Il marciatore italiano e campione olimpico Alex Schwazer, nato nel dicembre del 1984, torna a farsi sentire tramite il suo avvocato legale Gerhard Bradstaetter.
Schwazer in prossimità dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012 venne chiamato ad eseguire il controllo antidoping, al quale risultò positivo. Il Tribunale Nazionale Antidoping in seguito lo fece squalificare fino all’aprile del 2016, anno in cui partecipò ai Giochi Olimpici a Rio De Janeiro. Nello stesso anno, in seguito a dei controlli antidoping senza preavviso, risultò positivo al testosterone (un ormone steroideo del gruppo androgeno, prodotto per la maggior parte dalle cellule di Leydig). La Federazione Internazionale di Atletica Leggera decise di sospenderlo e, in seguito, il Tribunale Arbitrale dello Sport lo squalificò per un arco di tempo di otto anni: dal 2016 al 2024.
Bradstaetter nelle recenti interviste afferma che nei prossimi giorni sarà presentato il ricorso alla Corte Federale Svizzera, al fine di consentire a Schwazer di poter partecipare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2021. L'obiettivo degli avvocati legali è di sospendere la squalifica emancipata da parte del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, appunto in Svizzera, eseguita in seguito al secondo tracciamento positivo al doping del campione. Nello scorso mese Walter Pelino, giudice a carico del procedimento penale sui controlli ai test anti-doping di Alex Schwazer, ha ritenuto apertamente che i test eseguiti sulle urine dell’atleta fossero stati appositamente modificati.
Nel corso degli anni sono state presentate ulteriori richieste di annullamento a carico di questa squalifica, ma in mancanza di ulteriori nuovi fatti o testimonianze, queste vennero rifutate.
Schwazer sembrerebbe determinato a tornare a gareggiare.
Lo si può ben dedurre dal discorso da lui fatto nelle scorse settimane quando fu ospite di Amadeus sul palco dell’Ariston a Sanremo. Ecco riportati alcuni spezzoni del suo discorso: ‘’La mia bimba mi vedrà in gara: prima per le qualificazioni e poi alle Olimpiadi. Ho tanta determinazione, voglio chiudere questo cerchio perché ho vinto in tribunale, ma sono uno sportivo e ora voglio vincere in gara’’.
Aggiunge anche: ‘’Ho trovato un giudice coraggioso, che è voluto andare fino in fondo per vederci chiaro: nella sfortuna è stata la mia fortuna. Ora voglio essere di nuovo giudicato dalla giustizia sportiva con i fatti emersi. In questi anni ho perso un' Olimpiade e tante altre gare, non voglio perderne altre. Nessuno mi ridarà quello che ho perso perché non si può tornare indietro, ma si può rimediare permettendomi di non perdere altre gare senza colpe". "Nessuno mi ridarà quello che mi hanno tolto, ma quello che si può fare è non perdere altre gare".
"Mia moglie è stata importantissima, mi ha dato una famiglia e ha dato alle cose della mia vita i giusti valori". "Questa vicenda è stata molto pesante, ma sapevo che a casa c'era la famiglia che era ancora più importante".
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