La questione "San Siro" sta tenendo banco, nell'Italia appassionata di calcio, da qualche settimana a questa parte. Il progetto delle società milanesi è assai ambizioso: realizzare un nuovo impianto, da ultimare nel 2023, la cui capienza si aggirerà sui 60.000 spettatori, in prossimità del vecchio. Non solo, si partirà dalla vendita dei "naming rights" (stimata intorno ai 25 milioni di €), per poi procedere alla realizzazione di ingressi separati, al trasferimento delle rispettive sedi e dei rispettivi musei e alla creazione di un'area commerciale. Si punterà, soprattutto, a riempire lo stadio, ad una percentuale prossima al 99 %, a fronte dell'attuale 66%.

Lo storico impianto meneghino, però, è solo l'assist perfetto, per approfondire una delle tematiche più controverse del pallone nostrano: la situazione degli stadi nella Penisola. Rispetto a qualche anno fa, la panoramica è in netto miglioramento, vista l'intraprendenza di parecchie società, orientate all'acquisto degli impianti o già addentrate nei vantaggi che elargisce un'infrastruttura di proprietà.

Apripista, nel 1995, fu la Reggiana, la quale, con lo stadio "Giglio" (così denominato per motivi di sponsorizzazione), divenne la prima società in Italia a possedere un impianto di proprietà e ad aprirsi alle innovazioni: spalti vicini al terreno di gioco, tornelli, panchine riscaladate e telecamere a circuito chiuso. Dopo una serie di vicissitudini riguardanti la Reggiana. Giorgio Squinzi, numero 1 di Mapei e Sassuolo, ha acquisito il complesso, dandolo in gestione alla propria squadra, nonchè alla società della Reggio Audace (nuovo nome della storica società di Reggio Emilia).

Poi arrivò la Juventus. Il 18 giugno 2002 la Signora e il comune di Torino siglano un accordo, per la concessione dell'area su cui sorgeva il "Delle Alpi", a favore dei bianconeri, per un costo complessivo di 25 milioni di €. Sei anni dopo, il Consiglio d'Amministrazione delibera la costruzione del futuro "Allianz Stadium", con relativa demolizione del "Delle Alpi", per la modica cifra di 155 milioni di €. Il nuovo impianto è risultato essere mossa più che azzeccata in zona Continassa, non solo per la modernità del complesso, ma anche e soprattutto per i ricavi derivanti dalla vendita dei ticket, per assistere ai normali match casalinghi, oltre che dagli introiti provenienti dal "J-Museum". Dato emblematico sono i 56,4 milioni entrati nelle casse bianconere, facente capo alla passata stagione.

Un forte plauso va, inoltre, a piccole società, capaci di investire del denaro nell'acquisto di uno stadio. Il "Friuli" di Udine, che era solito apparire freddo e obsoleto, si è trasformato in uno dei migliori stadi d'Italia, teatro di incontri internazionali della Nazionale e della finale dell'Europeo Under-21, kermesse itinerante fra il Nord-Est del Bel Paese e la piccola Repubblica di San Marino. Mantenendo intatta la copertura della Tribuna Centrale, la famiglia Pozzo ha puntato sull'avvicinamento dei settori al campo. Molto apprezzata la colorazione variopinta dei seggiolini, soluzione pratica per sopperire alla presenza di pochi spettatori. 

Elogio meritato per il Frosinone, nella figura del presidente Maurizio Stirpe, lungimirante nel portare avanti un progetto vigente dagli anni '70 e mai perseguito. Il "Benito Stirpe", moderno e all'avanguardia, ha rimpiazzato il "Matusa", storico ma obsoleto, seppur ubicato nel centro del capoluogo ciociaro. 

Anche l'Atalanta e il Bologna sono divenuti proprietari delle rispettive infrastrutture, promettendo rapidi interventi, onde risolvere le attuali criticità delle suddette.

Ultima, in ordine cronologico, è la Cremonese, protagonista, l'8 Febbraio dell'assegnazione del diritto di superficie, su cui sorge lo "Zini", secondo caso, nel campionato cadetto, dopo il già citato Frosinone.

Alla sezione "stadi da costruire", citazione più che meritata per la Roma. L'impianto di Tor di Valle dovrebbe venire alla luce, in vista anche del parere positivo, emerso da uno studio del Politecnico di Torino, sulla fattibilità del progetto, anche in relazione alle caratteristiche della zona che ospiterà l'opera. Tuttavia, l'inizio dei lavori procede a rilento, fra studi di fattibilità e peripezie nel Campidoglio pentastellato. Il treno dei futuri impianti è completato dal Cagliari, con fine dei lavori pronosticata per il 2023, insieme alle toscane Fiorentina (ipotizzato sempre nel 2023) ed Empoli (inizio dei lavori previsto per quest'anno).

Dopo questa lunga parentesi\premessa, l'Italia tiene botta nel confronto con i top campionati d'Europa?

Secondo quanto emerge dal “Club Licensing Benchmarking Report” della Uefa, relativo alla stagione 2016/17, Inghilterra (15 club\20), Germania (9\18) e Spagna (16\20) detengono squadre, in possesso di un impianto, che superano o si attestano sul 50% del totale dei club di massima divisione (fonte: Calcio & Finanza). All'epoca il nostro Paese possedeva solo 3 club su un complessivo di 20, ad avere uno stadio di proprietà, mentre, allo stato attuale, come evidenziato dalla situazione analizzata precedentemente, il fenomeno è in rapida ascesa.

In relazione, invece, ai dati riportati da transfermarkt.it, sarà opportuno soffermarsi sulla media degli spettatori e dell'utilizzo degli stadi (che mette a confronto la media-spettatori con la capacità totale dell'impianto).

La Premier League ha una media-spettatori di 37.994 persone e una percentuale di utilizzo del 94,9%. Al top c'è il Manchester United, il quale, con una capacità 74.879 spettatori, riempie il proprio impianto al 99,5%.

In Germania si viaggia su una media-spettatori di 43.048 e un utilizzo pari all'88,6%. L' "Allianz Arena" di Monaco ha un primato invidiabile: percentuale di utilizzo del 100%!

La massima divisione spagnola presenta una media di 27.753 spettatori, con utilizzo del 75,4% dei vari stadi. Attenzione al "modesto" Alaves, che con il suo "Mendizorrotza", fa registrare un numero impressionante: 88,5 % di utilizzo dello stadio; percentuali nella norma per Barça (75,7% ), Real (79%) e alta per l'Atletico (85,8%).

I cugini transalpini si attestano su 22.430 spettatori in media e un utilizzo 68,3%, con picco massimo del Paris Saint-Germain nell'utilizzo del "Parc des Princes" (94,7%).

E l'Italia? Media-spettatori di 24.882 persone e utilizzo del 66,3 %.

Dati che mostrano di come, il nostro Paese, sia ancora indietro, rispetto ai top campionati, sulla questione relativa agli stadi, per media-spettatori e rapporto fra quest'ultima e la capacità totale dell'impianto. Il quadro è avvalorato anche dalla preferenza dei nostri connazionali verso le pay-tv, visto quale conseguenza immediata al caro-biglietti imposto da determinate società. 

Sebbene la situazione sia ancora stagnante e il gap- specie con Inghilterra, Germania e Francia- ben acclarato, il sistema sta andando nella direzione giusta: società lungimiranti nell'acquisizione di infrastrutture ed Europeo Under-21, di quest'estate, quale volàno per rilanciare l'immagine di questi ultimi, nel panorama dell'intero Vecchio Continente.