Ho una sensazione che ogni giorno diventa più forte. Gli allenatori che negli ultimi anni hanno vinto sono gli anti populisti. Quei tecnici di temperamento che sembrano trovare risorse negli attacchi che incassano, restando in piedi come un pugile suonato che sul gong cambia volto e diventa cannibale. Conte è uno di questi, e del resto lo è anche Zidane. Entrambi sembrano fare a gara a chi è meno popolare o più antipatico a giornalisti e tifosi. Anche Allegri ebbe questo atteggiamento alla Juve. Pratico, capace di andare dritto per la sua strada anche quando la Juve al suo primo anno rincorreva gli altri in una corsa che lui stesso definì lunga e da vincere all’ultimo giro. Conte questo lo sa bene e a conti fatti al suo primo anno ha quasi scucito il nono titolo alla Juve, che senza Ronaldo e Dybala avrebbe mandato agli archivi una fascicolo magro e grigio. Proprio per questo mi risuona in testa una vocina strana e sottile ma continua.
L’atteggiamento del tecnico ha due strade, entrambe fatte di una breve attesa che porterà comunque ad una svolta. Troppo ghiotta l’occasione di diventare l’eroe di un popolo, quello nerazzurro, che ha lo stomaco vuoto e festeggerebbe nuove vittorie con i fuochi d’artificio, troppo in bilico e apparentemente avvicinabile la Juventus che troverà di sicuro la forza ma comunque deve rifondare. Proprio per questo il tecnico salentino ha già tracciato il suo futuro. L’ultimo colpo, che non è a salve come quelli precedenti, è arrivato dritto al cuore dei dirigenti, che hanno mostrato di avere le spalle larghe ma si sono trovati comunque a riflettere. Il bivio di Conte è infatti già scritto. In un sol colpo ha mostrato di poter lasciare la macchina in corsa ma allo stesso tempo ha richiamato presidente e diesse ad alzare il budget per la prossima stagione.
Del resto, se sotto la sua guida l’anno prossimo dovesse arrivare un altro secondo posto, sarebbe difficile fermarsi ancora a Milano. Per questo la prossima settimana potrebbe essere decisiva. Con Zidane in bilico a Madrid, il Psg che si guarda intorno e lo United che offre panchina e budget, Conte avrebbe le spalle coperte per poter chiedere, e magari ottenere. E se così non fosse avrebbe dalla sua parte anche una schiera di tifosi e media che non digeriscono l’attuale incapacità dei nerazzurri di creare un nuovo ciclo. Ecco perché mi risuona quella strana vocina. La gara con il Bayer potrebbe metterla a tacere o rinviarla, almeno questo spera il popolo nerazzurro, ma in caso di flop quel sottile suono si trasformerebbe nell’urlo di un tecnico che non le manda a dire. Si accomodino signori, anche la Milano sponda Inter rischia il ribaltone.
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