Che il mondo della comunicazione sia impazzito c'è ne accorgiamo da fattori molto più importanti del calcio. Ma ora, più che altro con i social network alcune tendenze e rumors vanno ad ampliarsi in maniera esagerata. L'ultimo esempio e quello di Matthijs de Ligt, sempre sotto accusa da moltissimi sostenitori, soprattutto dopo i rigori che ha provocato con Inter e Lecce e lo svarione difensivo che fatto sul gol del momentaneo vantaggio della Lokomotiv Mosca in Champions League.

IL DOVERE DEL PREDESTINATO
Nel calciomercato appena concluso la Juventus ha acquistato Matthijs de Ligt dall’Ajax per la cifra di 75 milioni di euro. Dopo gli ultimi anni in cui la Juventus ha passato a fare acquisti con cifre alte ma a breve termine, con giocatori già affermati pronti per vincere nell'immediato, spendere quella cifra per un 19enne ha certificato un cambiamento culturale importante. La Juve è sempre stata molto più attratta dai “pronto-cuoci”, ma l’occasione era davvero ghiotta. Con la sua ex squadra si è spinto da protagonista fino alla semifinale di Champions League e ciò faceva pensare a un profilo immediatamente pronto per spostare gli equilibri, la verità ha un’altra faccia. Ed è quella, inevitabile, dei vent’anni.

LA VALUTAZIONE DEL CARTELLINO E CIÒ CHE NE COMPORTA
Uno dei grandi dibattiti del calcio odierno sono senza dubbio le valutazioni dei calciatori che sono estremamente soggettive, ma sono diventate comunque un parametro comunemente accettato. Se un calciatore arriva ad avere una valutazione di X milioni di euro, potrebbe non esserci una vera motivazione ma può essere anche solamente una scelta del suo presidente, ma ovviamente è anche impossibile dire il contrario. Tra l’altro è proprio una delle ragioni per cui quasi nessun processo sulle cosiddette “plusvalenze gonfiate” è mai arrivato a condanna. L'acquisto di Matthijs de Ligt è diventato un esempio di quanto per i grandi organi di comunicazione e più facile strizzare sempre più l’occhio al puro e semplice click, che esternare notizie sensate e vere. Così come quando Lukaku sbaglia una partita e improvvisamente diventa un brocco pagato 78 milioni + bonus compresi, fino a quando tornerà al gol ridiventando l’uomo del destino, il campione del delirio collettivo. Nessuno si ricorda che entrambi arrivano da un paese diverso un campionato con altri ritmi, altri metri arbitrali, altre metodiche di allenamento. Quindi giudicare ora, solo dopo due mesi e mezzo un nuovo acquisto per via dei soldi spesi per il cartellino è sbagliato a prescindere anche di fronte a un giocatore “ diciamo pronto” e nel pieno della maturità, come il 26enne Romelu Lukaku. Vi immaginate quanto possa essere sciocco farlo con un ventenne? Eppure è quello che sta succedendo.

IL CRAC DI CHIELLINI
Inizialmente l'idea della Juventus e di Maurizio Sarri era quella che De Ligt doveva sottoporsi ad un periodo di apprendistato, con Chiellini e Bonucci a fargli da professori. Maturare accanto a due top difensori era lo scenario perfetto per il giovane centrale olandese. Sfortunatamente per lui e per la Juventus il crociato di Giorgio Chiellini ha fatto crac, e come già detto molte volte, ciò ha imposto una grande accelerazione nell'ambientamento del giovane olandese, subito titolare a fianco di Bonucci.
Il numero 19 Juventino è ancora un top difensore, ma vedendo la sua carriera non dimentichiamo che è stato proprio lui, che ha usufruito per primo dell’aiuto di due colonne come Barzagli e Chiellini, per diventare il Bonucci di successo che conosciamo. Bonucci è diventato un difensore fantastico e in più una specie di regista arretrato, anche perché aveva le spalle ben coperte. Ora dovrebbe essere Leo a mettere sulla strada giusta De Ligt e permettergli di ambientarsi nel mondo Juventus, ma Bonucci come detto in precedenza è un top centrale difensivo e obbiettivamente è meno bravo di Chiellini ha mettere pezze agli sbagli altrui.

IL CALCIO ITALIANO E SARRI
Un aspetto in cui De Ligt deve migliorare moltissimo è forse l’aspetto che ha sorpreso di più il palcoscenico calcistico italiano, cioè l'adattamento al nostro campionato, poiché la parte difensiva in Serie A è molto differente da quella che aveva vissuto il ragazzo in Olanda fino a poco tempo fa. Da noi si cura molto la difesa sull'uomo, che non vuol dire “o prendi palla o gamba”, ma intendo che la soglia di attenzione in campo deve essere sempre molto elevata. Nelle sue prime uscite in bianconero De Ligt è invece parso un po’ “De Light”, troppo leggerino e poco deciso. Per finire precisiamo che per De Ligt l'adattamento sarà doppio. Sì perché Matthijs de Ligt si sta adattando al calcio italiano e alla Juventus, che a sua volta si sta adattando al calcio di Sarri.