Il calcio non è immune al coronavirus. Lo abbiamo scritto che prima o poi nel calcio i casi sarebbero arrivati. Lo abbiamo scritto che la cosa giusta da fare sarebbe stata una sola, fermare preventivamente il calcio. Tanto che il presidente dell'Inter ne ha dette di tutti i colori al sistema calcio italiano ed aveva ragione. Anche questo lo abbiamo scritto. Ma non siamo noi che scriviamo a dettare le regole. 

Il problema del coronavirus sta nel fatto che in Italia con lo 0,0% e qualcosa di contagiati si è stati costretti a fermare il Paese perchè la sanità non regge. Se non ci fossero stati i tagli alla sanità, dai posti letto, al personale, forse oggi la situazione non sarebbe così grave ed emergenziale come quella che stiamo conoscendo. Un Paese è stato messo in ginocchio. Ed il calcio deve fare la sua parte. Ad oggi non l'ha fatta. Ci sono state importanti iniziative individuali, ma non del sistema calcio. 

Servono soldi, servono risorse. Questo è quello che serve. Per la nostra sanità pubblica.  Sarebbe una cosa buona e giusta donare i premi scudetto e quelli della Coppa Italia alla sanità pubblica italiana. Bellissimi i gesti di riconoscenza ai nostri medici, ai nostri infermieri. Fantastici gli applausi. Meraviglioso tutto. Ma non basta. Servono risorse, servono anche misure concrete. Ed il mondo ultra-milionario del calcio ha un dovere tanto etico, quanto morale, fondamentale di intervenire. Sostenere la nostra sanità, che poi è quella di cui beneficiano anche i calciatori, di cui beneficia il sistema calcio, come è giusto che sia.

Lo stesso discorso vale per la ricerca, sia ben chiaro. Stiamo vivendo momenti difficili, sconosciuti alle nostre generazioni. Siamo impreparati, e non sappiamo come si arriverà alla fine di questa emergenza. In che condizioni saremo, non lo sappiamo. In pochi giorni ci sono stati più di 14mila denunciati per aver violato l'articolo 650 del codice penale, che oramai gli italiani hanno imparato a conoscere a memoria come una preghiera. E' una situazione pesante. Si è fermato tutto, si è fermato il Paese, si sta fermando il mondo. Ma non si deve fermare la solidarietà, soprattutto ora. Queste decisioni vanno prese adesso, non quando l'emergenza sarà finita, perchè sarà poi tutto diverso e l'unica cosa che vorremmo fare è lasciarci alle spalle questo incubo.