Forse è davvero stata l'errata preparazione il grosso problema della squadra che nella sfida di S.Siro con il Crotone non convince del tutto e deve segnare di più, come evidente a tutti compreso al mister Gattuso che nel post partita lo dichiara a gran voce, ma corre molto e per tutta la gara senza subire goal (come invece accadeva da un mese a questa parte) e correrne grossi rischi, se non nel finale, ottenendo il 66% di possesso palla ed effettuando 26 tiri in porta.

Ma soprattutto finalmente ecco Calhanoglu in campo per tutto il match, un altro giocatore rispetto a quello dei primi mesi, autore di una più che buona prestazione (voto: dal 6 al 7). Lo aveva preannunciato l'allenatore rossonero in settimana e lo ha ribadito nella conferenza stampa dopo la vittoria interna, "Calhanoglu? Ha un calcio pazzesco. Si sta allenando in maniera incredibile", nonostante evidenzi anche che la catena di sinistra con Bonaventura e Hakan vada ancora migliorata per via di alcuni movimenti non del tutto perfetti.

Arrivato questa estate dal Bayer Leverkusen su espressa richiesta di Montella, dopo una buona partenza in Europa League e campionato condita anche un paio di goal e assist, ecco però alcuni problemi di ambientamento e fisici, dovuti soprattutto dal fatto che il giocatore stette fermo, la passata stagione, quasi un anno per via di una squalifica legata ad un accordo con il Trabzonspor firmato insieme al padre nel 2011 e mai rispettato, e che lo hanno portato a faticare non poco a raggiungere la propria condizione fisica in rossonero finendo sempre più spesso in panchina (11 presenze totali, molte delle quali parziali).

Dotato di straordinaria visione di gioco, dribbling, tiro da fermo e in movimento, mezzi tecnici grazie ai quali in Germania realizzò 28 gol e 29 assist in 115 partite, forse non sarà proprio un esterno alto, nascendo trequartista basso tra le linee, anche se intervistato da ‘Milan TV’ dichiara sul ruolo: “A sinistra sto meglio. Con Gattuso voglia e fiducia”.

E forse la fiducia ora è stata ripagata, ora che finalmente la gamba gira e quella maglia numero dieci sulle spalle non pesa più sulla maglia.