Un'agonia che avrà fine solo a campionato concluso: questa è ormai la stagione del Milan. Eliminati dal modesto Olimpyakos in Europa League, i rossoneri sono usciti anche dalla Coppa Italia, contro la Lazio, regalando al pubblico del Meazza una prestazione indegna.
La squadra di Inzaghi ha vinto solo per 1-0, col gol segnato in contropiede da Correa. Ma la partita poteva tranquilamente finire con 6 o 7 reti di scarto, visto il numero di occasioni sciupate dai biancocelesti, bloccati anche dalle super parate di Reina. Milan mai in gara, insomma, che ha disputato una delle sue peggiori partite della storia più recente. Il tutto nonostante ci fosse in palio la finale all'unico trofeo teoricamente conquistabile e nonostante il tecnico avesse parlato, alla vigilia, di "bava alla bocca".
Il Milan visto ieri è stato lo stesso identico degli ultimi due mesi. Squadra in condizioni fisiche pietose, senza voglia, senza idee, distratta in difesa, inesistente in attacco, impresentabile a centrocampo, senza motivazioni. Incapace persino di battere i corner e d'altronde non è un caso che il gol laziale sia nato da un angolo calciato malissimo da cui è scaturito un contropiede micidiale. Roba da dilettanti allo sbaraglio, errori che solo negli ultimi minuti di una partitella tra scapoli e ammogliati si possono concepire.
Il Milan è ormai imploso e non ha nessuna possibilità di centrare obiettivi stagionali: solo il Torino, oltretutto lanciatissimo, può perderla, la sfida di domenica. Aspettare ancora per emettere sentenze è diventato inutile. Gli ultimi due, strazianti mesi, cominciati col ko nel derby, sono più di una sentenza. Sono una pietra tombale sul Milan di Gattuso, allenatore che non è mai stato in grado di dare un gioco ai suoi, né tanto meno di trasmettere quella grinta che era la sua principale caratteristica quando era in campo.
Di fronte a questo continuo scempio, Leonardo temporeggia. Forse si sente in colpa anche lui per i tanti errori commessi sul mercato? Forse. Perché nel calcio, si sa, di rado si ammettono le proprie responsabilità. Gattuso lo fa solo a parole. Sa di aver perso la squadra, sa che il Milan è in condizioni pietose, eppure resta incollato alla sedia di allenatore. Dimissioni? Per ora, non se ne parla nemmeno. E allora tocca alla società staccare la spina al Milan di Gattuso.
Nessuno potrà fare miracoli con una squadra ridotta in queste condizioni a 5 partite dalla fine, questo è chiaro a chiunque. Ma non è nemmeno accettabile che la società resti immobile di fronte allo spettacolo raccapricciante offerto dal Milan in questo periodo. Non lo meritano i tifosi, non lo merita la storia del club. Se Gattuso non si dimette, tocca alla società staccare la spina, adesso, anche se è troppo tardi.
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