Paulo Dybala è tornato. Prepotentemente.
Probabilmente le tre panchine di fila in campionato hanno avuto l’effetto sperato: Paulo Dybala torna finalmente decisivo, come solo lui sa fare. E lo fa con una splendida doppietta. A dire il vero la prima parte del match dell’argentino non è un granchè, ma con il passaggio al 4-2-3-1, la musica cambia.
Dybala diventa protagonista: il primo gol è propiziato da un bell’assist di un redivivo Lichtsteiner, ma il secondo è un vero capolavoro, tirato fuori dal nulla. Dribbla uno, due, tre avversari e poi la mette dentro. Una curiosità: entrambi i gol Paulo li segna di destro. Proprio così, il piede che Paulo usa soltanto per camminare.
Nuovi scarpini (giallo oro), nuova vita. Qualcosa è cambiato per la Joya, il periodo buio sembra alle spalle. Max Allegri ne è sicuro: “Me ne sono accorto quando, dopo il secondo gol, l'ho visto tornare a battere una punizione dal limite come faceva prima [… ] Stavolta dopo che ha segnato l'ho visto diverso. Si è liberato. Perché poi la testa fa tutto". Poi una carezza: "Il suo obiettivo dev'essere di diventare uno dei giocatori più forti del mondo assieme a Neymar fra tre anni, quando il suo percorso si sarà completato e Messi e Ronaldo saranno nella fase calante. È questo che il consiglio che gli darei non se fossi il suo allenatore, ma una persona a lui vicina”.
Ora facciamogli tutti una cortesia: basta paragoni con Messi.
Il confronto non sta in piedi, per molte ragioni.
Messi è stato un bambino prodigio, quando il Barcellona lo portò a La Masia a soli 13 anni consapevole di essersi assicurato un fenomeno mondiale, un giocatore che avrebbe fatto la storia del calcio. Dybala invece è esploso tardi, a 22 anni, dopo una lunghissima gavetta. Forse troppo per sperare raggiungere il livello eccezionale di Messi. Ma le sue qualità sono immense, impossibile negarlo.
Messi è cresciuto nel Barcellona. Lontano da Barcellona non sarebbe certamente lo stesso. D’altronde Il Barcellona è Messi e Messi è il Barcellona. Impossibile dividerli. Lionel ha portato il club a livelli mai toccati prima. Non esiste una partita del Barcellona senza Messi, per lui il turnover non esiste. Mai, nemmeno nelle amichevoli. Nel sistema solare blaugrana, Messi è il sole e gli altri sono i pianeti: girano tutti intorno a lui
In Italia il discorso è diverso. Il calcio è diverso. La gestione del gruppo è la priorità, il singolo viene in secondo piano. Dybala non è il sole della Juventus. Si è dovuto fare strada a suon di gol per conquistarsi il posto in squadra.
E poi Messi è un fenomenale uomo gol. Dybala non lo è ancora, ma sta lavorando duro per diventarlo.
Insomma, la Pulce è la Pulce, la Joya è la Joya.
Tra qualche anno ne sapremo di più, nel frattempo godiamoci questo Paulo Dybala. Sperando che la doppietta del Bentegodi sia un nuovo inizio, verso una stagione ricca di successi.
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