A due minuti dalla fine della partita decisiva per lo scudetto, contro la Juventus, un calciatore del Cagliari chiese: «Mister quanto manca?». Scopigno, mentre aspirava la sua sigaretta, rispose con calma olimpica: «A che cosa?»
La tranquillità con cui l’allenatore del Cagliari del tricolore si rivolge a un suo giocatore in un momento cruciale della stagione, sembra tracciare una sottile linea fino ad oggi, fino al punto in cui nel capoluogo sardo si è ricominciato a sognare. Attenzione: nessuno intende candidare il Cagliari per lo scudetto, ma a conti fatti, in questo momento della stagione, i rossoblù sono in zona Champions e sembrano non volersi fermare.
Ciò che impressiona di più della formazione delle Teste di Moro non è tanto il loro cammino quasi impeccabile - 8 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte - attribuibile in parte alla qualità della rosa a disposizione di Maran. La rassicurante presenza a centrocampo di Nainggolan, il riscatto di Olsen e i numeri impressionanti di Joao Pedro sono solo tre delle variabili che si sono sposate alla perfezione nel progetto tecnico messo in piedi dalle parti della Sardegna Arena.
Ciò che in realtà colpisce è l’aspetto mentale e l’inaspettata maturità di alcuni calciatori, soprattutto nella gestione dei momenti complicati della partita. Tutto ciò si traduce in un'invidiabile spensieratezza dettata dalla totale assenza di pressioni da parte dell’ambiente. L'esempio più evidente è quello dell'ultima giornata disputata, il match interno contro la Sampdoria. Rimontare uno svantaggio non è mai semplice, farlo accorciando le distanze per poi essere di nuovo superati sul 3-1 a venti minuti dalla fine è dimostrazione di grande carattere.
Il 4-3 di Cerri, al minuto 96, ha fatto esplodere ai massimi livelli tutto l'entusiasmo di una piazza ormai carica di adrenalina da troppo tempo. La voglia di riscatto dei più esperti e l'esigenza di mettersi in mostra da parte dei giovani hanno creato una realtà che non sembra volersi porre dei limiti, la cui forza più grande risiede nella perfetta simbiosi con la gente, un popolo con una propria identità ancor prima che dei semplici tifosi.
Impossibile pronosticare dove si troverà il Cagliari a maggio, il calcio è pieno di storie meravigliose che però talvolta non trovano il lieto fine. Ma se le premesse sono queste, allora l'Europa potrebbe diventare sempre meno irraggiungibile. E forse Maran, a bordo campo, un po' spossato dal primo caldo stagionale, potrà avere l'occasione di rispondere: «A che cosa?».
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