Sarà una questione di cuore, del nostro modo di vivere il calcio... da popolo “caldo e latino” ma noi milanisti siamo stati abituati, almeno negli ultimi 3 decenni, ad una proprietà molto presente con Berlusconi e soprattutto con Galliani.
Presente, che agiva direttamente, con carisma e senza troppi intermediari, spinta anche da quell’essere i primi tifosi rossoneri. C’era una volta un rapporto “caldo” fra la nostra dirigenza e noi tifosi. Parlava la proprietà e parlava Galliani, il suo plenipotenziario, dopo ogni partita, durante il mercato (nel quale noi tifosi attendevamo gli immancabili “giorni del Condor”) e durante i periodi difficili.
Il fatto di avere questo filo diretto con la proprietà e di poter avere puntualmente riprova di quanto quella proprietà ci tenesse (storiche sono le esultanze esplosive da parte del nostro AD ad ogni gol o dopo epiche vittorie) ci ha sempre fatto sentire tranquilli... non ci ponevano proprio il problema di quale fosse il progetto Milan. Anche quando le cose sono diventate più difficili, negli ultimi anni, Galliani non si è mai distaccato dal Milan e dal rapporto con i suoi tifosi. Forse solo il periodo del passaggio di mano a nuovi proprietari e’avvenuto senza la consueta chiarezza con i tifosi.
Quello che era un rapporto che ho definito caldo con la nostra proprietà oggi e’ freddo, per non dire ghiacciato con questa nuova proprietà. Paul Singer, numero uno di Elliott, non si è mai visto, se non nella solita foto che compare ogni tanto su siti e giornali. Gordon Singer, il figlio di Paul si è visto solo in qualche occasione a S.Siro, ma non ha mai aperto bocca. Scendendo dal vertice della piramide si arriva al nostro AD Gazidis, che ha parlato pubblicamente forse una sola volta. Poi scendendo più giù, sono state ingaggiate figure importanti, ma di facciata, ministri senza portafoglio, che potessero gestire, solo entro rigidi paletti, la parte sportiva ed in rari casi i sentimenti dei tifosi. Sono state lasciate le briciole alle cose a noi più care!
Non sappiamo più nulla di cosa avvenga nella “stanza dei bottoni”, non abbiamo più un rapporto diretto con chi prende davvero le decisioni per il Milan. C’e’ una crescente delusione ed un crescente disorientamento da parte di noi tifosi nel vedere quanto questa proprietà sia così distaccata da ciò che per noi rappresenta il Milan.
Nel nostro immaginario e’ molto chiaro (e molto triste) il contrasto tra un Galliani che esulta come un pazzo ad un nostro gol e ad una nostra vittoria e il Gazidis freddo ragioniere, che impone numeri e regole dalla stanza dei bottoni, che evita il rapporto con i tifosi e che non si cura di ciò che rappresenta il Milan per milioni di tifosi: il loro grande amore.
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