Caro Leo,
ma cosa combini? Hai sempre avuto questi deliri di onnipotenza. Come hai potuto pensare che un uomo solo al comando potesse far risorgere l’Araba Fenice?
Caro Leo, il Milan non è la Juventus. Grande storia, grande tradizione, senza dubbio alcuno. Ma, caro Leo, non era e non è neppure immaginabile che un giocatore, sia pur della tua levatura, possa rimettere sulla retta via una squadra in così gravi difficoltà, anche societarie, come il Milan.
La Juventus era una famiglia per te, e ti dava quelle garanzie tecniche ed emotive che non puoi trovare ovunque.
Alla Juve eri un gigante, supportato da due giganti (Barzagli e Chiellini); alla Juve avevi un papà putativo, quel SuperGigi che ti abbracciava quando le cose andavano bene, ma soprattutto quando andavano male.
Alla Juve esprimevi tutte le tue potenzialità, anche perché scaricare la palla su Pirlo, Pogba o Pjanic era come metterla in cassaforte; e se Pjanic era troppo indaffarato, c’era sempre la testa di SuperMario in grado di spizzare qualunque pallone; quando uscivi dall’area fino a centrocampo per anticipare un avversario sapevi di avere sempre le spalle coperte; e quante volte Cuadrado ha intercettato i tuoi lanci lunghi?
Insomma, era come giocare sul velluto. Certamente ci mettevi molto del tuo, perché di classe ne hai da vendere: per gli attaccanti avversari era prioritario girarti al largo!
Ti è mancata la modestia, forse l’umiltà di accettare un severo rimbrotto da parte del Conte Max, ma in cuor tuo sapevi che aveva anche ragione. Sei un giocatore molto competitivo e ambizioso, caro Leo, e per questo mi riesce davvero difficile comprendere come, dal pallottoliere, sia venuta fuori la tua scelta per il Milan. Evidentemente immaginavi che da solo avresti fatto uscire il Milan dalle sabbie mobili: invece? Nonostante alcune grandi prestazioni, decisamente sopra le righe, rischi di non fare neppure l’Europa League l’anno prossimo.
Caro Leo, come sono venuti fuori i tuoi conti? Hai visto la faraonica campagna acquisti che ha fatto il Milan e hai pensato di essere la ciliegina sulla torta. Hai visto, caro Leo, che fine ha fatto Il PSG? Non sono solo i soldi degli sceicchi o dei cinesi che fanno la differenza, ci vuole LA SOCIETA’.
Mi dirai che volevi fare un’esperienza nuova: non c’erano altre soluzioni di mercato? Sappiamo entrambi che c’erano. Se avessi anche solo lontanamente la modestia e l’amor proprio di Marchisio (mai in Italia se non alla Juve!), probabilmente sarebbe stato più facile scegliere il Chelsea, e avresti dato sfogo alle tue immense capacità.
Caro Leo, ti auguro davvero il meglio. Spero che tu possa raggiungere l’obiettivo che ti sei posto: far risorgere l’Araba Fenice.
Ma ricorda: non sempre l’erba del vicino è più buona!
A volte è necessario accettare, con modestia, quella di casa propria.
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