Tra campo, mercato e questioni societarie: comincia ufficialmente la nuova stagione del Milan.
I rossoneri - come le altre big della Serie A - si ritrovano oggi per la prima volta a Milanello, per il giorno uno del raduno estivo (alle 17.30 in campo). In attesa della decisione del TAS sulla squalifica dalle coppe europee e degli sviluppi relativi al futuro della società, a parlare in conferenza stampa saranno Rino Gattuso e il ds Massimiliano Mirabelli. Proprio l'allenatore calabrese ha anticipato ai microfoni di MilanTV i temi più importanti: "È la maglia quello che conta - ha detto analizzando il momento del club - Dobbiamo ripartire dalla maglia del Milan, che va rispettata e onorata sempre. Sono sicuro che presto arriveranno tempi migliori. Nonostante tutto, la società non ci ha mai fatto mancare nulla". Ora si ricomincia a lavorare: "Non ho riposato più di tanto, io e il mio staff abbiamo lavorato molto. Speriamo di non perdere nessuno per strada e di allenarci bene. Sono curioso di rivedere tutti i miei ragazzi. Spero di rivedere i miglioramenti degli ultimi mesi. Chi è cresciuto tanto come Kessie, Calhanoglu e Suso spero possa continuare su questa strada".

Come arriva la squadra alla nuova stagione?
"Bisogna guardare al futuro, abbiamo cambiato poco, sono sicuro che qualcuno arriverà. Dobbiamo ripartire con entusiasmo, gli alibi si mettono da parte. Siamo qui per sudare e lavorare. Le problematiche ci sono e ci sono state, abbiamo il dovere di preparare la stagione al meglio. Il mio carattere? Sono così, è una caratteristica che non posso cambiare, mi piace spronare i ragazzi. Fa parte di me".

Come hai vissuto gli ultimi 50 giorni?
"Dico sempre la verità: sono stati 50 giorni non facili per me, per come vivo tutte le situazioni. Posso garantire che ho passato di peggio in società diverse, sono abituato. Sono convinto che si può solo migliorare, ho sentito tante voci in questi 50 giorni, che i giocatori vogliono andare via. Ad oggi nessun giocatore è venuto da me. Forse qualche procuratore ma io non parlo coi procuratori. Ripartiamo da una base importante, vedremo se questa squadra verrà rafforzata o no. Ma con i giocatori che rimangono partiamo da una buona base". Sul suo ruolo di certezza: "Sento pressione ma non mi fa paura. Da solo posso far ben poco, questa è una società storica. La società che ci rappresenta oggi ha avuto difficoltà ma non ci ha mai fatto mancare nulla a livello economico. La squadra e le persone sono sempre state bene. Il presidente non sta tutti i giorni a stretto contatto e diventa tutto più difficile. Dobbiamo onorare questa società e fare di tutto per farla funzionare al meglio. La pressione la sento ma mi piace, mi sento il primo tifoso, l'allenatore, mi sento tutto. È un onore per me allenare una società così. Non mi fa paura, ce la metterò tutta per fare del mio meglio".

Cosa pensi della squadra e dei possibili rinforzi?
"La base è importante, per rinforzare la squadra Mirabelli e Fassone sanno la tipologia di giocatori che mi piacciono. Spero che arrivi qualcuno perché penso ce ne sia bisogno. Posso anche stare così, ma sono consapevole che le altre squadre, che erano già forti, si sono rinforzate. Il settore da rinforzare di più? Ho sempre detto che ci vuole un'alternativa all'attaccante esterno, una mezz'ala con le stesse caratteristiche di Kessie. Abbiamo Bacca, Kalinic, André Silva e Cutrone, quattro attaccanti. Se non si muove nessun attaccante l'attaccante non si fa e si va alla ricerca degli altri ruoli".

Psicologicamente come si affronta questo momento?
"La paura più grande in questi 50 giorni, non vedendo i giocatori, è stata non poterli pizzicare sull'orgoglio. L'obiettivo è prepararci con la testa, che l'Europa si giocherà. Poi se non la faremo pazienza, andremo alla ricerca di altri stimoli. Ma con la testa oggi dobbiamo pensare che giocheremo l'Europa League. Da maggio sono sempre stato a parlare con Fassone e Mirabelli, poi sono andato in vacanza e ho parlato qualche volta con loro. Non abbiamo discusso di obiettivi perché ci sono problematiche più importanti al momento".

Chi sarà titolare tra Donnarumma e Reina?
"Chi sta meglio gioca. Sono sicuro sia meglio avere due grandi portieri che non averli. Starà a me la difficoltà scegliere, ma va bene così. Gli attaccanti? È il campo che parlerà. Io spero che Bacca arrivi con la voglia di sudare e non con la voglia di andar via per forza. Se rimane qua deve rimanere come dico io e non come dice lui. Su Cutrone so quello che mi può dare. André Silva lo voglio molto più sveglio, si deve dare una svegliata. Ha le caratteristiche ideali ed è un buon giocatore, quello che ha fatto quest'anno non basta. Non si sa chi partirà titolare. Nella mia testa so quello che mi possono dare i quattro attaccanti che abbiamo a disposizione. I movimenti che fa Kalinic, per pulizia ed attacco di profondità, li fa solo lui. Gli altri hanno caratteristiche diverse". Su Halilovic: "Quante mezze punte state vedendo che giocano mezz'ala in questo mondiale? Lo vedo mezz'ala, con caratteristiche totalmente diverse a Kessie".

Cosa ne pensi del passaggio di Buffon al Psg?
"Non avrei pensato che a questa età sarebbe andato in una squadra come il Paris Saint-Germain. Mi ha sorpreso. Nel 2010 aveva la schiena a pezzi, invece siamo qua ancora a parlare di Gigi, a quarant'anni, che gioca in una delle più grandi squadre d'Europa".

Quali giocatori sono stati visionati al Mondiale?
"Non c'era bisogno di andare al Mondiale per vedere i giocatori. Era giusto che andassimo. Non dobbiamo prendere tanto per prendere, dobbiamo prendere giocatori funzionali che possano garantire un miglioramento. Chi arriva deve avere caratteristiche ben precise, non solo tecnico/tattiche, ma anche umane. Tanti trascurano l'aspetto caratteriale, come vive il giocatore, che carattere ha. A questo do una grande importanza, devo lavorarci e guardarlo negli occhi. Non voglio perdere tempo fuori dal campo tutti i giorni. Quando si parla di giocatori, a questo aspetto do una grande importanza".

Ci sarà qualche cambio tattico rispetto alla scorsa stagione?
"Ripartiremo da dove abbiamo finito, dobbiamo cominciare anche su qualche concetto nuovo, difesa a tre a partita in corso. Rimarrà sicuramente il centrocampo a tre, per il resto stiamo pensando a qualche modifica".

Cosa ne pensi del caso che si è creato intorno a Kalinic al Mondiale?
"Ha sbagliato solo un aspetto. Lui ha sempre sofferto a livello di pubalgia, gli dava fastidio. Quando è andato via di qua, non è stato onesto col suo allenatore. Quando becchi un allenatore sanguigno che pensa che devi andare sempre a 1000 all'ora è venuta fuori questa problematica. Ho parlato con lui. Non è facile allenarlo, ma è molto sensibile, non porta rancore. Quando chi lo circonda gli parla sempre in faccia si sa comportare. L'errore più grande che ha fatto è non essere stato onesto col suo allenatore".