Era il 15/04/2017, Inter-Milan 2-2. Partita difficile e agguantata al 97'.
Partita che ha quasi portato il Milan in Europa tenendo l'Inter a distanza di sicurezza. Partita che pare, però, aver spento il Milan. Da quella partita, infatti, è iniziato un calo costante che ha portato veramente il Milan in basso: un Milan che non ha più giocato a calcio, senza cattiveria e senza passione, come se avesse staccato la spina.
Periodo nero che si è prolungato fino al 15 ottobre. 6 mesi esatti in cui il Milan ha giocato 14 partite di serie A, vincendone 5, pareggiandone 2 e perdendone 7. La metà delle partite portando 0 punti a casa. 14 partite con una media punti di 1,2 a partita: quasi media retrocessione.
Avrà giocato 14 partite tutte contro Napoli e Juventus? Macché, la squadra è tornata con le ossa rotte da Empoli, Cagliari e Genova, con tutto il rispetto, non con squadre superiori.
Dopo quel derby, quindi, il nulla.
E arrivando all'ultimo derby, sembrava che nulla fosse cambiato. Fino al minuto 45' stesso Milan visto in questi 6 mesi. Dal minuto 46' pare che negli spogliatoi Montella si sia ricordato di premere l'interruttore. Quell'interruttore che portò il Milan a fare una stagione dignitosa portando a Casa Milan l'ennesimo trofeo di un glorioso Club. 2 gol fatti alla miglior difesa del campionato, 1 palo e altre 2 occasioni nitide da gol. 2 errori però hanno fatto sì che tutto sia stato vano, ma si è visto qualcosa di nuovo.
Si è visto un Milan non essere succube dell'avversario. Si è visto un Milan che ha preso in mano il gioco. Si è visto un Milan VIVO.
Ecco 6 mesi esatti dopo, da un derby ad un altro, il Milan pare essersi svegliato. Speriamo che sia stato un risveglio definitivo, perché 1, 2 punti a partita non sono da Milan e non deve mai più accadere. La strada nel secondo tempo di domenica è stata tracciata.
Forse si è capito che con questo modulo c'è bisogno di 2 punte vere che possono tenere in costante apprensione i difensori avversari.
Forse si è capito che avendo già 3 difensori centrali di ruolo c'è bisogno di più qualità a centrocampo e avere Suso e Bonaventura come mezze ali può dare qualcosa in più.
Forse utilizzandoli così pare chiaro che al centro del centrocampo non c'è più bisogno di un vero regista, ma di uno che faccia più filtro e che abbia gamba e fisicità, quindi Kessié può stare lì e avere finalmente un alter ego, che ha già un nome ed è Manuel Locatelli.
Forse si è capito che in questo modo si può fare gioco, tenendo palla come vuole il Mister, ma con qualità e imprevedibilità, non con la solita sterilità che portò addirittura a registrare 0 tiri in porta contro la Sampdoria.
Forse sì. Forse finalmente si è trovata la quadra giusta per questa squadra.
E forse... forse quel ciclo negativo che il 15/04 è iniziato in un derby, il 15/10 in un altro derby è stato chiuso. Dopo tutti questi forse, però, una cosa è sicura: i passi falsi non sono più ammessi.
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