Forse c'eravamo semplicemente illusi. Come ogni anno. Siamo per l'ennesima volta saliti sulle montagne russe vivendo la piacevole emozione della lenta salita fino al punto più alto che, inevitabilmente, una volta raggiunto ci ha consegnato ad una veloce ed irrefrenabile discesa. E' il karma al quale la squadra Inter si è consegnata negli ultimi campionati, nei quali si contrappongono con stucchevole regolarità uno scintillante inizio di campionato ad uno sconcertante girone di ritorno. Ne è assoluta ed inconfutabile riprova il fatto che nonostante un nuovo allenatore, un nuovo coordinatore tecnico, nuovi giocatori e tanti, tanti, troppi proclami ci ritroviamo ora ad avere i medesimi punti in classifica della disastrata stagione scorsa. Tutti ci stiamo, purtroppo, immedesimando nell'alone di mediocrità che avvolge da troppi anni l'Inter. Tutti. Società, tifosi, ma soprattutto la squadra. Squadra che vive di una cifra tecnica obiettivamente mediocre. Anche perchè, viste anche le squadre d'origine dei presunti rinforzi, se la tua campagna di rafforzamento estivo si concentra su giocatori provenienti da squadre di livello tecnico inferiore, la cifra tecnica della squadra non potrà, tranne che in poche e fortunose occasioni, tendere che al livello di provenienza dei giocatori stessi. Con l'aggravante che i nostri presunti campioni, vestita la gloriosa maglia nerazzurra, perdono anche la grinta e la voglia di lottare che solitamente è caratteristica principale delle squadre di livello inferiore.
In tutto questo marasma non aiuta la figura di Spalletti, sempre più rapito dai demoni interiori che ne rapiscono l'anima e lo trasformano da sublime poeta e trascinatore di folle quando la classifica arride ad antipatico saccente in perenne lotta con se stesso e il mondo quando subentrano le prime difficoltà. L'attuale lotta che l'allenatore ha intrapreso con la propria dirigenza è stucchevole e controproducente, con il risultato di destabilizzare le figure societarie agli occhi della squadra dando l'errata impressione di un "liberi tutti" che non aiuta una squadra già psicologicamente debole per mancanza di figure in grado di guidare lo spogliatoio. E' per questo che una partita teoricamente facile come quella con il Benevento, e facile non lo sarà, darà il senso definitivo a quello che i tifosi dovranno aspettarsi per il prosieguo del campionato. E' una partita che arriverà dopo che presumibilmente, per la prima volta nel campionato, stante la più che probabile vittoria della Lazio con il Verona, l'Inter risulterà fuori dai quattro posti per la qualificazione ai gironi di Champions. O ci si rialza subito, dimostrando il piglio della grande squadra, oppure continueremo inermi ad attendere che finisca il giro sulla montagne russe. Altro giro, altra corsa. Venite bambini, fatevi comprare tanti giocatori nuovi e ricominciamo a salire in giostra; 50.000 spettatori di media allo stadio e milioni di tifosi in giro per il mondo (anche in Cina? Mah?) si meritano di più.
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