Potremo considerare il 2018 come Anno Zero dopo CR7? Un acquisto di pura tattica ai fini calcistici che diventa un'alleanza di co-marketing sportivo. Dell'arrivo di Cristiano si parla come possibile volano di entusiasmo e attenzione non solo per la Juventus, ma per tutto il sistema del calcio in Italia. E', attualmente, solo una speranza: difficile quantificare una prospettiva del genere, soprattutto perchè è impossibile quantificare la reazione emotiva di affezione del pubblico calcistico mondiale, legata anche ai risultati sportivi. Anche se al momento è stato un vero e proprio terremoto per la Serie A... soprattutto per la maggiore attenzione che viene riposta in essa, anche oltreoceano.

Per citare un esempio, neanche un mese dopo l'annuncio di Ronaldo alla Juve, Espn chiude l'accordo per trasmettere la serie A negli USA con un maxi investimento...

In mancanza di Mondiali in Italia nel futuro prossimo (Italia '90 fu da propulsore per lo sviluppo del grande calcio in Italia nei due decessi successivi), quello che rimane su cui puntare alla Serie A, sono le prestazioni di squadra, per la maggiore. E proprio da questo punto partiremo con la nostra analisi.

I risultati sportivi sono ovviamente la base per ogni squadra o singolo atleta che sceglie di fare dello sport il suo mestiere: aspirare a raggiungere il massimo traguardo come la vittoria del campionato nazionale, europeo, Mondiali, Olimpiadi, eventi seguiti da miliardi di persone. La Juventus sta costruendo un modello sportivo-economico che guarda al futuro e produce risultati al presente con 7 scudetti consecutivi, 2 finali di CL in 3 anni.

Ma CR7 può portare a conquistare ancora di più? Già dalle prime dichiarazioni dello stesso, si punta alla Champions, Nedved che “spara” altissimo sostenendo di voler vincere ogni partita con lui in campo, pure Messi sostiene che la Juve, con lui sia la favorita in Europa... ma non penso che un singolo giocatore possa decidere un campionato: non lo fece Ronaldo, il Fenomeno brasiliano, arrivato nel 1997 all'Inter per vincere lo scudetto che mancava in casa nerazzurra da un decennio...

Le avversarie ovviamente non sono state a guardare e si sono attrezzate per contrastare la supremazia Juve con Cristiano. Da qui ci possiamo collegare al secondo punto della nostra analisi: l'evoluzione tecnica che può sfociare in spinta psicologica che la personalità trainante di CR7 può generare. Pensiamo ai ragazzi in età scolastica: la maggior parte di loro pratica sport più volte la settimana, calcio ovviamente il più diffuso in Italia, i quali si identificheranno in un campione da seguire. In una società come quella attuale, dove la comunicazione di massa è un pilastro portante, lo sportivo famoso è visto da molti come eroe contemporaneo, un modello da imitare e, soprattutto, cercare di raggiungere. Questa è un'opportunità unica, arrivata grazie alla Juventus, e potrebbe portare benefici anche a quelli che della Juve sono avversari o semplicemente non simpatizzanti, ma ammirano il campione. Quanti ragazzini si sono messi sugli sci sulle orme delle leggendarie 50 vittorie di Tomba? La speranza è che i vivai italiani si rinfoltiscano di giovani con voglia, passione e determinazione di poter diventare un professionista di alto livello, seguendo il suo modello vincente. Discorso simile vale per gli stessi compagni juventini e anche per gli avversari, che vorranno fare di tutto per essere al massimo e dare il massimo per avvicinarsi al suo livello. Iniziando, per tutti, professionisti e non, ad essere i primi ad arrivare ad allenamento e gli ultimi ad andarsene.

E' solo talento o anche tanta pratica? Diciamo che il talento non manca, ma la cura che ripone in ogni singolo dettaglio del suo stato fisico, che dimostra 10 anni in meno, deve assolutamente essere presa d'esempio....la pratica rende perfetti dopotutto... Riprendendo una citazione di Del Piero, che riassume perfettamente il concetto della spinta che un giocatore così può dare al suo più “acerrimo” rivale: “Giocatori come Ronaldo appartengono a tutti”.. parlando della sua sfida personale contro, guarda caso, l'omonimo di Cristiano, ma dei suoi tempi:. “Ho sempre sostenuto che la grandezza di un giocatore si misura anche dalla grandezza dei suoi avversari, dei grandi duelli che anche uno sport di squadra come il calcio sa regalare” scriverà Del Piero. “Gli anni di Ronaldo in Italia, nella sua prima esperienza con l’Inter, sono stati caratterizzati dalla nostra sfida, Del Piero-Ronaldo, Juve-Inter. A fine partita ci cercavamo sempre, per scambiarci la maglia. Ronaldo è stato uno dei giocatori che ho stimato di più. Quello che ha fatto Ronaldo resterà per sempre nella storia del calcio e negli occhi di chi ama questo sport, indipendentemente dal colore della maglia, dal tifo, dalle bandiere.”  

Ci dirigiamo alla conclusione della nostra analisi parlando dei lati di marketing strettamente legati alla Star calcistica. I numeri sono risaputi praticamente da tutti: è stato il trasferimento più costoso nella storia del campionato italiano. Una spesa per raggiungere risultati sportivi, ma che diventa investimento in altri campi che vanno oltre il giuoco del calcio fine a se stesso... in questo caso non si compra solo un giocatore, ma compri il giocatore e il “Media” sostantivo inglese da Mass media, mezzi di comunicazione di massa. I suoi numeri, social, sono più grandi del club stesso o di più club messi assieme, può quindi essere considerato un Mass Media a se stante.

In quei primi giorni di luglio, subito dopo l'annuncio, la Juventus vendeva una maglietta al minuto con il numero 7, ovvero sia 55.000 pezzi il primo mese, che facendo un po' di conti della serva, hanno riportato 6 milioni di euro nelle casse bianconere, solo dalla vendita delle casacche. Tutto questo grazie alla brand exposition del marchio CR7, che si riflette sì, su Juventus FC, ma anche su tutta la Serie A, grazie agli incassi negli stadi che avranno il tutto esaurito in ogni parte d'Italia per vedere dal vivo il plurivincitore del Pallone d'Oro... a Ferrara non capita tutti gli anni.

In termini di marketing si può parlare di un co-branding sportivo, dove il valore offerto si alza notevolmente e c'è quindi possibilità di aumentare i prezzi del merchandising e dei biglietti per le partite. Ciò deriva dalla performance sportiva vincente, ad altissimo livello e continuativa nel tempo che consente all'atleta (e anche alla propria squadra e, come detto qualche riga sopra a tutto il contesto che gli gira attorno) di aumentare la cosidetta Brand awarness, ovvero la percezione del marchio da parte del consumatore. Il mito sportivo, il calciatore, si propone come elemento di valorizzazione del proprio brand, legando il personaggio a marchi diversissimi tra loro (dall'intimo, alla valigeria, a siti di poker online..), riuscendo a valorizzarli in modo significativo, aumentando appunto il Brand Value, ottenendo di conseguenza, come specificato all'inizio, maggiori introiti dal punto di vista economico.

Nell'ottica di breve periodo, l'arrivo di Cristiano Ronaldo è stata sicuramente una ventata di aria fresca per il calcio italiano. I risultati sportivi però potranno consacrare a top o decretare il flop diquesto super investimento fatto da Juventus FC. Qualche piccolo segno di vacillamento è stato dato da Nike, sponsor All-life-contract per CR7, causato dalle varie denunce di molestie... ricordiamo che in un co-branding è in ballo l'immagine di entrambre le parti... Nike prese le distanze da Maria Sharapova dopo il fermo per doping... la Brand reputation di Ronaldo ne risentirà?

In conclusione, la speranza del lungo periodo è che i ragazzini, adulatori di Cristiano Ronaldo oggi, seguendo il suo esempio di disciplina sportiva, rispetto per i compagni e gli avversari, diventino i nostri Fenomeni futuri Made in Italy... proprio una sua citazione recita: “i sogni non sono quelli che vedi quando dormi... sono quelli che non ti fanno dormire”

Da Ronaldo, Luis Nazario da Lima, che con lui finì l'era d'oro della Serie A al suo omonimo Cristiano... sarà lui a riportare in auge il nostro calcio? Ad maiora semper.