Ci sono gol che dividono i tifosi, perché lo sport quando va in bocca ai tifosi perde la competenza e si traduce in passione, rabbia, sfottò e tutto quanto dall'animo umano riesce a debordare.

Un po' quello che succede alle immagini epiche, a quella borraccia passata da Coppi a Bartali o che Coppi ha raccolto dalle mani di Bartali. Già il filosofo statunitense Kenneth Burke allertava: "wherever there is persuasion, there is rhetoric, and wherever there is rhetoric, there is meaning", ossia "dove c'è persuasione, c'è retorica, e dove c'è retorica, c'è significato" e sappiamo tutti quanto una buona retorica sia persuasiva!

Ma qui non possiamo lasciarci prendere dal tifo, perché il calcio è una disciplina che va compresa, e più la si comprende più la si apprezza.
Il grande Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr., uno che giocava sul ring, che trasformava il tappeto in una caccia al topo, affermava: "è la ripetizione delle affermazioni che porta a credere. E quando il credere diventa una convinzione profonda le cose iniziano ad accadere", una tra le tecniche motivazionali più potenti. E quindi la utilizziamo per analizzare quanto è avvenuto l'altra sera, quando l'Inter è capitolata grazie al secondo gol di Ronaldo. I tifosi si dividono. Chi esalta  il portoghese e chi accusa Handanovic e la complicità scellerata di Bastoni. Un derby nel derby d'Italia, chi si sofferma sul movimento di Ronaldo e chi invece sul pasticcio difensivo nerazzurro, con l'asso pigliatutto che Antonio Conte getta sul tavolo delle interviste: "abbiamo regalato due gol alla Juventus".

Ma è proprio così? Certo, come potrebbe non esserci un errore se una delle due squadre subisce il gol? Se la memoria non mi inganna, ma con il passare dell'età la memoria si prende rischi che non dovrebbe permettersi, Liedholm diceva che "la partita perfetta finisce 0 a 0". Tralasciando la sincerità e per alcuni discutibilità dell'affermazione (se non ci sono gol allora l'attacco è imperfetto!), nel secondo gol di Ronaldo c'è un errore difensivo. Ma questa è l'analisi superficiale, un'analisi che non mi soddisfa.
Quindi mi sono rivisto l'azione, non una, ma innumerevoli volte, non solo di filato, ma anche spezzando il flusso dei movimenti, perché in quell'azione percepivo l'intelligenza del campione.
Ma riassumiamola brevemente. A centrocampo Stefan de Vrij effettua un retro passaggio verso Bastoni, con Ronaldo appostato alla trequarti. Bastoni vede Handanovic fuori area in ritardo sul pallone e decide di spostare la palla verso l'esterno per eludere la corsa dell'avversario, che invece intercetta il pallone e segna nella porta sguarnita. Fin qui siamo nel campo del sommario, un breve tracciato che spiega l'azione.

Ma è a questo punto che è necessario sospendere il giudizio del tifoso (quello interista che impreca e quello Juventino che esulta) e impadronirsi dello sguardo tecnico di chi ama il calcio, perché Ronaldo è geniale, anticipa l'errore e segna. Ronaldo, come una leonessa che punta la preda, corre verticalmente verso Bastoni, poi in velocità reclina leggermente le gambe, scarta di lato e frappone il corpo tra il difensore e la palla. Questa è l'istantanea che dovrebbe essere spiegata nelle scuole calcio, perché è in questa frazione di secondo che Ronaldo anticipa il proseguimento dell'azione e decide che solo in quell'istante può arrivare sulla palla. E' in questo scarto temporale, nel momento in cui il chiodo cede al peso del quadro che succede il patatrac. Bastoni si accorge del ritardo del compagno, rallenta la corsa e decide di spostare la palla verso la sua sinistra, ma a quel punto Ronaldo è già posizionato sulla traiettoria della palla e gli risulta facile rubarla e calciare in porta. Fine della trasmissione. Se volete,potete riavvolgere il nastro e commentare, ma qui ci sono la grazia, la tempestività, la tecnica e la previsione del campione.

Questo è il calcio, questo è ciò che trasforma un gol in quella giocata che andrebbe insegnata.