Campionato 1939/1940, l'Europa è in guerra, l'Italia è in fermento, l'entrata della nostra penisola nel conflitto sembra imminente. Tutto sta per cambiare, si percepisce nell'aria, c'è incertezza, paura.
Uno dei pochi elementi di normalità ancora presente, vivo, che respira con forza, è il  giuoco del calcio,  ed è proprio a questo che il popolo italiano si aggrappa con forza.

La squadra trionfatrice del torneo a 16 squadre è L'Ambrosiana, allenata da Tony Cargnelli, a quota 44 punti, che strappa lo scudetto dalla maglietta del Bologna F. C., vincitore della stagione precedente, che frena la sua cavalcata  a 41 punti. La formazione nero-azzurra è il rullo schiacciasassi di quel campionato, anche se riesce ad ottenere la vittoria matematica  solo all'ultima giornata, il 2 giugno del 1940, in casa, nello scontro diretto contro il Bologna F.C.. Goal di Ferraris II al 9' minuto ed è scudetto. Il match termina con il risultato di  1-0 per la squadra di casa, l'arbitraggio è del signor Dattilo(RM).

La formazione titolare  dell'Ambrosiana vincitrice del 5 scudetto: Perucchetti-Ferraris II-Olmi-Setti-Campatelli-Locatelli-Frossi-Demaria-Candiani-Buonocore-Guarnieri, vede un grande assente nell'elenco dei suoi giocatori, Giuseppe Meazza, detto "Pepìn", che, a causa di un problema circolatorio è  obbligato a sottoporsi ad un intervento chirurgico che gli  provoca un blocco totale dell'attività agonistica. Nonostante l'assenza eccellente,la società guidata dal presidente Pozzani raggiunge record importanti per l'epoca, tra i quali: maggior numero di vittorie, 20 su 30 partite,8 vittorie consecutive e 13 gare su 15 vinte in casa.

La differenza con il Bologna non è nei goal subiti, entrambi i club incassarono 23 reti, ma nei gaol fatti, 56 per l'Ambrosiana e 44 per la squadra emiliana. 
Capocannoniere Boffi del Milan con 24 marcature, segue Guarnieri, Ambrosiana, con 15.  Al terzo posto due giocatori del Bologna, Puricelli e Reguzzoni, a quota 14, totale 28 goal, i quali  hanno totalizzato più della metà delle segnature della squadra. Quest'ultimo è un dato molto interessante poiché mostra che nonostante le prestazioni ottime dei suoi bomber il Bologna non riesce a vincere contro i nero-azzuri, in cui le marcature sono più equamente distribuite. Scorrendo la classifica marcatori il terzo giocatore del Bologna presente è Biavati, con 3 goal, mentre nell'Ambrosiana a Guarnieri seguono Demaria a quota 12, e Frossi e Ferraris II a quota 7. Ciò potrebbe indicare che senza il suo giocatore più rappresentativo la squadra abbia giocato come tale raggiungendo risultati importanti, grazie alle abilità di ogni suo singolo elemento.

Ma la vittoria dell'Ambrosiana non è l'unico evento degno di nota di questo campionato. Proprio nel 1940 vengono gettate le basi del Grande Torino, squadra leggendaria del primo dopoguerra italiano Nel Venezia debutta Valentino Mazzola, nella Fiorentina Romeo Menti, nel Torino Franco Ossola. Grandi interpreti di una squadra leggendaria che portiamo tutti nel cuore.

Soltanto 8 giorni dopo la fine dell'antica Serie A viene dichiarata l'entrata in guerra dell'Italia, 10 giugno 1940. I campi di periferia si svuotano, giunge il richiamo alle armi, le scarpette e le divise vengono riposte negli armadi, un bacio agli affetti più cari e si sale su un treno, che sferragliando e fischiando si allontana sui binari verso l'orrore.