In questa settimana, dopo la partita vinta dall'Inter contro la Lazio, si è passati dai paragoni con Spalletti, che vinse le prime quattro, all'attuale tecnico della Nazionale. Che alla sua seconda esperienza all'Inter dal debutto stagionale vinse le prime cinque.
E Conte si è guardato bene dai paragoni. Ricordando che quella squadra non solo vinse le prime 5 gare, ma si issò in vetta alla classifica fino al 10 gennaio. Giorno che fu sconfitta in casa dal Sassuolo, l'ultima giornata di andata. Con un rigore al 94' che ironia della sorte fù proprio una partita in cui neroazzurri tra tutte quelle giocate meritava assolutamente meno di perdere. Quella partita maledetta in cui il pallone non voleva entrare, persa, fece perdere anche quella consapevolezza che anche molto risicatamente lì portò in vetta alla classifica fino alla 18esima giornata. Qualche gara dopo rispetto all'Inter di Spalletti che seppur non perdendo fino alla 15esima giornata, dopo esser usciti sconfitti per la prima volta, ancora in casa, questa volta con l'Udinese, fece di nuovo smarrire la consapevolezza dei nerazzurri primi.

Quindi Conte parla di uno 'storico' da tenere a mente. Perché la sua Inter non è la prima a partire bene, e di sicuro non vorrebbe vederla finire male come quelle. Perché "i cavalli buoni si vedono alla fine".

Il Conte in conferenza calmo e pacato è l'esatto contrario di quello che si vede in panchina. E di sicuro anche ad Appiano.
Perchè lui sa come noi, che di quell'Inter di Mancini son rimasti solo Handanovic, D'Ambrosio, Brozovic e se vogliamo Ranocchia. Mentre rispetto a quella di Spalletti, la squadra è più matura, migliorata e più forte. Perchè se il tecnico di Certaldo aveva il seppur ottimo Miranda, lui ha il suo superiore ai tempi dell'Atletico Madrid, Diego Godìn. Se Spalletti aveva Borja Valero, lui ha Sensi. Quindi il tecnico salentino sa che i paragoni sono improponibili, ma ne estrapola a suo piacimento i lati positivi e quelli negativi. Per mettersi in una posizione di forza lui, e per togliere pressione dalla squadra. Indicando Juventus e Napoli come squadre superiori. E nessuno sulla carta lo può smentire.

Ora ritornando al paragone con Mancini, che come abbiamo detto ci sembra improponibile: Mancini a questo punto della giornata perse in casa contro la Fiorentina dei miracoli di Paulo Sousa e Kalinic. Che con un rigore dubbio e due gol su azione stese l'Inter in inferiorità numerica per 1-4. Vincere in casa della Sampdoria, partita che proprio Mancini pareggiò dopo quella sconfitta, ne ha fatto di Conte come tecnico dell'Inter con il migliore avvio degli ultimi cinquantanni.

Sopra di lui ora è rimasto solo HH. "Habla Habla". "Il Mago" Helenio Herrera.

Tecnico indiscusso e invincibile della Grande Inter.

Che vinse le prime 7 giornate di campionato nel 66-67.

Conte battendo a San Siro la sua ex squadra di cui era capitano ed allenatore, agguanterebbe il record di un uomo che è stato, ed è, un capisaldo della storia neroazzurra. Quasi il suo creatore.
E' dimostrerebbe come la bontà della scelta di puntare su di lui sia stata ulteriormente corretta.