È la fine di Juventus - Palermo. Una partita scritta, dominata, come sarebbe stato dominato il campionato e il suo risultato. Questa data però passa alla storia; si ricorderanno tutti della lite tra Allegri e Bonucci e nessuno si ricorderà come sia andata veramente quella partita.
Da quel giorno la storia di Bonucci con la Juventus finisce. Si incrina il rapporto tra la squadra che ha trasformato un discreto difensore, in un fenomeno del reparto arretrato. Si distrugge un legame che sembrava indissolubile tra Leonardo e la maglia bianconera. La sgabello di Oporto e la finale di Cardiff sarà solo il contorno di una storia già scritta.
Non deve essere stato semplice, per la dirigenza, gestire gli ultimi mesi di stagione. Si profilava una resa dei conti, dove si sarebbe dovuto scegliere tra un allenatore vincente e un simbolo della juventinità in campo.
Come finisce la storia lo sappiamo già. Allegri rimane, Leonardo parte; senza nessun rammarico per le parti in causa. Max aveva vinto la propria leadership nello spogliatoio e nella società Juventus; Bonucci si gudagnava una meritata "pensione dorata". Tutti contenti?!
Non proprio tutti. È vero, i tifosi della juventus sono abituati agli addii. Non ultimo quello dell'eterno capitano Alessandro Del Piero. Come dimenticarsi le lacrime che ho versato in quell'ultima partita. Alla Juventus, però, regna una regola sovrana. I giocatori e lo staff passano, la squadra e il suo glorioso nome rimangono. È per questo, forse, che l'addio di Leonardo è stato molto più traumatico per i protagonisti chiamati in causa, che per i tifosi stessi.
A poco più di un anno di distanza, il problema si ripropone. E, ahimè, si ripropone con contorni molto simili al precedente.
È il derby di Torino; la Juventus è in emergenza e a bordo campo c'è un giovanotto che veste i nostri colori da una vita. Si, tutta la sua vita calcistica l'ha trascorsa con il bianco e il nero dipinti sul cuore. Vorrebbe entrare Claudio. Ma Allagri ancora una volta decide il contrario.
Il finale della storia d'amore tra Marchisio e la Juventus è ormai scontato. Il come ci arriveremo sarà, però, indubbiamente diverso. Claudio non è un ragazzo spigliato; è un leader silenzioso che non ha mai fatto una polemica sul suo utilizzo. Anche quando doveva stare fuori a discapito di uno Sturaro alquanto imbarazzante.
Il principino conforta i compagni nella sconfitta, gioisce con loro nelle vittorie. Il principino continua a dare tutto per i colori che porta nel cuore. Pur sapendo che a fine anno sarà lui a perdere. Mister Allegri sancisce la sua leadership provando a cancellare la storia. Ma tu, carto Claudio, di quella storia sarai segno indelebile, da tramandare ai posteri. Quando avrò dei figli potrò dir loro di aver visto giocare le leggende bianconere: Alex, Gigi, Pavel... e Claudio. Perchè tu per me, sei una leggenda.
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