Continua a camminare con la speranza nel cuore e non camminerai mai da solo recita l’inno del Liverpool, ma in questo momento più che la speranza, tra i tifosi dei Reds regna l’incredulità se non la rabbia. Il giocattolo Liverpool si è rotto. Dall’inizio dell’anno gioca in modo altalenante, c’erano tutti i segnali che qualcosa non andasse. Ne avevo scritto diverse volte su Calciomercato. Ed infatti, ahimè, la realtà non smentisce ciò che era lampante. Solo alibi degli infortuni? Del VAR? Anche quando Van Dijk era presente dei segnali c’erano, una stagione certamente segnata dagli infortuni, e fino alla fine i reds si sono interrogati se fosse necessario reperire risorse dal mercato invernale o meno. Nessuna mossa eclatante, due arrivi temporanei che aiuteranno la rosa ma non saranno determinanti per risollevare il Liverpool. Klopp lo dice da tempo, il problema è la stanchezza mentale principalmente. Una squadra che manca di idee, con Firmino che si è perso, con Manè che quando manca si fa sentire e quando è in campo sembra a volte più giocare per se stesso che per il Liverpool, con una squadra che molla il gioco in verticale per buttarsi in quello orizzontale, con Arnold e Robertson che si alternano ora a destra, ora a sinistra, in esperimenti che poi di punto in bianco svaniscono nel nulla, centrocampisti improvvisati difensori, e quant’altro. Ma da una rosa valutata 1 miliardo di euro, è tutto normale ciò? Il Liverpool dei record non c’è più, è irreplicabile con gli stessi protagonisti, serve una rigenerazione. La Premier per tanti si può dire andata, con un City che marcia in modo impressionante e non fa mai notizia, un po’ come la Juve, quando vince, non sorprende, quando perde, si spera che qualche altra società possa ancora minarne il trono per rompere una noiosa monotonia. Trent’anni per vincere il campionato inglese, per poi crollare in questo modo. C’è la Champions, il Liverpool punterà tutto lì, la sfida contro il City forse potrebbe segnare una speranza, una piccola illusione, ma in caso di sconfitta il City volerebbe ad un distacco difficilmente recuperabile per i Reds, già oggi complicato da agguantare.
Il Liverpool è una squadra umana, e come tutti gli uomini ci si imbatte in dei limiti. Roberston dopo l'ultima battuta d'arresto ha ammesso con umiltà che questo Liverpool non è in corsa per vincere il campionato. Non si può vincere per sempre, ma due sconfitte subite in casa contro due squadre modeste sono un chiaro campanello d’allarme anche per Klopp, che punta a guidare la panchina del Liverpool per il prossimo triennio almeno, ma se i Reds dovessero continuare in questa situazione di profondo rosso ed uscire anche dalla Champions, passando da una stagione record, ad una stagione con zero titoli, non si dovrà escludere qualche clamorosa decisione da parte della società anche verso ad oggi l’intoccabile Klopp.
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