliori tecnici internazionali, arranchino a centro classifica nonostante investimenti improponibili per il nostro campionato, spesso con top giocatori tenuti in panchina. Il calcio moderno si basa su tanta velocità, motivazioni e quella tradizionale e inossidata capacità di sapersi difendere, tutto il resto sono semplici parole al vento.
Nel "disastro" di Lecce, il Milan non ha rinunciato a correre, a fare il possibile per recuperare la partita, a lottare su ogni pallone. In passato era bastato Boateng per vincere una partita apparentemente persa, ma oggi sono ben altri i giocatori a disposizione del tecnico.
Non fa niente, NOI li sosteniamo ugualmente, ci accontentiamo del loro impegno, ma al momento opportuno ci sarà da chiedere spiegazioni a chi vuole approfittarsi della nostra passione.
FORZA MILAN.