Vulcanici e schietti. Veraci e passionali. Gattuso e Napoli, due anime simili legate dallo stesso, totalizzante amore per il calcio. Le loro strade si incrociano quasi per caso (Rino subentra all’esonerato Ancelotti) e all’inizio ci vanno con i piedi di piombo (un contratto semestrale e poi si vedrà). Ma, dopo la conquista della Coppa Italia e l’impresa sfiorata contro il Barça, è chiaro che il matrimonio s’ha da fare. Dalla luna di miele alla crisi, però, il passo è stato breve. Dopo neanche due stagioni, infatti, il rapporto tra Rino e Napoli rischia di naufragare.
Cronaca della fine. L’idillio della finale di Coppa Italia vinta contro la Juventus (primo trofeo da allenatore per Rino) sembra ormai un lontano ricordo. Eppure l’avvio in campionato, con 4 vittorie di fila, lasciava ben sperare. Dopo lo stop con il Sassuolo, invece, un’altalena impazzita di buone prestazioni (Roma e Crotone) e brutti ko (Lazio e Spezia) fino alle due sconfitte che hanno definitivamente incrinato il rapporto tra Rino e la piazza: quella subita per mano della Juventus nella Supercoppa Italiana e il 3-1 incassato contro il Verona. Un inizio anno di fuoco per la coppia Napoli-Gattuso, culminato nello sfogo del tecnico ai microfoni di sky nel postpartita di Napoli-Parma. I bersagli: ADL, accusato di aver intavolato trattative con altri allenatori, e l’ambiente, troppo duro nei suoi confronti “neanche fossimo ultimi in classifica”.
I numeri non mentono. Le prestazioni del Napoli non sono da zona retrocessione (ci mancherebbe!), ma non sono neanche all’altezza delle aspettative. E di certo non all’altezza della rosa: la terza per valore della Serie A, dopo Juve e Inter. Perché è vero che oggi il Napoli ha 8 punti in più dell’anno scorso (che con una vittoria contro la Juve il prossimo 7 aprile potrebbero salire a 11), ma questo Napoli aveva l’ambizione di lottare per lo scudetto, non certo quella di ripetere il settimo posto dello scorso anno. Invece a metà marzo la squadra di Gattuso è già fuori dall’Europa (eliminata dal Granada), fuori dalla Coppa Italia (strapazzata dall’Atalanta) e oggi sesta in campionato. E se nelle ultime tre gare la squadra azzurra sembra aver ritrovato un buon ritmo (con tre risultati utili consecutivi), a preoccupare, oltre al calendario (le prossime tre sono contro Milan, Juve, Roma), sono le inspiegabili amnesie e il gioco mai decollato.
Il divorzio appare quindi l’unico finale possibile. Ma un epilogo traumatico nuocerebbe ad entrambi: Il Napoli ha l’obbligo di staccare il pass per l’Europa (preferibilmente per la Champions) e Rino ha bisogno di un piazzamento di prestigio per ambire ad una squadra di livello nella prossima stagione. Poi le loro strade potranno dividersi.
Chiara Saccone
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