Blog: Atalanta-Inter, la solita trasferta del Cassio
di fabripoes
Quando ho regalato al mio nonno 91enne i biglietti per andare assieme a vedere l’Otello (lui che si chiama Otello) mi era sembrata proprio un’idea carina. Bello baldanzoso ho anche scelto con attenzione lo spettacolo del martedì, visto che di mercoledì sapevo esserci il temutissimo turno infrasettimanale. La mia autostima è calata drasticamente quando su radio sportiva ho sentito Mazzarri che faceva la conferenza di lunedì…
E così non potevo sapere che, mentre Iago cominciava a tramare contro il Moro, Alvarez ci portava meritatamente in vantaggio; che, mentre Otello sentiva crescere il velenoso seme della gelosia, puntuale arrivava la disattenzione difensiva e Denis pareggiava; che, mentre Desdemona si disperava nella ricerca di un fazzoletto bianco, Icardi prendeva il suo solito palo; che, mentre Otello si suicidava, Rizzoli fischiava tre volte e decretando la fine della terza trasferta del Cassio.
Già. Stanno diventando troppi i punti persi causa cali di tensione. E sfiga, perché no. Con Cagliari e Torino anche a Bergamo potevamo gestire meglio il vantaggio, ma così non è stato. Un filotto di trasferte da vorreimanonposso che ci stanno allontanando dalla zona champions senza contare che la prossima partita siamo ancora fuori e a Udine. Altro storico campo dove siamo soliti pigliare schiaffi più o meno forti, considerando che i simpatici friulani hanno da poco giocato una delle più brutte partite della loro storia a San Siro contro il Milan e, domenica scorsa contro la Roma, sono riusciti a perdere una partita che potevano tranquillamente vincere. In pratica si sono caricati a pallettoni per scassarci i trequarti.
Pensando a noi la parola d’ordine deve essere “continuità”. Non di gioco o di rendimento, che con Mazzarri non sono mai mancate del tutto. Quanto per i nostri uomini chiave Kovacic e Guarin. Volenti o nolenti sono loro che devono cominciare a girare. E forte. Il mister ha tracciato una linea ben definita verso la volontà di non prendere gol come prima e principale caratteristica. Indi per cui il peso offensivo di due punte ancora non abbiamo potuto metterlo in campo. Dietro l’ottimo Palacio, quindi, servono uomini in grado di garantire altrettanta pericolosità. Con il nuovo Alvarez che piace non poco, sono atti proprio Kovacic e Guarin a essere completamente mancati. E il tempo stringe. Con il rientro di Campagnaro, se Mazzarri dovesse convincersi a responsabilizzare la “difesa titolare” ecco che potrebbe arrivare davvero il momento di mettere al fianco di Palacio un vero puntero, con Taider e Cambiasso bassi, e i nostri uomini chiave in panca. Entrambi.
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