Mi ricordo come iniziava la settimana; il lunedì arrivavo a scuola e già si sentiva l'ansia, io e il mio "amico", quella settimana non lo era, ci guardavamo senza dire niente, ci capivamo. Da lì, iniziava una settimana di sfottò, insulti sulla lavagna e via dicendo.
Poi tornavi a casa, non pensavi se avevi compiti o verifiche. Non pensavi ad altro, non potevi, un mal di pancia che solo una vero amore di fa venire, e amore più grande di quello non c'è. Guardavi il vuoto, poi video dei migliori derby, dalle doppiette di Totti, a quello di Yanga-Mbiwa.

Quella settimana non finiva mai, e due volte all'anno torna.
Arriva il giorno della partita, si sente nella città, non vola una mosca.Arriva il giorno, ti svegli, prepari tutto, sciarpa, stendardo, voce e voglia che non manca mai. Papá torna dal lavoro e ti porta allo stadio, favola più bella non esiste.
Arriviamo, ci fermiamo al solito pub, papá prende la birra, io una Coca-Cola. Entriamo in curva e come ogni derby papá mi ferma nel bel mezzo delle scale e mi dice: "Ringraziami sempre di stare qua e non là, ringraziami sempre di rappresentare i colori della tua città e non quelli della Grecia".

Formazioni, inno, coreografia e comincia la partita. Canti, esulti e insulti. Torni a casa vittorioso, continui a cantare con papá e guardi la coreografia di cui hai fatto parte.
Torni una persona normale. Perché in quella settimana diventi una persona diversa.
É tornato il derby e la settimana del derby.