Neanche ventiquattro ore fa si è svolto uno dei match più intensi ed emozionanti dell'intero campionato, che ha visto come protagoniste la Roma e la Juventus, match terminato con un rocambolesco 3-4 per la formazione bianconera la quale è riuscita, nel giro di dieci minuti, a ribaltare il risultato da 3-1 a 3-4 con le marcature di Dybala, Locatelli, Kulusevski e De Sciglio.
Il tecnico della Roma, Josè Mourinho, è apparso visibilmente abbattuto nel post gara, quasi incredulo per la prestazione offerta da alcuni singoli calciatori e circa l'andamento in generale della partita nell'arco dei novanta minuti.
E' proprio l'incredulità che fa da padrone in questo match in quanto, isolando per qualche istante espressioni rivedibili (De Sciglio ne sa qualcosa) e rigori neutralizzati dagli agguerriti ex, l'episodio che ha catturato maggiormente l'attenzione degli addetti ai lavori a posteriori è stato l'infortunio accorso a Federico Chiesa dopo un contrasto con il difensore Chris Smalling.
Come di consueto, il numero ventidue bianconero aveva già lasciato il segno fornendo l'assist del momentaneo 1-1 firmato da Paulo Dybala ma poco dopo è avvenuto un contrasto di gioco la cui dinamica è stata già premonitrice di ciò che sarebbe successo in seguito: urla, difficoltà a camminare, trasporto sul mezzo e cambio forzato con Kulusevski, una scaletta vista e rivista che aveva preannunciato un amaro finale. I tifosi bianconeri e non, con gli occhi puntati a seguire l'evoluzione di una partita "incredula", hanno sottovalutato sul momento l'episodio, affidandosi alla buona sorte e sperando che quel ginocchio fosse stata vittima di una semplice distorsione, l'infortunio meno amaro (e piu voluto) dai calciatori.
Ed invece è arrivato puntuale il verdetto più duro che potessimo ascoltare: lesione del legamento del crociato anteriore, l'incubo di ogni calciatore che non vorrebbe mai assaporare sulla propria pelle durante la propria carriera. Traduzione, sei mesi di stop e stagione finita per Chiesa, che deve dire addio al suo ruolo cosi importante nei meccanismi della Juventus ma sopratutto nella Nazionale, chiamata a marzo a battagliare per conquistarsi il posto al Mondiale in Qatar senza uno dei giocatori italiani più forti in circolazione, elemento fondamentale nella conquista dello scorso Mondiale e patrimonio sportivo indiscusso.
C'è rammarico per tale perdita e pervade un profondo senso di ingiustizia, considerando che Chiesa era appena tornato in campo dopo piu di due mesi ai box per un precedente infortunio. L'età è l'unica alleata in questo momento per il figlio d'arte, ma sia Allegri che Mancini sono consapevoli dell'incidenza di questo infortunio nel raggiungimento da parte della Juventus e Nazionale nei rispettivi obiettivi.
Caro Federico, l'Italia sportiva ti aspetta di nuovo in campo, a dribblare e segnare come solo tu sei in grado di fare e parafrasando il buon Fabio, sono certo che il villaggio manterrà senz'altro il posto al centro, aspettando con ansia la "Chiesa" più letale nel mondo del calcio.
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