Da grande appassionato di motori quale sono non posso che festeggiare la ripartenza del Motomondiale, soprattutto in questo 2022 in cui potremo assistere alla sfida (quasi) ad armi pari tra gli alfieri di Honda, Yamaha, Suzuki e Ducati.
Una delle questioni centrali di questa nuova stagione è senza alcun dubbio il ritorno dell’icona Marc Marquez, dopo il terribile infortunio subito a Jerez nel 2020 che lo ha costretto lontano dalle gare per quasi due stagioni intere. Non a caso Marc, che è già riuscito a meravigliare il pubblico e vincere più di un GP nella seconda parte del 2021, è per le agenzie di scommesse il grande favorito alla pari di “Pecco” Bagnaia, più distanti invece gli ultimi due campioni del mondo Joan Mir e Fabio Quartararo. Gli umori dei quattro grandi sembrano essere diversi a seconda dei casi. Bagnaia potrà ancora beneficiare della Ducati che nelle ultime stagioni si è dimostrata la miglior moto in pista, Marquez ed il connazionale Pol Espargaro si sono dimostrati entusiasti dei progressi compiuti da HRC dopo diverse stagioni passate ad inseguire.
Discorso diverso per il francese in sella alla Yamaha ed il maiorchino della Suzuki. Entrambi, a più riprese, si sono lamentati anche pubblicamente dello sviluppo carente delle rispettive moto da parte delle case giapponesi, mostrandosi sempre preoccupati e forse un pizzico invidiosi del lavoro svolto in casa Ducati, il costruttore che più di tutti innova e stupisce all’interno del paddock.

La vittoria finale passerà da alcune tematiche chiave che riguardano sia la forma dei piloti che lo sviluppo dei prototipi, con Suzuki che ha dovuto affrontare un'ulteriore problematica durante la stagione 2021. La casa nipponica di Hamamatsu ha da pochi giorni annunciato l’ingaggio dell’italiano Livio Suppo nel ruolo di Team Manager, figura centrale ricoperta dal connazionale Davide Brivio durante la cavalcata trionfale del 2020 che è però mancata moltissimo nel box Suzuki dopo l’addio di Brivio direzione Alpine F1. Per quanto riguarda i piloti saranno la salute di Marc Marquez e la maggiore esperienza di Bagnaia i fattori che più di altri incideranno sul verdetto finale. La spalla ed il braccio del pluri-iridato catalano hanno subito danni tali da aver seriamente messo a rischio il proseguio della sua carriera, non sarebbe dunque una sorpresa vedere un Marc a tratti poco brillante ed affaticato specialmente nel corso delle fasi finali di alcune gare fisicamente più impegnative. Bagnaia dovrà invece dimostrare di aver guadagnato l’esperienza necessaria a garantirgli la freddezza e la lucidità che occorrono ad altissimi livelli, doti senza le quali non si può aspirare alla vittoria finale.

Altra questione spinosa, come già accennato, concerne lo sviluppo delle moto. Ducati è da anni un passo avanti alle altre senza però riuscire a vincire il tanto desiderato mondiale piloti, ma questo 2022 potrebbe essere l'anno buono per i ragazzi di Borgo Panigale. Oltre ad un mezzo iper-competitivo la casa del gruppo VW dispone di un parco piloti degno di nota, dal momento che al già citato Bagnaia vanno affiancati l'ottimo Miller ed un Martin più esperto della stagione passata che, visto l'indubbio talento, sono necessariamente da tenere in considerazione per la corsa iridata, seppure come outsider. I test hanno rivelato una crescita notevole di Honda, che sembra davvero aver imparato dagli errori degli ultimi tempi. La RC213V pare finalmente un mezzo guidabile e gestibile, e non più il mostro indomabile (persino per Jorge Lorenzo) progettato su misura per Marc Marquez ed il suo stile al limite e talvolta anche oltre. Le incognite Yamaha e Suzuki sono in ritardo, o almeno questa è la sensazione. Dello sviluppo problematico dalle parti di Iwata si parla da anni, ma è anche vero che il campione in carica è proprio un pilota Yamaha. La guidabilità del mezzo non è in discussione ma la differenza con le concorrenti a livello di motore (Ducati in primis) non sembra diminuire, tutt’altro. Discorso simile per Suzuki, lo sviluppo non segue il passo di Honda e Ducati ma la moto guidata dagli spagnoli Rins e Mir continua a fare dell’equilibrio una delle doti centrali del progetto. A mio avviso, sono da considerarsi molto più indietro Aprilia e l'austriaca KTM. Non ritengo abissale il divario dalle altre, in verità è proprio il grande equilibrio tecnico ad aver contraddistinto le ultime stagioni di MotoGP, ma le due case europee non danno l’idea di avere i mezzi tecnici e neppure dei “big” in sella per impensierire le giapponesi e Ducati.

In conclusione, desidero spendere qualche parola sull’addio della leggenda Valentino Rossi. Nel mio personale caso il suo ritiro dalle due ruote non avrà alcun impatto, dal momento che mi sono sempre reputato un appassionato dello sport e non di un pilota nello specifico. Non metto in dubbio che la sua assenza si farà sentire a livello mediatico e di ascolti, nel nostro paese più che altrove, così come sono altrettanto certo che lo spettacolo ed il divertimento non mancheranno anche senza di lui.
Il livello è a mio giudizio molto alto e le battaglie a cui assisteremo saranno frequenti ed esaltanti per qualsiasi appassionato.