Di sicuro Conte non è banale. Ottimo motivatore, buone qualità da capopopolo, innegabilmente un bravo allenatore (turandomi il naso non posso negare come la Juve esprima un gioco ben definito, corale e spesso piacevole), ma deve decidere quale sarà la sua strada. Ha deciso di guidare la crociata della sua società; ha capito che per distinguersi dalla massa di allenatori (solo in Italia siamo in 30 milioni) deve urlare fuori dal coro; Non lascia passare nulla e fa rispettare rigorose regole nello spogliatoio, pur difendendo sempre in pubblico i suoi giocatori (mi è piaciuto quando ha bacchettato i fischi a Giovinco); Ha idee chiare e precise che sa portare avanti davanti a tutto e tutti; E’ uscito a testa alta dalle decisioni della giustizia sportiva per l’accusa di omessa denuncia (hanno forse fatto più danni gli avvocati della Juve, tanto per cambiare). Insomma, ha tutte le carte in regola per continuare su grandi livelli, ma deve accettare anche le conseguenze del personaggio che sta costruendo.
Conte ha tutto il diritto di festeggiare una vittoria importante come quella a Bologna. Alla fine tutto il cinema che si mette in piedi sul calcio ruota attorno al gol, attorno alle vittorie. Se non si festeggiano restano solamente le polemiche e le rotture di *** Danno molto più fastidio i Balotelli che non esultano che le corse di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta, di Mourinho a Empoli o di Conte l’altra sera. Però…. però, poi, non puoi stressare i 3/4 di minkia e fare l’offeso. Prendi i 3 punti (in pratica lo scudetto) esulta quanto vuoi e torna a casa. Non ci si può stupire sempre delle reazioni degli altri quando si esaspera il proprio comportamento. E’ come se Materazzi avesse passato la carriera a fare l’offeso o a dire di volersene andare all’estero perché i tifosi di tutta Italia gli ricordavano di essere orfano di madre. In campo non era uno stinco di santo e accettava le offese più becere*.
Conte ha tutto il diritto di sentirsi il più cazzuto di sempre. E smettere di piangere* in conferenza lo aiuterebbe a raggiungere l’obiettivo.
* Avviso ai naviganti: le riflessioni appena scritte non vogliono assolutamente giustificare i “cori beceri” o le riprovevoli accoglienze dei pullman avversari con bastoni e pietre. L’inciviltà, purtroppo, è una causa quasi persa
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23 Novembre 1980
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