Riavvolgiamo il nastro sino al 17 settembre 2017. Quarta giornata del girone d’andata. Il Napoli strapazza il Benevento con un tennistico 6-0 e la Juventus risponde con un netto 1-3 al “Mapei Stadium” contro il Sassuolo. Dopo solo quattro turni, la classifica dice che al comando ci sono già loro due: bianconeri e azzurri.
Ecco, quindi, che sembra di fare un tuffo nel passato quando lo scudetto se lo contendevano Platini e Maradona. Oggi ci sono Paulo Dybala (rinominato Trybala dopo li tre gol di Reggio Emilia) e Dries Mertens (che dopo la tripletta con il Benevento è diventato Tries Mertens). Loro ricordano più, o meno, questo o quell'altro campione. I paragoni con il passato sono fatti quasi inconsciamente per sognare di nuovo e per non dimenticare chi ha lasciato orme decisive nella storia del calcio.
Dybala è mancino ed indossa la 10 come Michel Platini. Tuttavia non è francese, ma argentino ed allora, automaticamente, il termine di paragone diventa Leo Messi: un mostro. Messi appunto, uno che per provenienza e caratteristiche ricorda Maradona, anche se a Napoli un certo Mertens, soprannominato "Ciro", trascina i partenopei a suon di gol e segna proprio alla Maradona (illuminante il gol capolavoro della quinta giornata di Serie A contro la Lazio: un pallonetto da posizione impossibile, senza guardare la porta, che sua maestà Diego Armando Maradona fece, più o meno uguale, proprio contro i biancocelesti).
Quindi D o M: Dybala o Messi? Dries Mertens o Diego Maradona? Con i paragoni è meglio fermarsi qui...
In ogni caso Juventus e Napoli hanno i loro uomini simbolo. O forse, è più corretto dire “avevano”. Eh già, perché a distanza di un anno le cose sono cambiate: la Juventus ha messo a segno il colpo del secolo ingaggiando Cristiano Ronaldo ed il Napoli, oltre ad aver riscoperto un Arkadiusz Milik fenomenale, ha detto addio a Maurizio Sarri, l’artefice dell’exploit del Ciro belga.
LE CAUSE - L’acquisto del penta pallone d’oro portoghese ha riassegnato le gerarchie dell’undici di Max Allegri, penalizzando Dybala sia in chiave tattica sia nell’espressione artistica del suo talento sul rettangolo di gioco. Di contro, con l’approdo di Carlo Ancelotti all’ombra del Vesuvio, il Napoli è stato ridisegnato e a farne le spese è stato proprio il tridente tanto caro al duo Sarri-Mertens.
I NUMERI - Paulo Dybala lo scorso anno realizzò 24 reti (22 in campionato, poi mise la sua firma anche in Coppa Italia ed in Champions League). Dries Mertens, invece, ne fece 22 (18 in Serie A, 1 nella Coppa Nazionale e tre nella massima competizione europea). Il bilancio complessivo di quest’anno, però, dice 9 gol per l’argentino e 11 per il belga. Troppi pochi per gli standard a cui ci hanno abituati.
Difficile trovare i colpevoli di questo “down” nel loro rendimento realizzativo, ma la speranza è che in questo finale di stagione possano ritrovarsi entrambi, soprattutto perché per il sogno europeo di Juventus e Napoli serviranno anche i fattori D e M: Dybala e Mertens.
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