Qualsiasi tifoso o simpatizzante milanista era consapevole che, fra le sette partite che mancavano alla conclusione di questo campionato, la trasferta di Roma, contro la squadra allenata dal portoghese Mourinho, era, almeno sulla carta, la più insidiosa e pericolosa.
Una volata finale per assicurarsi un piazzamento valido per partecipare alla Champions del prossimo anno che vede coinvolte cinque squadre, per i tre piazzamenti dietro al Napoli, ma che potrebbero essere anche solo due, nell'eventualità che due squadre italiane vincessero le Coppe Europee.

Bisognava quindi tornare imbattuti dalla transferta nella capitale d'Italia, consapevoli che nelle ultime sei giornate il Milan ne giocherà quattro in casa, contro Cremonese, Lazio, Sampdoria e Verona e solo due, in trasferta, contro lo Spezia e la Juventus. Le numerose assenze della Roma, Smalling e Karsdorp, titolarissimi nella difesa giallorossa, oltre Wijnaldum e Liorente e con Dybala in panchina e non nelle migliori condizioni fisiche, obbligava la squadra di casa, ad un atteggiamento molto prudente impostando una partita prevalentemente difensiva e rinunciando anche alla possibilità di poterla vincere, pur di non perdere. Al contrario il Milan, che avrebbe voluto tentare di vincerla, ha affrontando avversari ben organizzati a livello difensivo, chiusi dietro alla linea della palla e quando superati, pronti al fallo sistematico, evidenziando tutte le sue difficoltà in partite così fisiche e complicate. 

Ne è scaturita una partita brutta, fallosa, nervosa e priva di occasioni. Indirizzata verso uno scialbo zero a zero, che avrebbe inorgoglito molto di più la squadra di casa, oltretutto privata per infortunio di Kumbulla, con l'obbligo di scalare Cristante al centro della difesa e in attacco del "gallo", Belotti, sostituito benissimo dall'ex milanista, il "faraone" El Skaaravy. Mentre la squadra ospite, sembrava incapace di indirizzare l'incontro a proprio favore e soffrire la fisicità degli avversari.
Quando l'arbitro Orsato, non certo nella sua serata migliore, assegnava i sei minuti di recupero, sembrava che tutto ormai fosse già deciso, non potendo pensare che il Dio del Calcio, avesse riservato un finale a sorpresa e inimmaginabile, racchiudendo in quei pochi minuti, tutte quelle emozioni che i novanta minuti, più di calci che di calcio, avevano negato a  tutti coloro che stavano guardando la partita. Il gol di Abraham al minuto 94, nell'unico tiro della Roma, nello specchio della porta difesa da Maignan, faceva esplodere l'Olimpico e sprofondare il Milan fra una delle probabile escluse dalla prossima edizione della Champions. La palla persa da CDK, il guizzo di Abraham, tra i due difensori, Thiaw e Kalulu, subentrati ai perfetti, Tomori e Kjaer e il tiro, imparabile, anche per il nostro "Magic", inoperoso fino a quel momento, apparivano come una punizione troppo severa. Invece i ragazzi di Pioli, anche loro incapaci di fare un tiro in porta per impensierire Patricio, riuscivano in una impresa che a quel punto sembrava impossibile.

Contro una squadra che fa una fase difensiva, in modo quasi perfetto, con pochissimi minuti a disposizione e davanti ad un pubblico che stava già festeggiando una vittoria, che sembrava impossibile, Salemakers, il più pericoloso dei ragazzi di Pioli in fase di attacco, subentrato a Diaz, che era stato sovrastato fisicamente, raccoglieva un preciso cross, proposto da Leao e al minuto 96, sbucando libero sul secondo palo, segnava il gol del pareggio. Un gol importantissimo, che consente al Milan non solo di restare agganciato alla Roma, ma anche di equilibrare gli sconti diretti, così che nel caso di un arrivo a pari punti, ci si debba affidare alla differenza reti che attualmente avvantaggia la squadra rossonera. Considerando anche il fatto che fra sette giorni si giocherà il confronto fra Roma e Inter, ci sono sufficienti motivi per essere moderatamente ottimisti.

Nel pareggio roccambolesco di ieri, va comunque evidenziato che questo tipo di partite, così brutte e fallose, se possono essere giustificate dalla posta in palio, così importante per l'aspetto economico, danneggiano totalmente l'immagine del nostro calcio.
Ora, difendersi è una scelta, oltre che un diritto, ma nel farlo non ci si può affidare costantemente al fallo sistematico e spetta all'arbitro prendere i giusti provvedimenti.
Premesso che sono contrario all'espulsione, preferendo una "sostituzione obbligata" al lasciare una squadra in inferiorità numerica, la Roma meritava uno o due cartellini rossi e specialmente l'intervento di Ibanez su Salemakers, che Orsato ha giudicato da giallo, meritava ben altra sanzione, mostrando ancora una volta quanto la VAR sia inutile e utilizzabile a proprio piacimento. Il Milan non ha giocato male ed è più che comprensibile che siano stati molti i giocatori a pensare più a non subire contusioni che a vincere la partita, poichè NESSUNO vuole saltare la doppia sfida di Champions contro l'Inter, almeno non per infortunio.

Sei partite alla fine del campionato, se l'Inter battesse la Lazio si formerebbe un terzetto a 57 punti, con Milan, Roma, Inter e l'Atalanta a sole due lunghezze di ritardo. Per il Milan ora testa alla sfida contro la Cremonese, davanti al proprio pubblico, una partita complicata, ma sicuramente più serena di quella di ieri, perchè quando si gioca a, Roma più che una partita di calcio, sembra una sfida fra gladiatori, a memoria di anni passati.