In questi giorni sta andando in onda l'ennesima farsa giornalistica legata al mondo del calcio.
Dopo il rifiuto del Napoli di giocare la partita di Torino con la Juventus, abbiamo letto, in serie:

- colpa della Juventus che si presenta in campo;
- colpa della Lega che non rinvia la partita;
- colpa della ASL che non ha fatto partire il Napoli;
- colpa del Governo che non ha fatto regole chiare.

Prescindendo da discorsi tecnici, che chi non capisce di diritto dovrebbe evitare e, invece, in un paese pieno di laureati su Facebook, pullulano senza ritegno, gli unici intonsi sono, come al solito, i napoletani.
E, mi spiace per i cittadini che non seguono il calcio, ma nel calderone finiscono anche i cittadini che domenica sera hanno esposto un meraviglioso striscione di insulti contro la Juventus, che è passato in sordina perchè, come al solito, insultare la Juventus è solo una ragazzata.
Il Napoli aveva un solo contagiato, ma non ha rispettato l'isolamento. Non ha segnalato nulla alla ASL competente e ha continuato la sua vita normale.
Poi, il giorno prima della partita, con almeno quattro giorni di ritardo, saltato fuori un nuovo contagiato, ha comunicato la situazione alla ASL e la ASL, contrariamente a quanto fatto da tutte le altre ASL in Italia nei casi di Genoa, Milan e Toro, ha messo in quarantena tutta la squadra vietando gli spostamenti, cosa mai avvenuta prima per una squadra di calcio, in quanto esiste un protocollo specifico che ne permette gli spostamenti a determinate condizioni.
Per il Napoli e per i napoletani le regole sono, però, sempre diverse rispetto agli altri. Il Torino gioca con due contagiati. Il Milan gioca da due settimane, oramai, senza Ibrahimovic. Il Genoa, proprio la settimana prima, è andato a Napoli nonostante due contagiati in rosa e nonostante non si fosse potuto allenare nei due giorni precedenti, e ha perso 6 a zero.
Ma il Napoli non parte. E la colpa è del resto dell'universo.
Perché la ASL ha a cuore la salute della gente!
La Salernitana, stesso problema, non è stata bloccata, eppure è Campania anche quella.
Mi ricordo anche di un certo Aurelio De Laurentiis, positivo al Covid, che privatamente, col suo motoscafino privato, andava verso il Lazio per farsi curare a Roma. In quel caso si poteva uscire dalla Campania. L'isolamento fiduciario non esisteva. In quel caso, a De Laurentiis, della salute degli altri non fregava nulla.
Eppure la colpa è di tutti, tranne di chi non rispettato il protocollo della Lega, approvato solo tre giorni prima, che mirava ad evitare proprio questi problemi.
La colpa è della Juventus che, senza motivo, doveva non scendere in campo, esponendosi alle penalizzazioni previste dal regolamento, per appoggiare i napoletani, sempre pronti a insultarla, e il Napoli calcio, sempre pronto a cercare di piegare le regole ai propri comodi.
La colpa è della Lega, che tre giorni prima ha approvato un protocollo condiviso, anche dal Napoli, e che ne ha mantenuto la direttrice, sin da subito, dichiarando chiaramente, anche ad interpellanza diretta, che la partita andava giocata.
La colpa è della ASL, che un giorno prima della partita riceve dal Napoli la comunicazione dei  positivi e decide di porre in isolamento fiduciario tutta la squadra.

Ma il Napoli, in tutto questo?
Mi auguro che i giocatori siano tutti rinchiusi a Castelvolturno. Ma ne dubito fortemente, perchè l'unica regola che interessava seguire era quella di non partire per Torino.
Il Napoli, che non ha comunicato subito la situazione alla ASL, e si è messa nelle condizioni di non avere tempo di decidere, è intoccabile. Perchè dire che Napoli o i napoletani sbagliano è razzista. Quel razzismo che permette a chiunque di violare la legge e poi passare per vittima. Quel razzismo che agli antijuventini e filonapoletani, come abbiamo ampiamente visto a 90° minuto domenica pomeriggio, piace molto. Salvo poi sentirsi dire che il governo non può intervenire, perché lo sport deve mantenere la sua autonomia.

Varriale, deciditi: se lo sport deve mantenere la sua autonomia, allora il Napoli doveva partire, perché la Lega era stata chiara.
Capisco che, in una situazione del genere, fare il tifoso e il giornalista assieme diventi difficile. Proprio per questo i grandi giornalisti non fanno mai i tifosi...
Oggi leggiamo che lo sport italiano è indignato perché si pensa solo al calcio.
Mi spiace, ma così non è. In Italia abbiamo avuto i mondiali di ciclismo, gli internazionali di tennis, le classiche ciclistiche, il Giro d'Italia, il campionato di Basket, la Serie A femminile di calcio, il motomondiale, due gare di formula 1, e potrei proseguire.
Ma non ci sono stati problemi di questo genere...
Quest'anomalia italiana che, oltre a non seguire le regole, viene osannata per ciò da tutti i giornali e le televisioni e mai incolpata.
Vogliamo cominciare a cambiare qualcosa? Iniziamo a punire chi non rispetta le regole.
La cazzimma lasciamola da parte, che di danni ne ha prodotti di enormi, in tutta Italia, degli ultimi 160 anni.