Oramai è da inizio stagione che si parla della collocazione tattica del numero 10 bianconero, le opinioni sono le più disparate avendo chi lo vede centravanti vero, chi falso nove, chi seconda punta, chi trequartista, per poi arrivare alla definizione addirittura di “tuttocampista” di mister Allegri.
Dando voce ai numeri delle statistiche più che ai gusti personali è piuttosto chiaro che Paulo sia a tutti gli effetti una punta, la sua dote principale è probabilmente il tiro e per poterlo sfruttare appare evidente che debba stare non troppo lontano dalla porta avversaria.
Spostandolo più indietro abbiamo avuto come unico effetto il calo drastico del numero delle sue conclusioni a rete, senza che la nuova posizione abbia portato benefici in termini di assist o passaggi chiave per i compagni che è ciò che si chiede principalmente ad un trequartista, rifinitore, mezzala offensiva (chiamatelo un po’ come volete), in poche parole l’esperimento è sostanzialmente fallito.
Partendo dal presupposto che per Allegri la prima punta ideale per fare da spalla a Cristiano Ronaldo è Mandzukic (non entro nel merito, ognuno ha i propri gusti), in quanto il portoghese non ama fare la prima punta ma gravitare intorno al centravanti, essendo la stessa cosa che preferisce (e probabilmente esalta le sue caratteristiche) Dybala, l’argentino pare destinato ad uscire dagli undici di partenza delle prossime partite.
La mia vuole essere una provocazione (forse neanche troppo), ma se fosse proprio Paulo il dodicesimo uomo tanto caro ad Allegri? Quello che con Douglas Costa può essere il famoso “spaccapartite”.
La sua situazione mi riporta con la memoria alla Roma scudettata di Fabio Capello, in particolar modo rivedo in lui l’“aeroplanino” Montella che spesso partiva dalla panchina perché don Fabio preferiva giocare con Totti alle spalle di Batistuta e Delvecchio, un attaccante di “fatica” e capace di dare equilibrio in fase difensiva proprio come il Mandzukic bianconero. E non sono state affatto poche le partite risolte da Montella in quel campionato parendo dalla panchina.
Andando oltre le polemiche su come viene impiegata la Joya, che nascono più che altro dalle differenti vedute dei tifosi sull’impostazione tattica data alla squadra da Allegri, parliamo di una pietra troppo preziosa per non essere sfruttata o considerata semplicemente merce per monetizzare nel prossimo mercato estivo, ma anche di un lusso che non possiamo tatticamente permetterci in tutte le partite se le prestazioni sono quelle offerte fino ad oggi.
Il ruolo che è stato di gente come il già citato Montella, Altafini, Ganz, Cruz, Kovacevic, lo stesso Bale spesso al Real Madrid, ecc. potrebbe, momentaneamente, rappresentare una soluzione.
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