Musica&pallone, due arti che hanno molto in comune. Una emoziona, l'altra pure. Una ha bisogno di menti geniali, l'altra pure. Una sposta le masse da uno stadio all'altro, e l'altra... che ve lo dico a fare?
E allora mi sono chiesto se non fosse opportuno immaginare la Serie A allo stato attuale delle cose in una nuova veste: più ritmata, più armonica. In preda ad un esperimento che il mio backgroud musicale esigeva, ho partorito con enorme piacere la mia personalissima visione del mondo calcistico in chiave di violino.
“Fuori dai confini tuoi
mille volti attorno e poi
storie da scoprire
dentro nei pensieri tuoi
scorre ritmo e musica
e si deve vivere
si deve vivere”
Ci vuole un senso, Nomadi
L’Atalanta. Cos’è il cielo se non il limite? A Bergamo l’anno scorso si è toccato il cielo, quest’anno dovrà essere sfondato per scoprire cosa c’è dopo. Si è convinti solo di un particolare, le stelle dovranno essere esplorate. Affrontate. La navicella a strisce nerazzurre è decollata, il comandante Gasp ha il compito di guidare l’equipaggio verso altri lidi e il dovere di non farsi distrarre dalle note di Tony Britten (compositore dell’inno della Champions). Per trovarlo (il senso), si deve vivere.
“Devi essere contento
devi autocompiacerti
e avere stima di te
Mostrare tutto quel che fai
aggiornarti, evolverti
e correre sempre
Affossare gli altri con forza
e senza sporcarti le mani
Povera mente
io ti uccido ogni giorno con le mie idee
Povero cuore
io ti metto alla prova ma povero me”
Altrove, Eugenio in Via di Gioia
Il Bologna. Sinisa lotta. Sinisa dirige. Sinisa raccoglie. Fa tutto Sinisa, e deve essere contento. Non di essere un bravo tecnico nè di essere una brava persona. Ma di ruggire. Ruggisce ovunque, sulla chemio così come in campo. E quando proprio non può, chiama i suoi dal letto, li sprona ad essere un po’ più Sinisa. Perchè ad essere Sinisa non si sbaglia mai. Ti aspettiamo qui, mentre sei altrove.
“Ti vorrei, ti vorrei
come sempre ti vorrei
notte farà, mi penserai
ma tu che ne sai dei sogni
quelli son miei, non li vendo"
La rondine, Mango
Il Brescia. Dopo 8 anni, la rondine ha ripreso il volo. Ha ripreso a sognare e a non svegliarsi dando voce alle speranze dei tifosi, che in questo lungo periodo non hanno mai perso di vista la vera felicità. Da Pirlo e Caracciolo a Tonali e Donnarumma, la nuova generazione d’oro che ha riportato il Brescia tra i grandi. Goditi i tuoi sogni, caro Brescia. La Serie A è tua.
“Queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore di questo treno,
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno,
tra due minuti è quasi giorno,
è quasi casa, è quasi amore”
Generale, Francesco De Gregori
Il Cagliari. Il suo Generale è tornato a casa. Radja Nainggolan, condizionato anche dalle lacrime sulla sua pelle versate per la malattia della moglie, ha scelto di prendere il treno mezzo vuoto e mezzo pieno per ritornare nel posto in cui tutto nacque. Dove nel 2014 tacque. E dove rinacque dopo una parentesi sfortunata a Milano. E’ quasi giorno, Ninja. E’ quasi amore.
“Come te po' capi' chi te vo' bbene
Si tu lle parle miezo americano?
Quanno se fa ll'ammore sott' 'a luna
Comme te vene 'ncapa 'e di' "I love you"?”
Tu vuò fà l’americano, Renato Carosone
La Fiorentina. L’anatomia della bandiera americana vede le stelle adagiate su sfondo blu in un contorno di strisce rosse e bianche. Vi dice niente questa scelta cromatica? Chi è solito lavare i panni nell’Arno ha sicuramente ben in mente le maglie che la Fiorentina ha indossato in questi anni (alcune ispirate ai simboli e alla tradizione dei quartieri storici). Con la nuova presidenza abbiamo ascoltato le passioni di un imprenditore che sogna e chissà che dalle parti della Fiesole non si cominci veramente a masticare inglese d’oltremanica. Con la speranza che “amar ch’a nullo amato amar perdona” non venga mai ricordato nella sua traduzione ma che la traduzione di “I love you” coincida col sentimento di chi passeggia sotto Santa Maria del Fiore con una sciarpa viola al collo.
“Ma non ti sembra un miracolo
Che in mezzo a questo dolore
E in tutto questo rumore
A volte basta una canzone
Anche una stupida canzone
Solo una stupida canzone
A ricordarti chi sei”
Canzone contro la paura, Brunori Sas.
Genoa&Sampdoria. 13 mesi fa crollava il ponte più triste della nostra storia. Genova pian piano, vuole rinascere. E sperare in un futuro migliore delle nostre strade e delle nostre vite coincide con quella piccola luce che non ha mai smesso di splendere, anche quand’era ridotta al lumicino. La Lanterna deve continuare ad illuminare i cuori genovesi, lo deve fare anche attraverso il calcio. Uniti, per una volta, verso ideali più grandi. Contro la paura.
“Ora vivo da solo in questa casa buia e desolata
Il tempo che davo all'amore lo tengo solo per me
Ogni volta in cui ti penso mangio chili di marmellata
Quella che mi nascondevi tu
L'ho trovata”
Marmellata #25, Cesare Cremonini.
L’Inter. Mi immagino il suo tifoso medio un po’ come Cremonini immaginava se stesso dopo aver vissuto un amore incredibile. Distrutto e annegato nei ricordi. Josè, il Triplete, le notti magiche: roba intima, da tenere custodita nel cassetto insieme ai sogni sempre vivi. Ogni tanto lo apre, ma non ha troppa forza mentale per mantenerlo aperto. Quest’anno ci ha trovato il barattolo di Marmellata, quella che lo SpecialOne conservava per darsi la carica giusta nei momenti di difficoltà. Sarà ancora buona come lo era 10 anni fa?
“Credi che sia facile
Credi che sia semplice
Credi che sia
Una storia semplice
Cielo senza nuvole
Un amore utile
Sempre alla ricerca
Dov’è? Questa felicità?”
Stupido hotel, Vasco Rossi
La Juventus. Il futuro le è sempre stato roseo come la prima maglia storica di questa società gloriosa. Quest’anno ha rivoluzionato ideologia e lo slogan potrebbe presto diventare (con)vincere non è importante ma l’unica cosa che conta. Non sarà facile, non sarà semplice. Panchina affidata a Maurizio Sarri, lui che lo scudetto non lo ha mai vinto e quando stava per vincerlo lo ha perso in hotel. Stupido hotel.
“Le mie mani
Come vedi
Non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima
Cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora
Ancora amore
Amor per te.
Fiumi azzurri”
I giardini di Marzo, Lucio Battisti
La Lazio. Si identifica anche quest’anno con la canzone di tutti gli anni, quella che all’Olimpico omaggia ogni gara casalinga degli aquilotti, che si vinca o che si perda. Quest’anno la canzone ha ancora più valore emotivo, dal momento che le mani di capitan Lulic non hanno tremato dopo aver sollevato a maggio la Coppa Italia. La relativa coccarda splenderà anche quest’anno sulla maglia che più di tutte ricorda gli immensi cieli laziali.
“E l'arredamento sembra più
Mediterraneo, bianco, verde e blu profondo
Come il corallo dentro gli occhi tuoi
Non voglio più pensieri, neanche più pensare”
Una casa al mare, Thegiornalisti
Il Lecce. 7 anni di agonia, 7 anni di tribunali, 7 anni di trasferte improbabili. 7 anni dopo, il Lecce ha uno stadio ristrutturato i cui colori richiamano la magia di una terra romanticamente mediterranea. 7 anni dopo, gli occhi dei ragazzi della Curva Nord possono finalmente non avere più pensieri. Perchè al Via del Mare non si pensa più. Si vive.
“Ci sono giorni che io vorrei dormire
Ed altri, invece, in cui io vorrei tornare Ma non ci riesco più
Se stasera ci sei tu possiamo cucinare
[...]
Ci sono giorni che io vorrei morire
Ed altri, invece, in cui non ci rimango male
Ma non ci riesco più
Se dopo passi tu possiamo immaginare”
Milano, Calcutta
Il Milan. Lo nomini e la mente va su Canale 5, Piccinini, “Inzaghi Inzaghi Inzaghi”. E’ passato oggettivamente troppo tempo da quando, con l’alta definizione inesistente, i sentimenti dei tifosi rossoneri erano comunque nitidissimi. Ora che c’è l’HD, quei sentimenti sono sbiaditi e affievoliti. Come un piatto che si assaggia in un’occasione particolare, buono ma dalla ricetta segreta: quasi impossibile riprodurlo. Tocca a Giampaolo, chissà che non sia la volta buona che si torni a cucinare. E poi ad immaginare…
“Nove maggio m'è scurdat'
(Nove maggio, mi hai dimenticato)
T'hannò vistò ca' tornàv nsiem' a n'at
(ti hanno visto che tornavi insieme ad un altro)
Nun m' sient', nun m' pienz'
(non mi senti, non mi pensi)
Tengo o' core che nun può purtà paziènz
(ho il cuore che non porta pazienza)
Arap l'uocchie e vir'
(Apri gli occhi e vedi)
Ca' ppe trasi' nell'anìm ci vuo' nu' suspìr
(che per entrare nell’anima ci vuole un sospiro)”
Nove maggio, Liberato
Il Napoli. Come nella più sofferta storia d’amore, il partner di sempre ti lascia per iniziare una relazione col tuo peggior nemico. E Maurizio Sarri lo ha dimenticato, il suo grande amore della vita preferendogli il bianco&nero di Torino. Ma se è vero che per ogni storia che finisce un’altra è pronta a ricominciare, dalle parti del Vomero si può riprendere a sentire il battito accelerato dall’amore, quello per Carlo Ancelotti, a cui basterà un sospiro vincente per entrare nell’anima dei suoi tifosi.
“Quasi trent'anni per amarci proprio troppo
La vita senza avvisare poi ci piovve addosso
Ridigli in faccia al tempo quando passa per favore
E ricordiamoglielo al mondo chi eravamo e che potremmo ritornare”
Potremmo ritornare, Tiziano Ferro
Il Parma. C’era una volta una corazzata che incantò il mondo. 21 stagioni fa i gialloblù salivano sul tetto d’Europa vincendo la Coppa Uefa guidati da leggende di questo sport come Chiesa e Crespo. La fiaba poi si trasformò in racconto dell’orrore con il crac Parmalat fino ad arrivare al fallimento del 2015. Dalla polvere è rinato, centrando 3 promozioni consecutive e ritrovando la Serie A. Oggi è una squadra giovane ma con elementi di spessore e chissà che guardando la bacheca luccicante dei trofei parmensi, non si possa provare a riprendere il libro. Per raccontare al mondo chi erano e che potrebbero ritornare.
“Io guardo e sto zitto
Ma penso di tutto
Mi sveglio distrutto
Però, io ci provo
Ti seguo, ti curo
Non mollo, lo giuro
Perché sono nel giusto
Perché io
Ti amo
Ricominciamo”
Ricominciamo, Adriano Pappalardo
La Roma. Ci risiamo, al calar della stagione estiva e dopo la solita tormentata campagna acquisti, riparte lo slogan. Ricominciamo! Che si sia fatto bene o male, ogni anno la Roma ricomincia. Quest’anno lo ha fatto con un ds che più che un dirigente è sembrato il sergente Hartman di Full Metal Jacket. Pugno di ferro e diligenza certosina. E in tutti questi cambiamenti, l’unica cosa che non cambia è l’affetto di una piazza che meriterebbe di certo più stabilità.
“Scapperemo dalle barche
Nuoteremo con gli squali
E nell'ansia di cambiare
resteremo sempre uguali
Io e te”
Everest, Rovere
Il Sassuolo. Prima stagione in A del Sassuolo, anno 2013. Attaccante titolare: Domenico Berardi. 6 salvezze consecutive dopo, l’attaccante titolare del Sassuolo rimane Domenico Berardi. In mezzo, una qualificazione in Europa League e 71 gol in neroverde. Tra i nati dopo il 1994, solo Sterling, Mbappè e Werner hanno segnato oltre 50 reti insieme al #25 neroverde. Ha nuotato con gli squali per rimanere in A, ha avuto l’ansia di cambiare casacca per ogni sessione di calciomercato e alla fine è rimasto tutto uguale. Berardi al Sassuolo, Sassuolo nel cuore di Berardi.
“Senza pensarci troppo solo gustandolo
Le stesse storie e quei percorsi che non cambiano
Quelle canzoni e le passioni che rimangono
Semplicemente non scordare”
Semplicemente, Zero Assoluto
La Spal. Qui il word pun è audace. Una squadra guidata dal suo condottiero il cui cognome diviene avverbiato il leitmotiv dell’intero progetto: giocare semplicemente per ottenere risultati efficaci. La Spal è al terzo campionato consecutivo in Serie A e non intende fare a meno di quelle passioni che da anni ormai risuonano al Paolo Mazza a ritmo di promozioni e salvezze. Albert Einstein diceva che tutto dovrebbe essere reso più semplice, ma non più semplicistico: dietro al gioco semplice di Semplici c’è infatti tanto lavoro e tanta abnegazione da poter conquistare il mondo. E noi gli auguriamo di riuscirci, Semplici-mente.
“Ti ho mandata via
Sento l'odore della città
Non faccio niente, resto chiuso qua
Ecco un altro dei miei limiti
Io non sapevo dirti che
Solo a pensarti mi da i brividi”
Spaccacuore, Samuele Bersani
Il Torino. Il cuore granata, l’estate che odorava di sogni di cuoio. Preparazione ribaltata, si va a giocare in Europa. Primo turno, vinto. Così come il secondo. Al terzo, i lupi del Wolverhampton sbranano il Toro. E il cuore granata si spacca. Si resta in città, da soli a pensare ai brividi di un’esperienza che è stata e che sarebbe potuta essere. C’est la vie, Mazzarri e i suoi ragazzi avranno altre occasioni per rimettere insieme i pezzi del cuore e farlo ripartire col battito granata di cui si vive sotto la Mole.
“E pensare a quante volte
Le avrei voluto parlare di me
Chiederle almeno il perché
Dei lunghi ed ostili silenzi
E di quella arbitraria indolenza
Puntualmente mi dimostravo inflessibile
Inaccessibile e fiera
Intimamente agguerrita temendo
L'innata rivalità”
In bianco e nero, Carmen Consoli
L’Udinese. Il Watford. Lo stesso presidente che un tempo portava giocatori del calibro di Sanchez e Di Natale dalle parti del Friuli, ora sembra completamente assorto nell’imprenditoria inglese. Dalla Champions alla salvezza stentata, sembra essere passato un secolo. I tifosi dell’Udinese accetteranno di essere relegati ad uno status secondario nel cuore del proprio patròn?
“tu mi porti su
e poi mi lasci cadere
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
così che va la vita
così che va l’amore”
Tu mi porti su, Giorgia
Il Verona. Dalla stagione 90-91 sono ben sei le volte in cui i gialloblù sono stati promossi in Serie A. Nelle ultime 7 stagioni, 3 le ha passate in massima serie mentre 4 sono state le partecipazioni alla serie cadetta. Il Verona è l’incarnazione del volo pindarico per eccellenza, vive questo sport lasciando i suoi tifosi appesi in un continuo clima ad intermittenza tra gioie e dolori.
Augurando ai tifosi del Verona di rimanerci una volta arrivati su, termina questo viaggio musicale tra accordate corde di archi e arcuate traiettorie del nostro strumento preferito in cuoio lavorato.
Finalmente il nostro motivo di vita domenicale torna a fare sul serio,
the best is yet to come.
Renato De Filippi