Non si vede via d’uscita. Un film già visto e rivisto, il solito epilogo tragico e le solite chiacchiere inutili che ne seguiranno. Sono passati ormai quasi dodici anni dalla morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ed è triste constatare che da allora non è cambiato praticamente nulla. Nonostante gli infiniti mezzi preventivi nei dintorni dello stadio e il diverso approccio comunicativo dei media che ne scaturirono proprio dopo quella tragedia. 

Da quel giorno una serie infinita di scontri, l’ennesima tragedia a Roma con la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito, fino ad arrivare all’episodio di ieri. Un ultras dell’Inter è rimasto ucciso durante un agguato avvenuto circa un’ora prima di Inter-Napoli. 

La degna chiusura di un anno e di un periodo caratterizzato da violenza e maleducazione attorno al mondo calcio. Soltanto un mese e mezzo è passato dall’episodio dell’aggressione al giovane arbitro a Roma a cui sono seguite le solite, tardive, riflessioni sull’assurdità di questi avvenimenti. L’assurdità di una violenza che ormai è tradizione e normalità, come quella che ha portato al rinvio della finale di Copa Libertadores tra Boca e River. 

La pecca della sicurezza intorno ai nostri impianti e nell’individuazione dei colpevoli resta, ma non è questo il problema principale. Nel caso dell’episodio di ieri parliamo di un vero e proprio piano di guerra premeditato. A due chilometri dallo stadio. “Ovviamente la sanzione del Daspo in questa situazione incredibile è marginale” dice il questore di Milano, Marcello Cardona.  

E infatti c'entra questo con il calcio, cosa ci azzecca il daspo? Come si può definire reato da stadio una cosa del genere? Che la scusa per soddisfare sfoghi e violenze per queste persone coincida ‘apparentemente’ con la manifestazione di eventi sportivi non vuol dire che non si possa far nulla per cercare di separare il calcio, il nostro calcio, da tutto questo.  

L’impresa sembra però quasi impossibile e il tempo ce ne sta dando la prova. Purtroppo lo stadio è anche massa e quando l’uomo segue la massa perde la capacità di ragionare con il proprio cervello e di analizzare la logicità delle proprie azioni.
Ecco perchè anche il problema del razzismo negli stadi sembra di difficile risoluzione. E molto probabilmente sentiremo ancora altri cori razzisti per Koulibaly e vedremo altri scontri fuori dagli stadi...