Ci siamo passati tutti: un calciatore della nostra squadra del cuore, uno di quelli che ormai è entrato nelle grazie dei tifosi, ci abbandona "per soldi". E' successo alla Juve, quando la migrazione è diventato un fenomeno di massa nell'anno della Serie B. E' successo all'Inter, quando Eto'o ha deciso di partire in Russia dopo una stagione vincente. La prima reazione, quella istintiva, è di dare del mercenario, del venduto e del traditore allo sportivo di turno, senza provare neanche per un secondo a metterci nei suoi panni.

Proviamo ad analizzare la questione in maniera oggettiva.
El Sharaawy ha 26, non è un ragazzino, ma ha ancora parecchi anni da giocare ad alti livelli. Ha firmato un contratto triennale da 16 milioni di euro netti all'anno, diventando così il calciatore italiano più pagato al mondo. Alla fine del contratto, a 29 anni, potrebbe tranquillamente tornare a giocare in un top team europeo, con il portafoglio pieno e ancora tanto da dare. 
Dunque perché dargli del mercenario? Provate a immedesimarvi nella sua situazione; avete 26 anni e lavorate per un'azienda. Non è l'azienda nella quale avete sempre sognato di lavorare e vi paga meno di quanto pensate di meritare. Vi arriva una proposta di lavoro dall'estero, un contratto di 3 anni grazie al quale sarete pagati molto più di prima. Certo, starete lontani da casa vostra, ci saranno dei sacrifici da fare, ma mi sembra ne valga la pena, no?

E' facile non fare certe scelte se nessuno te ne da l'occasione. Pensateci, forse siamo tutti un po' mercenari.