Nel calcio, nel basket, nel tennis, nello sport in generale, c’è quell’avversario che non sempre in senso assoluto è superiore a noi, ma ha un movimento, un passo, magari un colpo che ci fa impazzire, che non riusciamo a controllare, che puntualmente ci frega, ci ridicolizza al punto di diventare un incubo ogni qualvolta lo dobbiamo affrontare o quando qualcosa o qualcuno ce lo ricorda.
L’incubo di Paolo Maldini si chiamava, o meglio si chiama, essendo ancora vivo, Christopher Roland Waddle, nato il 14 dicembre 1960 a Felling, paesino di circa 9.000 abitanti della contea del Tyre and Wear, nel nord est dell’Inghilterra, a pochi chilometri da Newcastle, non lontano dal confine scozzese.

Chris, così lo chiamano gli amici e gli appassionati di football, iniziò a giocare a calcio nel Tow Law Town, per poi approdare ventenne al più famoso Newcastle United Football Club, fondato il 9 dicembre 1892 dalla fusione del Newcastle East End e del Newcastle West End.
L’alto e magro ragazzo del Tyre and Wear diventò subito l’idolo del St Jame’s Park, le sue fantasiose scorribande sulla fascia destra rientrando sul suo piede mancino dopo aver saltato mezza squadra avversaria infuocavano, rendevano caldissimo il pubblico infreddolito dal glaciale vento del Mare del Nord: 170 presenze e 46 goal giocando da ala destra nel più classico dei 4-4-2.

Dopo cinque anni al Newcastle passò al Tottenham Hotspur Football club, blasonata squadra del borgo di Haringey, nel nord di Londra, fondata nel 1882.
Anche a nord del Tamigi non tardò a far innamorare con i sui capelli corti davanti e lunghi dietro e con i suoi fantastici dribbling la gente sugli spalti.
Al Tottenham rimase quattro stagioni per poi passare all’Olympique de Marseille di proprietà di Bernard Tapie, il Berlusconi francese degli anni ’80 e ’90.
Gli anni di Marsiglia (1989-1992) furono quelli della consacrazione, quelli dei tre trionfi consecutivi in campionato, ma anche quelli della finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori al San Nicola di Bari contro la Stella Rossa di Belgrado e del rigore decisivo sbagliato nella semifinale dei Campionati del Mondo giocati in Italia nel 1990. L’Italia del destino di Chris, l’Italia croce e delizia.

Nel 1991, ai quarti di finale di Coppa dei Campioni, si incontrarono il Milan degli invincibili e l’Olympique Marsiglia di Waddle e Papin, allenato dal belga Raymond Goethals, già vincitore della Coppa delle Coppe 1978 e di tre campionati sulla panchina dell’Anderlecht.
In quelle due partite Waddle fece letteralmente impazzire Maldini con finte, contro-finte, sombreri, tunnel, dribbling a continuazione quasi a scherzare, a prendere in giro quello che all’epoca era il terzino sinistro più forte al Mondo nel momento top della sua carriera.
In una recente intervista, Alen Boksic, centroavanti croato campione d’Europa nel 1993 con il Marsiglia, alla domanda “Chi è il giocatore più forte con cui hai giocato?” ha risposto così:
Senza dubbio Chris Waddle, anche se non ho mai giocato con lui, mi ci sono solo allenato, ma faceva delle cose… Ricordate la partita contro il Milan? (1-0, nel 1991). È stato l’unico giocatore che ha fatto impazzire Paolo Maldini in tutta la sua carriera! Ed era il Maldini della grande era, aveva 25 anni e gambe di fuoco. Sono innamorato di Waddle, un talento pazzo e un ragazzo fantastico. Ha lasciato Marsiglia per lo Sheffield nel 1992, quindi non era più lì nel 1993. Ma prima della finale venne con noi per cinque giorni in hotel. Si allenò con noi perché era importante. Oggi riesci a immaginare un giocatore di un altro club che viene ad allenarsi con un’altra squadra prima di una finale di Champions League? Per me è il più forte di tutti”.

Anche per me Chris Waddle era il più forte di tutti.