Parlare della stessa notizia è molto remunerativo in certi casi, pochissimo in altri.
Mi spiego meglio: nel caso in cui a beneficiare di una svista arbitrale sia un calciatore tesserato dalla Juventus, i "GIORNALISTI" (e non i tifosi che, a turno, sostengono che la verità universale risieda in "tuttonapoli.com, tuttointer.com, tuttoroma.com, tuttomilan.com, ecc, ecc" e che le televisioni siano al soldo della Juventus e che abbiano il solo scopo di taroccare le immagini) enfatizzano, con clamore, accompagnati dal suono stridente e scordato di trombe sfiatate, trite e ritrite per via dell'uso, il fatto (vero, come in occasione della mancata espulsione di Pjanic nell'ormai famosissimo 2-3 o presunto, come il mani di Dybala in Juventus-Cagliari 3-0 - prima partita del campionato - o, per andare qualche anno dietro, in occasione della testata spacca gengive di Bonucci all'arbitro in occasione del Derby (una sorta di capolavoro prospettico perpetrato da tuttonapoli e fatto passare per vero dai trombettieri).

Se, invece, a godere di un beneficio è una squadra qualsiasi del nostro campionato, la cosa cade nell'oblio e i "giornalisti" tacciono, lasciando via libera ai geni dei vari portali.
Ecco che in Napoli-Bologna, Udinese-Napoli, Napoli-Milan, Atalanta-Napoli, Crotone-Napoli, Torino-Napoli gli errori (errare è UMANO, non ci vedo un complotto) vengono messi in secondo piano.
Come mai nessun giornalista ha apertamente contestato le parole di De Laurentiis? Un uomo che come presidente è pessimo quasi quanto come produttore cinematografico: come mai nessuno (tranne tuttojuve, e non lo prendo in considerazione, data la faziosità, implicita nel nome) ha dichiarato "farneticazioni" le parole dell'uomo piccolo piccolo di mourinhana memoria?
Capisco, una presa di posizione del genere non farebbe vendere e non farebbe cliccare. Chiedo venia, tuttavia non dovrebbe essere compito del giornalista trattare tutte le notizie in maniera equa e non soltanto in virtù del ritorno economico che esse producono? 
E invece no, che si fotta la verità, basta vendere.

Eppure ricordo che un tempo c'era una scuola di giornalisti "super partes".
Quando Chiellini rispose alle provocazioni reiterate, continuate, goliardiche e, francamente, un po' guasconi da parte dei vari esponenti della società, tutti a fare i maestrini. Giusto, giustissimo (bravo Pernambuco). Dov'eravate, però, al momento delle provocazioni? Insomma, quando Insigne (che nella sua piccola storia non ha mai superato gli ottavi di Champions) sfotteva e pronunciava "Hanno visto la partita come una finale? Beh, loro sono abituati a perdere le finali" dov'era Pernambuco? Dov'erano gli stessi che hanno crocefisso Chiellini? Lì la linea editoriale spingeva a trattare la notizia con leggerezza, perché eventuali note di biasimo avrebbero garantito un ritorno economico ridotto. Quindi di fronte alla stessa evenienza, lo "sfottò", due atteggiamenti diversi: se a proferirlo è uno juventino, giù di biasimo, se a proferirlo è un napoletano, giù di giubilio. In tal senso, di nuovo, che si fotta la verità, e si pensi soltanto ad un ritorno economico importante. 

Vorrei infine fare un altro esempio. Lasciando perdere il recente periodo, in cui ci sono state mancate espulsioni ai danni dei calciatori nerazzurri (Juan Jesus-Chiellini: gomitata del brasiliano, non fu nemmeno ammonito o contatto Marchisio-Castellazzi, nella prima partita con Conte allenatore a San Siro: era rigore con annessa espulsione del portiere, per le regole di allora) già cadute nel dimenticatoio perché per i giornalisti non era remunerativo sottolinearle e riproporle fino allo spasimo (come accadrà invece con l'espulsione non data a Pjanic) vorrei fare un esempio citando una partita che nessuno ricorda.
Il Napoli va a Milano contro gli Internazionali, vince 3-0. sul finire del primo tempo, l'esterno del Napoli corre a destra, sulla fascia, in procinto di superare Mariga e di mettere un cross. Mariga lo tocca e lo spinge (da valutare l'entità della spinta) fuori area. Il fallo non è tale da giustificare un'ammonizione. Risultato? Il difensore viene espulso, viene chiamato un calcio di rigore (inesistente, il fallo era fuori area) e il rigore battuto e respinto dal portiere - con Campagnaro che ribadisce in rete - era da ripetere, perché battuto in maniera irregolare. D'accordo, non è remunerativo come parlare per l'ennesima volta del contatto Ronaldo-Iuliano o dell'espulsione di Pjanic: come mai, però, i tifosi antijuventini in genere, non ricordano per niente questo episodio? E' ben più clamoroso di una mancata espulsione o di un rigore non dato (ci sono ben 3 sviste clamorose, indecenti, enormi in una sola azione) eppure nessuno ricorda.
Ah, certo, i giornalisti titolarono "IMMENSO NAPOLI", tutto finì a tarallucci e vini e nessuno ripropose ciclicamente quello che, a mio avviso, è l'errore più clamoroso degli ultimi vent'anni. 
Dopo la partita con la Lazio, i nerazzurri sono in Champions (buona fortuna e, mi raccomando, portate punti per il ranking e, viste le numerose prese in giro per le finali perse, mi aspetto che le prime 4 Champions del prossimo quadriennio siano dei nerazzurri: i suoi tifosi sembrano certi che la propria squadra sia immensamente superiore alla Juventus, e quindi sicuramente spopoleranno senza arbitri corrotti e pagati; sono goliardico, vi sto prendendo in giro). 
Sento parlare di Rocchi come "arbitro di caratura mondiale". Stiamo aspettando la prossima mancata espulsione per classificarlo a soldato "juventino"? O i giornalisti, maghi del mestiere, stanno studiano l'albero genealogico dell'arbitro per scoprire se qualche suo parente sia juventino?
Lo sto dicendo, perché Rocchi è lo stesso di Juventus-Roma 3-2, quando fu definito un venduto, uno schifoso, un pessimo esempio (Corriere dello Sport: Juve, così no). Com'è che ora è un grande?
Coerenza, cavolo, non soltanto profitto!