Raramente, in tanti anni, mi è capitato di avvertire una dicotomia così tranciante tra la mia considerazione e quella di un allenatore a proposito di un giocatore. Si può essere in disaccordo se un elemento sia più o meno bravo, ma trovarsi su posizioni diametralmente opposte è imbarazzante, perché viene da chiedersi: allora non ho capito niente di calcio in 50 anni, se il professionista è lui?

Bakayoko è stato voluto al Napoli da Gattuso, che lo ha schierato costantemente nel girone di andata con mediocri risultati; nel girone di ritorno gli è stato preferito Demme, un cambio che, insieme ad altri accorgimenti, ha dato esiti largamente positivi, consentendo al Napoli di risalire posizioni su posizioni in classifica. E cosa fa l’allenatore nelle due gare conclusive del campionato, vitali per l’accesso alla Champions? Lo reinserisce. Nell’ultima partita, quella decisiva, contro il Verona, addirittura lo tiene in campo tutti i 94 minuti. Lo vedo io, lo vedono tutti, nel suo lento trotterellare per la zona centrale del campo, non la becca quasi mai, sempre in ritardo, pachidermico nei movimenti e nelle scelte, porta palla e spesso la perde, sbaglia appoggi semplici. E lui non lo vede. Come è possibile? Con questo non voglio buttare solo sull’Afro-francese la croce per la debacle contro il Verona.

Hysaj. Un onesto terzino destro e nulla più, con tanti limiti tecnici e uno di tipo atletico: la lentezza. Un limite non trascurabile per uno che deve correre dietro alle ali. Spesso in difficoltà contro avversari rapidi, mediocre nella spinta offensiva e soprattutto nel cross, era arrivato a giocare perfino su buoni livelli con Sarri in panchina, quando la squadra si muoveva a memoria, le distanze tra i reparti erano attentamente osservate e perciò i limiti dei singoli erano minimizzati. Ma mentre sul lato destro e nelle condizioni opportune l’Albanese può dare il suo umile contributo alla causa, a sinistra è assolutamente inguardabile. Oltre a non poter neanche provare a crossare col piede ignorante, manifesta evidenti difficoltà nel leggere le situazioni difensive. E l'allenatore non lo vede. Come è possibile? Il Napoli ha subito entrambe le reti dei due pareggi casalinghi, da Cagliari e Verona, che sono costati la qualificazione alla Champions, su un lancio da metà campo sul versante presidiato da Hysaj, che si è lasciato scappare l’avversario alle spalle. Il Napoli non ha un terzino sinistro di valore da due anni e mezzo, ossia dall’infortunio di Ghoulam. Ora, sappiamo che Mario Rui non è un fuoriclasse, ma perlomeno è un terzino sinistro; nell’ultima Champions disputata dal Napoli ha neutralizzato due volte Salah. Ma il Portoghese sta antipatico a Ringhio per cui, signore e signori, voilà: Hysaj a sinistra.

Ma non è soltanto nella scelta degli uomini che Gattuso domenica ha dato il peggio di sé. La squadra è scesa in campo per attendere l’avversario, invece di attaccarlo. Timida, compassata, priva di idee, impaurita manco avesse avuto di fronte il Manchester City. Un tifoso della Juventus, le cui sorti dipendevano come sappiamo dal Napoli, avrebbe potuto seguire senza trepidazione la partita della squadra concorrente per il quarto posto, tanto le azioni erano prive dei crismi della pericolosità; il gol non sarebbe mai arrivato. Eppure è arrivato, su mischia, un po’ casuale, grazie a Rahmani, il Kosovaro unica nota lieta della serata. Ma pur avendo avuto la ventura di passare in vantaggio, la squadra ha perseverato nel suo atteggiamento remissivo, quando avrebbe dovuto pressare gli avversari nella loro metà campo; qualsiasi altra squadra, al suo posto, con quella posta in palio, lo avrebbe fatto. Ma non era la prima volta che il Napoli assumesse quell’atteggiamento, di rallentare la circolazione di palla attirandosi addosso gli avversari, domenica l’ha solo fatto peggio (molto peggio) di altre volte. E’ arrivata così la neanche tanto inopinata rete del pareggio. E Gattuso cosa fa, quale colpo di genio si inventa? Manda in campo un altro attaccante (Mertens) al posto di un centrocampista, ricostituendo in questo modo quel 4-2-4, slegato e privo di equilibrio, che tante magre figure aveva già rimediato nel girone di andata. Non pago, qualche minuto dopo ha mandato in campo il quinto attaccante togliendo un altro uomo dal centrocampo, dove rimaneva il solo, udite udite, Bakayoko.

Questo è il responsabile tecnico che ha diretto il Napoli per 17 mesi. Questo è l’allenatore che, criticato, veniva difeso in maniera piccata dagli opinionisti esperti della TV pubblica e privata, Tardelli e Costacurta, che sappiamo quanto siano amici suoi e quanto poco lo siano del Napoli, senza nulla togliere all’affetto che tuttavia nutro per loro per quanto hanno dato alla Nazionale.

Queste le modalità con cui il Napoli ha buttato alle ortiche una qualificazione alla Champions che era a portata di mano. Praticamente, senza giocare; per meglio dire, giocando la peggiore partita della stagione contro una squadra di metà classifica. Modalità da far passare perfino in secondo piano, sotto traccia, il fatto che alla fine dei conti, decisivo è risultato, tanto per cambiare, un gentile regalo arbitrale alla Juventus, il rigore assegnato per il tuffo di Cuadrado domenica scorsa contro l’Inter.

Si conclude così la seconda e ultima stagione del tecnico calabrese all’ombra del Vesuvio. Una stagione completamente inutile, non solo per i risultati, ma anche per i contenuti tecnici.
Chi arriverà al suo posto? Allenatori preparati emergenti non mancano, ma sapranno fare De Laurentiis e Giuntoli la scelta giusta stavolta? De Zerbi sembra aver già preso la via dell’Estero, peccato. C’è Semplici, c’è Juric (che ha dato lezione di calcio a Gattuso all’andata e al ritorno). E quali giocatori, se il presidente già prospettava cessioni eccellenti in caso di mancata qualificazione alla Champions? Si parla di De Paul, che farebbe una notevole coppia di interni con Fabian, ma se lo Spagnolo parte siamo punto e a capo. Si può trarre soddisfazione per l'esplosione di Rahmani in difesa, ma non sarebbe una buona ragione per privarsi di Koulibaly. A monte di tutto, prima di nuovi giocatori, prima dell’allenatore, prima del direttore sportivo, ci vorrebbe forse un’altra proprietà. Ma in vent’anni una migliore il Napoli non l’ha trovata.

 

24/5/2021                                                                                             Timeodanaos