Vorrei partire dalla foto che potete osservare in questo articolo.
Molti di Voi si chiederanno chi è costui ma gli amanti del calcio, sicuramente, lo riconosceranno immediatamente. Quest'uomo rappresenta in pieno la squadra e la storia della mia città, Rieti...

Nasce a Paularo in Friuli Venezia Giulia, nel 1925 raggiunse Rieti con la famiglia a seguito del traferimento del Padre, il quale serviva il Corpo forestale dello Stato, che venne assegnato al distaccamento di Rieti. Da calciatore molti lo ricordano come un terzino diverso dagli altri dell'epoca, meno duro, più pulito e di stile. Ma la carriera calcistica, cominciata in serie C proprio nelle fila della compagine Amaranto Celeste (colori rappresentativi del Rieti), dura poco meno di quattro anni. Infatti, proprio nel momento in cui riuscì ad approdare in serie A, con la maglia del Napoli, ebbe un brutto infortunio rompendosi i legamenti del ginocchio per il quale all'epoca non vi era rimedio. Da quella avversità nacque la sua indimenticabile carriera da allenatore.

"Il Filosofo", così veniva chiamato per via dei suoi studi universitari in Filosofia, amava sperimentare nuovi schemi basandosi su uno stile di calcio totale tanto da essere definito da alcuni come precursore del calcio totale olandese.
Comincia la gavetta proprio nella Sua amata Rieti, passando per Ortona fino ad arrivare nel 1959 in serie A, nel Vicenza, facendo l'allenatore in seconda per mister Lerici. Lerici venne poi esonerato e consigliò alla società di dare la panchina al "Filosofo" così il presidente decise di affidargli la guida della squadra.
Con i biancorossi ottenne ottimi risultati dove rimase fino al 1965. Venne in seguito ingaggiato dal Bologna, ma dopo solo 5 giornate fu esonerato.
Passata la stagione del 1965 a guardare da spettatore, nel 1966 viene chiamato dal Cagliari dove raggiunse l'apice della sua carriera. Infatti, in pochi anni riesce a riscrivere la storia del club Sardo raggiungendo, nel 1969, il fantastico traguardo del secondo posto. Ma è nel 1970 che riscrive la storia del calcio Italiano.
Il mister, nonostante i 5 mesi di squalifica dal campo dopo un'alterco con un guardalinee, insieme ai Suoi calciatori (uno su tutti Gigi Riva), riesce a tenere testa alla Juventus di Anastasi e all'Inter di Facchetti e Suarez regalando l'unico ed indimenticabile scudetto vinto dal Cagliari.
L'anno successivo a causa dell'infortunio di Gigi Riva non riesce a ripetere l'impresa uscendo anche dalla Coppa dei Campioni. Decise quindi, dopo un'anno sabbatico, di provare una nuova avventura nel Lazio sponda giallorossa dove ahimè durò poco. Non si sà se per via delle divergenze con l'allora presidente Anzalone, oppure perchè non riusci a reggere la pressione della piazza, ma riuscì comunque a lanciare un giovane talento dal nome Agostino Di Bartolomei.

Dopo un breve ritorno al Vicenza MANLIO SCOPIGNO si ritirò e visse nella sua Amata Rieti dove il 25 Settembre 1993 morì a causa di complicazioni dovute da un'aneurisma.

A Lui sono dedicate la tribuna stampa del Cagliari e una piazza nella città stessa.


A Rieti lo STADIO CENTRO ITALIA-MANLIO SCOPIGNO è il vanto della città ed ogni anno vi si svolge la SCOPIGNO CUP, competizione internazionale dove  partecipano le più grandi squadre giovanili professionistiche di tutto il mondo. Alla stessa competizione segue il PREMIO MANLIO SCOPIGNO che assegna, tra i tanti riconoscimenti, quello del migliore allenatore di serie A e di serie B dell'anno.

“Chi è veramente Manlio Scopigno? Uno che in questo momento ha sonno“ rispose in una intervista “Il Filosofo”

Chi è veramente Manlio Scopigno? Uno che in questo momento è STORIA rispondo io ora.